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CN: arma d’ordinanza continuerà a essere custodita a casa

La consigliera nazionale Chantal Galladé KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) I soldati svizzeri potranno conservare al loro domicilio l’arma d’ordinanza. Con 120 voti contro 59 e 3 astenuti il Consiglio nazionale ha bocciato una mozione di Chantal Galladé (PS/ZH) che chiedeva che venissero custodite “in locali protetti”.

La zurighese ha sostenuto che numerosi suicidi potrebbero essere evitati se l’accesso alle armi non fosse così facile. Se si considerano le statistiche degli ultimi vent’anni, ha proseguito Galladé, si nota chiaramente una correlazione tra inasprimento della legislazione sulle armi e calo del numero di morti da arma da fuoco.

La socialista ha anche ricordato che l’arma non viene utilizzata solo per uccidere, ma anche come strumento di minaccia. Malgrado questi casi siano numerosi, verosimilmente superiori al numero di morti, non esistono statistiche al riguardo, ha deplorato Galladé.

Per il consigliere federale Guy Parmelin, la custodia a domicilio dell’arma personale è però “uno dei pilastri che assicurano la prontezza dell’esercito”. Una consegna dell’arma solo al momento dell’entrata in servizio della truppa complicherebbe il processo di mobilitazione e pregiudicherebbe la sicurezza dei militi, ha aggiunto.

Il ministro della difesa ha anche ricordato che attualmente 2 milioni di armi sono conservate a casa, di queste solo 200’000 sono armi d’ordinanza. Un numero destinato a scendere a 140’000 con la riforma dell’esercito, ha ricordato il ministro della difesa.

I militari non ricevono inoltre più le munizioni da tasca e l’arma personale può essere già oggi depositata gratuitamente nelle basi logistiche dell’esercito. Inoltre, prima di consegnare l’arma ai soldati le forze armate procedono all’esame del potenziale di violenza dei giovani sottoposti all’obbligo di leva, ha ricordato Parmelin.

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