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Linea Arcisate-Stabio: il treno fischia solo in Svizzera

Il cantiere tra le case di Induno Olona. swissinfo.ch/Michele Novaga

A quasi cinque anni dall’inizio dei lavori della nuova linea ferroviaria tra il Ticino e la Lombardia, solo il tratto in territorio elvetico è stato inaugurato. Per completare le opere di quello di competenza italiana ci vorranno ancora più di due anni. Troppo tardi per Expo 2015, che aprirà le porte tra 100 giorni.

Era un afoso giorno di luglio del 2009, quando ad Arcisate fu posata la prima pietra della linea ferroviaria Arcisate-StabioCollegamento esterno, che entro il 2013 avrebbe dovuto consegnare al territorio della Val Ceresio e del Ticino un nuovo collegamento su rotaia in grado di unire Lugano e Malpensa in poco più di un’ora. 

Tra i politici intervenuti a quella simbolica apertura del cantiere c’era anche chi scommetteva che i lavori in territorio italiano si sarebbero conclusi prima di quelli dall’altro lato del confine. In tempo per quella fatidica data del primo maggio 2015, giorno di inizio dell’Expo di Milano, sul quale la Svizzera, oltre che naturalmente l’Italia, ha investito molto. 

Cantieri fermi e cittadini frustrati 

Entrando oggi ad Arcisate, districandosi tra continui sensi unici e strade chiuse, si ha come la sensazione che qualcosa sia andato storto. Infatti, se il tratto in territorio svizzero è già stato inaugurato e da dicembre 2014 circolano i treni, lo stesso non si può dire per la parte italiana. I lavori, già interrotti un paio di volte in passato a causa di alcuni problemi relativi al recupero delle terre di scavo, ricche di arsenico naturale, si sono definitivamente bloccati. 

“Quello che è successo è un disastro ambientale”, raccontano a swissinfo.ch i coniugi Valentino, la cui casa sorge proprio di fronte al cantiere fermo della stazione. “La trincea scavata e le recinzioni del cantiere impediscono di muoverci: per andare in farmacia, che si trova a 100 metri, ora dobbiamo fare un giro enorme di due chilometri”. 

Cresce il malcontento tra la popolazione della regione, chiamata a sopportare ogni giorno i disagi provocati dal cantiere. swissinfo.ch/Michele Novaga

La stessa frustrazione e le stesse difficoltà che si riscontrano anche ad Induno Olona, un altro dei paesi interessati dai lavori e spezzato in due dal cantiere. Uno striscione appeso dal Comune davanti alla galleria scavata a metà recita: “La ferrovia ha messo in ginocchio il paese. Basta ritardi vogliamo decisioni”. 

Lo sanno bene i gestori del ristorante “La Campagnola” che, dopo quattro anni di disservizi, hanno visto i loro affari diminuire vertiginosamente a causa di quelle recinzioni che arrivano a pochi centimetri dall’ingresso e che impediscono anche l’accesso ai box. 

“Abbiamo chiesto a Rete Ferroviaria Italiana (RFI) di riasfaltare alcune strade che i camion hanno danneggiato con il loro passaggio continuo – spiega a swissinfo.ch Marco Cavallin, sindaco di Induno Olona – e l’arretramento delle recinzioni del cantiere in questi sei mesi di attesa prima che i lavori riprendano”. 

Nuovo asse ferroviario 

La ferrovia Varese-Mendrisio, un’opera regolata da un accordo tra Svizzera e ItaliaCollegamento esterno, dovrebbe diventare un asse fondamentale per collegare Milano al Canton Ticino. 

I lavori sulla tratta italiana prevedono il raddoppio del tracciato esistente da Induno Olona ad Arcisate per 4,6 chilometri, la costruzione ex novo di un tratto di 3,6 chilometri a doppio binario da Arcisate al confine, la costruzione delle stazioni di Induno Olona, Arcisate e Gaggiolo. 

