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Cleantech svizzere nel paese dei Maharaja

Le tecnologie svizzere potrebbero contribuire a risolvere il problema delle acque di scarico che inquinano il fiume Yamuna di Delhi. Keystone

La Svizzera dispone di ampie conoscenze in materia di tecnologie pulite. Manca però di visibilità a livello internazionale. Attraverso la piattaforma "Cleantech Switzerland" intende ora esportare i suoi prodotti e servizi sui mercati strategici. Ad esempio in India.

«Non ho mai visto nulla del genere!». La constatazione dell’autista che mi accompagna attraverso il traffico caotico di Nuova Delhi in un certo senso mi conforta: non sono l’unico ad averne abbastanza della pioggia incessante.

Quando la sua vecchia Ambassador di fabbricazione indiana si accosta sul ponte che attraversa il fiume Yamuna, incurante degli strombazzamenti dei veicoli che seguono, ci rendiamo entrambi conto che… qualcosa non va.

Numerose baracche sono sommerse sino al tetto. Abbandonato al fiume in piena, un autobus di linea tenta di resistere alla corrente. Invano. L’enorme massa d’acqua ha costretto gli abitanti della periferia orientale di Delhi a trovare rifugio in tende erette a bordo della strada. Altri giacciono per terra. «È colpa del cambiamento climatico», sentenzia l’autista.

Esportare le tecnologie

L’eccezionale ondata di maltempo che ha colpito la capitale indiana nel mese di settembre (quello di quest’anno è il monsone più piovoso dal 1978) appare come un ulteriore campanello d’allarme. Il clima sta mutando e la necessità di cambiare registro è sempre più impellente.

Confrontata allo sviluppo insostenibile delle sue città, tra le più inquinate al mondo, l’India si sta timidamente affacciando sul mondo delle energie rinnovabili. Nel 2009, il settore locale delle tecnologie pulite (cleantech) ha attirato investimenti privati per un valore di 2,3 miliardi di dollari.

Un mercato in crescita di cui vorrebbe approfittare pure la Svizzera. Per sostenere maggiormente le aziende attive nelle tecnologie legate all’ambiente e alle energie rinnovabili, l’organizzazione di promozione delle esportazioni svizzere OSEC ha elaborato la piattaforma “Cleantech Switzerland”.

Attraverso un sito internet dotato di una banca dati, spiega a swissinfo.ch Rolf Häner, direttore operativo della piattaforma, «vogliamo aiutare le ditte elvetiche a posizionarsi sui mercati mondiali più promettenti».

«L’idea è di costituire una rete di contatti per favorire l’accesso delle aziende svizzere ai mercati strategici quali India e Cina».

Acque luride e rifiuti

Di recente in missione in India per individuare le persone, le organizzazioni e gli istituti suscettibili di favorire l’esportazione delle tecnologie elvetiche, Rolf Häner si dice particolarmente colpito dalla potenzialità del settore.

«Nel campo dell’energia solare l’India è già parecchio in avanti. Ci sono però dei segmenti cleantech in cui le aziende elvetiche hanno enormi possibilità. Penso ad esempio al trattamento delle acque sporche, alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti».

Ogni giorno, rileva il Comitato centrale indiano di controllo dell’inquinamento (Central Pollution Control Board), le aree urbane generano 33 miliardi di litri di acque di scarico. La capacità di trattamento si limita però al 20%

«Anche nella pianificazione urbana e nell’efficienza energetica degli edifici – aggiunge Rolf Häner – gli ingegneri e architetti elvetici possono offrire le proprie competenze».

Sommersi dalla plastica

A rendere particolarmente attrattivo il mercato indiano delle tecnologie pulite non è soltanto la sua progressione (15% all’anno).

In India, indica l’OSEC, viene realizzato un quarto dei progetti mondiali di riduzione delle emissioni inquinanti. Inoltre, il governo indiano è intenzionato a colmare le sue lacune nel campo delle infrastrutture, in particolare nel settore energetico, ciò che offre lucrative possibilità agli investitori stranieri.

«L’ho potuto constatare personalmente: gli indiani sono letteralmente affamati di tecnologie pulite. C’è però un estremo bisogno di formazione: molti non conoscono la nozione di “protezione dell’ambiente”. In India, i rifiuti non hanno lo stesso significato come in Svizzera».

«Sono stato scioccato dalla quantità di plastica che viene gettata, quando penso che in Svizzera il 95% viene riciclata», confida Rolf Häner.

Non solo formaggio

Oltre a favorire l’accesso ai mercati internazionali, la piattaforma dell’OSEC si prefigge di posizionare la Svizzera in quanto “nazione cleantech”.

La Svizzera possiede un ampio know-how nella ricerca e nell’economia – sottolinea l’OSEC – e dispone di piccole e medie imprese (PMI) dall’alto grado innovativo. «Il nostro potenziale cleantech va però sfruttato maggiormente: molte aziende svizzere non sono consapevoli di poter essere competitive a livello internazionale», osserva Rolf Häner.

Il settore delle tecnologie pulite impiega 160’000 persone, il 4,5% dei lavoratori in Svizzera. Ogni anno genera un fatturato di circa 20 miliardi di franchi, cifra che corrisponde al 3,5% del prodotto interno lordo.

«Durante una presentazione a potenziali partner indiani – racconta Häner – ho mostrato un’immagine di gente che faceva il bagno nel Reno a Basilea. I miei interlocutori si sono stupiti quando ho detto loro che Basilea è la sede di ditte farmaceutiche quali la Novartis».

Scopo della piattaforma Cleantech Switzerland, puntualizza Häner, è dunque anche di aumentare la visibilità della Svizzera. «Non siamo soltanto il paese della cioccolata o del formaggio, ma anche delle tecnologie pulite».

«Sono convinto che riusciremo a trovare soluzioni per favorire l’export delle PMI svizzere e a contribuire a uno sviluppo più sostenibile dell’economia indiana».

L’OSEC ha individuato una serie di mercati strategici per l’esportazione delle tecnologie pulite svizzere.

Oltre all’India vi sono la Cina, gli Stati del Golfo, il Nord America e alcuni paesi europei, tra cui Germania, Francia, Polonia, Paesi Bassi e Spagna.

I mercati più sviluppati del Nord America e dell’Unione europea, puntualizza l’OSEC, necessitano in particolare di tecnologie per la produzione e il trasporto delle energie rinnovabili.

I paesi emergenti hanno invece un maggiore bisogno di tecnologie per la protezione dell’aria, il trattamento delle acque luride e lo smaltimento dei rifiuti. Sono inoltre interessati alla consulenza e al trasferimento delle conoscenze.

La piattaforma Cleantech Switzerland dell’OSEC ha ricevuto un contributo iniziale di 8 milioni di franchi da parte della Confederazione. In futuro sarà interamente gestita dal settore privato.

Il mercato mondiale delle applicazioni cleantech registrerà entro il 2020 un volume d’affari di oltre 3’300 miliardi di franchi.

La cifra corrisponde al 6% del prodotto delle attività economiche mondiali.

Attualmente i settori cleantech più dinamici sono quelli delle energie rinnovabili e dell’efficienza dei materiali.

Il fatturato più elevato è generato dal segmento dell’efficienza energetica (1’430 miliardi di franchi).

Nel quadro dei venti piani di rilancio congiunturale adottati nel mondo fino alla primavera del 2009, i programmi di stabilizzazione o di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra hanno ottenuto crediti per 524 miliardi di franchi, ovvero il 16% degli aiuti totali.

(fonte: OSEC)

di ritorno da Nuova Delhi

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