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Cinquanta sfumature di democrazia: si può misurare il potere del popolo?

Indice della democrazia, la Svizzera perde una posizione

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Marcia di protesta a Moutier. Nonostante questo genere di manifestazione, la Svizzera è lontana dall'essere la prima della classe in fatto di partecipazione politica, secondo l'Eiu. © KEYSTONE / JEAN-CHRISTOPHE BOTT

Una maggiore partecipazione politica a livello globale sembra aver fermato l'emorragia della democrazia, secondo l'ultimo Democracy index calcolato dall'unità di intelligence (Eiu) del settimanale britannico Economist. La Svizzera ha perso una posizione nella classifica, principalmente a causa di un'esigua affluenza alle urne.

La tanto sbandierata ritirata della democrazia, se non completamente bloccata, è stata perlomeno “messa in pausa” lo scorso anno, secondo l’Eiu Democracy IndexCollegamento esterno, pubblicato mercoledì. 

In controtendenza rispetto a vari recenti gridi d’allarme sulla fine del liberalismo e dei diritti civili, la rivista londinese ha sottolineato che, nonostante il livello della democrazia sia calato in 42 paesi, il punteggio globale è rimasto stabile. Quasi 50 paesi sono infatti migliorati.

Il fattore che ha maggiormente influenzato questa frenata è stato un considerevole salto in avanti nella categoria “partecipazione politica”: i parametri di affluenza, affiliazione a partiti, interazione con i media e livello di alfabetizzazione tra gli adulti sono tutti migliorati.

Con l’eccezione del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, la partecipazione è cresciuta in tutte le regioni del mondo, una conseguenza dell’alto livello di sfiducia nei confronti dei governi tradizionali. 

Il futuro sviluppo della democrazia, fa notare l’Eiu, dipenderà dal modo in cui questa alta partecipazione influenzerà gli altri aspetti della performance democratica, in particolare la cultura politica e le libertà civili.

Specialmente dove la partecipazione è cresciuta sotto il segno dell’anti-establishment, c’è la possibilità che il sistema politico e la pratica democratica vengano sconvolti, scrive l’Economist.

Una nota positiva del rapporto 2018 sono i livelli record di partecipazione politica femminile, che dimostrano che la democrazia non si arrenderà senza combattere.

La Svizzera scivola

La performance della Svizzera, con le sue ricorrenti votazioni e iniziative popolari, è stata la peggiore di sempre nella categoria partecipazione (le altre sono processo elettorale e pluralismo, funzionamento del governo, cultura politica e libertà civili).  

Con il suo punteggio di 7,78 in partecipazione, la Svizzera ha fatto leggermente meglio degli Stati Uniti, ma resta comunque lontana dal paese modello, la Norvegia, che ha ottenuto il punteggio pieno di 10. 

La Norvegia resta in testa anche nella classifica totale, davanti a Islanda e Svezia. La Svizzera è nona (9,04 punti), gli Stati Uniti 25esimi (7,96 punti) e l’Italia, che lo scorso anno era al 21esimo posto a pari merito con gli USA, crolla in 33esima posizione, con 7,71 punti. 

L’arretramento della Svizzera negli ultimi anni è dovuto principalmente alla poca affluenza alle urne, spiega l’analista dell’Eiu Danielle Haralambous.

Nonostante la Confederazione si comporti bene sotto diversi aspetti della partecipazione politica, dalla presenza femminile in parlamento fino all’inclusione delle minoranze, la “stanchezza dei votanti” dovuta al numero elevato di consultazioni, spesso complesse, ha fatto sì che il paese perdesse terreno rispetto ad altri che continuano a migliorarsi. 

In altre parole, benché gli strumenti della democrazia diretta spingano in alto il punteggio elvetico, una carenza nella partecipazione politica lo frena.

Fatto su misura

L’esperto di democrazia globale di swissinfo.ch, Bruno Kaufmann, ritiene però che la metodologia utilizzata da dall’Eiu sia fuorviante. È, secondo lui, un errore confrontare periodicamente paesi come la Svizzera – dove i cittadini sono chiamati alle urne anche quattro volte all’anno – con la Svezia, dove votazioni combinate si tengono solo a distanza di diversi anni. 

Non bisogna confondere le mele con le pere. Il quadro che ne risulta non rispecchia completamente la realtà, dice Kaufmann. L’indice è “un’immagine quantitativa e superficiale per i politologi”.

Benché l’affluenza alle urne media, in Svizzera, sia relativamente bassa (meno del 50% per le votazioni federali), molti esperti sono concordi nell’affermare che questo riflette la frequenza e la complessità dei voti e dei referendum elvetici. Ma, dicono, non intacca la qualità democratica del risultato.

Kaufmann dice inoltre che, mentre la Norvegia si piazza in alto nella partecipazione a causa di gruppi come i sindacati e le organizzazioni civiche, la partecipazione delle persone in processi caratteristici della Svizzera (come la raccolta di firme per le iniziative popolari) non si riflette nei risultati dell’Eiu.

Altri indici di performance democratica (con un approccio più ampio nelle misurazioni) classificano la Svizzera più in alto. Il V-dem svedeseCollegamento esterno, ad esempio, piazza la Confederazione al quarto posto, la Bertelsmann FoundationCollegamento esterno al sesto. 

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Traduzione dall’inglese, Zeno Zoccatelli

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