È inoltre prevista la realizzazione di un viadotto nella valle della Bevera per superare il torrente e due galleria a Induno Olona e alla Bevera. La tratta sarà per buona parte in trincea, cioè sottoterra ma senza galleria, i passaggi a livello eliminati, gli attraversamenti cittadini snelliti. 

In Svizzera i lavori terminati a novembre del 2014 hanno interessato 6,5 km. Oltre al raddoppio dei binari tra Mendrisio e Stabio, si è provveduto all’ampliamento della stazione di Mendrisio e di quella di Stabio, alla costruzione di un nuovo ponte sul Laveggio e sul Gaggiolo e alla realizzazione di una la linea a doppio binario nel tratto dalla stazione di Mendrisio fino al confine con l’Italia.

Ripresa del cantiere non prima di estate 

Già, perché dopo la rescissione del contratto tra la RFI e l’impresa costruttrice, ora, prima di indire la nuova gara d’appalto, bisogna aspettare la delibera del CIPE (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) con i parametri del nuovo appalto da 80 milioni di euro. E solo a fine febbraio si può pubblicare il bando e avviare la procedura di gara che durerà tre mesi. Avvio previsto, anche se sarebbe meglio dire auspicato, dei lavori: luglio 2015. 

Ma cosa è andato storto? Come mai i lavori in territorio svizzero si sono conclusi nei tempi previsti, nonostante l’arsenico, e in territorio italiano no? E dire che la ditta incaricata dei lavori (la ICS Salini) era la stessa. 

“La portata dei lavori nei due lati non è la stessa. Il tratto svizzero è più corto e pianeggiante e ha richiesto un impegno lavorativo solo minimamente paragonabile a quello della nostra tratta. Che è una vecchia linea ferroviaria interrotta e oggetto di abbassamento dei livello dei binari con gallerie da scavare e un lungo viadotto da fare”, racconta a swissinfo.ch l’ingegner Francesco Bocchimuzzo di RFI. 

Altri due anni di lavori

“Ma è soprattutto diverso il terreno di scavo da smaltire sia dal punto di vista quantitativo (in Svizzera solo 40’000 metri cubi contro gli 800’000 metri cubi in Italia) che qualitativo: quello trovato al di là del confine aveva indici di arsenico basso mentre quello che abbiamo trovato qui da noi, in alcuni punti presentava valori superiori al consentito”, aggiunge Bocchimuzzo. 

L’ingegnere ci fa il punto sullo stato di avanzamento dei lavori. “Per ora è stato fatto il 45% delle opere. Il viadotto della Bevera è già stato costruito e alcune parti, che sono state realizzate in officina, dovranno essere trasportate per essere montate. Il grosso dei lavori per ora è completare lo scavo delle due gallerie (una a Induno e l’altra a ridosso del Gaggiolo) mentre è tutto da fare lo scavo del ‘trincerone’ nella tratta che attraversa i paesi di Arcisate e Induno, perché dobbiamo abbassare lo scavo dei binari”. 

A questo bisognerà aggiungere la costruzione di tre stazioni (Gaggiolo, Arcisate e Induno). Vi sono quindi ancora da attendere più o meno due anni di lavori e di disagi sempre che non subentrino altre problematiche. 

Expo 2015, occasione persa

Ma la mancata consegna rappresenta una grossa occasione gettata al vento per lo sviluppo del turismo in questo tratto della provincia di Varese e del Ticino proprio in vista di Expo 2015. La linea, infatti, avrebbe potuto essere utilizzata oltre che dagli Svizzeri in trasferta in Lombardia e dai frontalieri italiani che risiedono in Val Ceresio, decongestionando il traffico su gomma, anche dai tantissimi visitatori stranieri dell’esposizione universale di Milano, che si prevede visiteranno la Svizzera e che alloggeranno oltreconfine. 

Una situazione che colpisce anche l’economia della Valle Ceresio e dei suoi comuni, che da tempo si stavano preparando all’Expo. “In un territorio martoriato e tagliato in due da quest’opera non si fermeranno molti turisti”, conclude sconsolato il sindaco di Induno Olona. 

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