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Bisogna porre un freno all’immigrazione?

La Svizzera deve attivare la cosiddetta clausola di salvaguardia per limitare l’immigrazione di lavoratori europei? Questo strumento, previsto dall'accordo sulla libera circolazione delle persone, può essere impugnato quando l'afflusso di stranieri supera una certa soglia.

Già un anno fa, il Consiglio federale ha invocato la clausola salvaguardia per i cittadini provenienti dagli otto nuovi membri dell’Unione europea. I sostenitori di tale intervento ritengono che il governo debba dare un chiaro segnale per mostrare che prende sul serio le preoccupazioni della popolazione. I suoi detrattori deplorano invece le possibili conseguenze negative sulle relazioni con l’Ue. Voi cosa ne pensate?

Mentre gran parte dell’Europa è in crisi, la Svizzera mantiene la sua prosperità, ciò che attira diversi lavoratori stranieri.

Nel gennaio 2013 il numero di nuovi immigrati dall’Ue-17 è cresciuto di quasi il 33% rispetto a un anno prima. Per i cittadini dell’Ue-8 (Europa dell’est), l’incremento è stato di circa il 50%.

In gennaio, 5’550 immigrati dell’Ue-17 hanno ottenuto un’autorizzazione di dimora prolungata. Si tratta del più grande afflusso mensile dall’inizio del 2009.

Il principale paese di provenienza è la Germania, seguito da Italia, Portogallo, Francia e Spagna.

In totale, oltre 79’000 lavoratori dell’Ue-17 e 13’500 dell’Ue-8 sono giunti in Svizzera tra il febbraio 2012 e il gennaio 2013.

Se la tendenza al rialzo si confermerà anche a fine aprile, la Svizzera potrebbe attivare la clausola di salvaguardia per tutti i paesi dell’Ue.

La clausola potrebbe anche essere applicata per i soggiorni di breve durata (permessi L), nel caso in cui il numero di domande dovesse aumentare di oltre 15’200 unità tra il 1. maggio 2012 e il 30 aprile 2013.

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