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CN: protezione biodiversità, controprogetto preferito a iniziativa

Un'ape su un fiore di melo KEYSTONE/DPA/KARL-JOSEF HILDENBRAND sda-ats

(Keystone-ATS) Maggiore protezione della biodiversità, senza però spingersi fino seguire quanto proposto dall’iniziativa popolare “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio”.

Al terzo giorno di dibattito, il Consiglio nazionale le ha preferito il controprogetto indiretto del governo (104 voti a 83 e 5 astensioni), apportandovi però alcune modifiche. Contrari ad entrambi l’UDC e parte del Centro. Il dossier va agli Stati.

Gli esponenti di questi gruppi parlamentari temevano in particolare conseguenze negative per gli agricoltori, che sarebbero stati a loro avviso gli unici a pagare, perdendo terreni coltivabili e mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare del Paese. “Opporre agricoltura a biodiversità non ha senso”, ha tentato di convincerli la ministra dell’ambiente Simonetta Sommaruga, aggiungendo che il ruolo dell’una è importante per l’altra.

Nodo della discordia della proposta dell’esecutivo è stata in particolare la volontà di aumentare le zone di protezione al 17% del territorio, contro l’attuale 13,4%. Questo dato numerico è stato contestato sin dall’inizio soprattutto a destra, ma anche a sinistra, per ragioni diametralmente opposte.

“Una quota del 17% non è sufficiente per proteggere la biodiversità”, ha per esempio dichiarato Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE). Per il campo rosso-verde sarebbe stato necessario alzare l’asticella al 20% dal 2030 e al 30% dal 2040. Tutto ciò per garantire una tutela a lungo termine degli organismi viventi nel nostro Paese.

Sull’altro fronte, già nel dibattito di entrata in materia i democentristi hanno dato voce a una parte del mondo contadino. Secondo Mike Egger (UDC/SG) sarebbe stato sacrificato il 3% delle zone agricole. “La Svizzera ha altri problemi che la crisi della biodiversità, che non esiste”, ha sostenuto Michael Graber (UDC/VS), per il quale il controprogetto indiretto va molto più in là dell’iniziativa stessa.

Superfici protette, compromesso

Alla fine ha prevalso la soluzione del compromesso. Con 100 voti a 91, e due astensioni, ieri il plenum ha adottato una proposta apartitica che antepone la qualità alla quantità, introducendo il concetto di aree di biodiversità. “L’idea è di far coesistere interessi diversi, come l’agricoltura o i progetti di energia rinnovabile”, ha spiegato Ursula Schneider Schüttel (PS/FR). Le aree saranno designate dal Consiglio federale in collaborazione con i Cantoni.

Il Nazionale ha pure chiesto misure aggiuntive per promuovere la biodiversità nell’ambito della caccia e della pesca. Saranno inoltre messi a disposizione sussidi per la conservazione delle specie e degli habitat naturali nelle riserve di uccelli acquatici e migratori e nelle bandite federali di caccia.

Il controprogetto prevede pure che i biotopi siano collegati da corridoi faunistici e che sia disponibile un sostegno finanziario per proteggere gli ambienti in cui vivono specie minacciate.

Il Consiglio federale proponeva anche di promuovere la qualità e l’attrattiva degli insediamenti e dei paesaggi svizzeri con una cultura edilizia globale. Con 114 voti a 74 il Nazionale ha però deciso di trasferire queste misure nel prossimo messaggio sulla cultura per il periodo 2025-2028.

No a iniziativa

Nella votazione generale il plenum ha deciso di raccomandare al popolo la bocciatura dell’iniziativa “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio (iniziativa biodiversità)” con 101 voti a 72 e 19 astensioni.

Con una modifica della Costituzione federale, questa intende obbligare la Confederazione e i Cantoni a proteggere meglio la biodiversità, il paesaggio e il patrimonio architettonico. A tal fine, chiede che vengano messi a disposizione più superfici e più fondi pubblici.

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