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Comitato borghese contro la legge sull’asilo

Al comitato contro la legge sull'asilo aderisce anche Markus Rauh, ex presidente del consiglio di amministrazione di Swisscom, Keystone

Alcuni esponenti del mondo politico, economico e della società civile si oppongono alla revisione della legge sull'asilo voluta dai partiti borghesi in Parlamento.

Secondo loro, le nuove direttive in votazione popolare il 24 settembre non potranno evitare gli abusi e, anzi, rischiano di violare i diritti fondamentali.

La revisione della legge sull’asilo non è di alcuna utilità, contiene solo vane promesse e viola i principi dello stato di diritto. Per una politica d’asilo efficace bisognerebbe invece migliorare la collaborazione con i paesi di provenienza dei richiedenti e con l’Unione europea.

Lo ha sostenuto giovedì a Berna un comitato raggruppante un centinaio di esponenti del Partito popolar-democratico (PPD), liberale radicale (PLR) e liberale svizzero (PLS), oltre che rappresentanti del mondo economico e della società civile. Esso raccomanda di respingere la nuova legge in votazione popolare il 24 settembre, unitamente al progetto di legge sugli stranieri.

In seguito al referendum depositato dalla sinistra, dai verdi, dai difensori dei diritti umani e da ambienti vicini alle Chiese – ferventi oppositori all’inasprimento legislativo deciso nel dicembre 2005 dal Parlamento – i delegati di PLR, PPD e PLS (assieme a quelli dell’Unione democratica di centro, UDC) avevano al contrario raccomandato di accettare la revisione.

Irrispettosa dei diritti dei rifugiati

Per il liberale vodese Claude Ruey, tale legge non offre alcuna soluzione praticabile al problema del rimpatrio dei rifugiati. La procedura legislativa è stata «assolutamente raffazzonata» sotto la pressione di un partito, l’UDC, «che ha riscosso successo con alcune tesi xenofobe», ha sottolineato.

L’esclusione dall’aiuto sociale e il divieto di lavorare per i richiedenti l’asilo respinti non prevede alcuna eccezione, nemmeno per famiglie con figli e donne incinte, ha sottolineato da parte sua l’ex cancelliere della Confederazione François Couchepin. Questo provvedimento, ha aggiunto, costituisce «una fabbrica di criminali».

L’ex Alto Commissariato per i rifugiati dell’ONU, Jean-Pierre Hocké, ha invece messo in guardia contro la violazione della Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Hocké ritiene che la legge contravvenga «manifestamente» ai principi fondamentali e a certe norme del diritto internazionale. La consigliera nazionale democristiana Rosmarie Zapfl parla addirittura di legge «disumana»:

Inutile contro gli abusi

Rolf Bloch, ex presidente della Federazione svizzera delle comunità israelite, insorge contro la revisione della legge «in quanto giurista, svizzero ed ebreo». La perquisizione di richiedenti l’asilo in appartamenti privati senza l’autorizzazione di un giudice contraddice il principio fondamentale dello stato di diritto. Si tratta di una legislazione «populista», superficiale e pericolosa, ha detto.

Markus Rauh, ex presidente del consiglio di amministrazione di Swisscom, ha dal canto suo sottolineato che, per coloro che abusano del diritto di asilo e sono sprovvisti di documenti, non fa alcuna differenza se la loro domanda viene esaminata o meno. Inoltre, se vogliono ostacolare il proprio rimpatrio, continueranno a nascondere la loro identità.

«Qualsiasi forma di detenzione per insubordinazione si avvicina pericolosamente alla tortura». Una detenzione prolungata non serva a niente e costa oltre 100’000 franchi all’anno, ha aggiunto.

swissinfo e agenzie

Nel 2004, 14’248 persone hanno chiesto l’asilo in Svizzera.
L’anno scorso le richieste hanno registrato un calo del 29,4% (10’061).

La nuova legge sull’asilo – voluta in particolare dal ministro della giustizia Christoph Blocher – prevede tra l’altro la soppressione dell’aiuto sociale ai richiedenti respinti e raddoppia il periodo di detenzione in attesa di un rinvio forzato (18 mesi).

L’ammissione per motivi umanitari è inoltre stata esclusa. Se non sono in possesso di documenti, i richiedenti dovranno dimostrare che ciò non dipende da loro.

Il ricongiungimento famigliare e l’accesso al mercato del lavorare in caso di ammissione provvisoria sono stati per contro resi più facili.

Per i sostenitori della nuova legge, la revisione si giustifica con i cambiamenti avvenuti nelle correnti migratorie. Inoltre, permetterà di frenare gli abusi.

Gli avversari denunciano invece il clima sempre più aspro che colpisce i profughi. La revisione viola inoltre alcune convenzioni in merito sottoscritte dalla Svizzera.

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