La televisione svizzera per l’Italia

Cinque ragioni per cui la Svizzera batterà l’Italia

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L'ultimo gol della Svizzera contro l'Italia porta la firma dell'ex centrocampista del Napoli Goekhan Inler. L'amichevole, disputata il 5 giugno 2010 a Zurigo, terminò 1-1. Keystone / Salvatore Di Nolfi

È da oltre dieci anni che Italia e Svizzera non si affrontano. E per ritrovare le due nazionali opposte in una competizione internazionale bisogna risalire a quasi 60 anni fa. La redazione di tvsvizzera.it si è lanciata nel gioco dei pronostici, senza far troppo caso a considerazioni di tipo tecnico-tattiche, ma con una malcelata malafede.

Forse non tutti lo sanno, anche perché per ritrovare l’ultimo incontro bisogna risalire al 2010 (amichevole a Ginevra finita 1-1), ma quello tra rossocrociati e azzurri è un vero e proprio ‘Clásico’, come direbbero i tifosi del Real Madrid e del Barcellona. Un derby il cui risultato è però sempre stato, come vedremo, un po’ più scontato di quello spagnolo.

Basta un solo dato per rendersi conto di quanto la storia delle due nazionali sia legata a doppio filo: tra amichevoli, qualificazioni e competizioni ufficiali, Svizzera e Italia si sono affrontate ben 58 volte. L’Italia è stata semplicemente la squadra contro cui la Svizzera è scesa in campo il maggior numero di volte. Lo stesso vale per gli azzurri. A titolo di paragone, la Francia (seconda in questa graduatoria) ha affrontato l’Italia ‘solo’ 39 volte. E non è finita, poiché dopo l’incontro in programma mercoledì a Roma, azzurri e rossocrociati potranno spegnere 60 candeline il prossimo 5 settembre a Berna, in occasione della prima delle due partite previste per la qualificazione ai Mondiali in Qatar.

Il risultato è sempre stato un po’ più scontato del derby spagnolo, dicevamo. Sì, perché in questi 58 incontri gli azzurri sono usciti vincitori ben 28 volte. I pareggi sono stati 22, mentre la Svizzera è riuscita ad imporsi appena otto volte, l’ultima delle quali nel lontano 1993 a Berna per le qualificazioni ai Mondiali statunitensi.

Insomma, le statistiche parlano chiaro: l’Italia è la gran favorita dell’incontro che inizierà alle 21h allo Stadio Olimpico di Roma. Non staremo quindi a cercare le ragioni per cui gli azzurri probabilmente si imporranno.

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Vi sono però anche buoni motivi per credere il contrario. Eccone alcuni.

Tre campioni del Mondo

La Svizzera annovera tra le sue file tre campioni del Mondo. È vero, forse sopravvalutiamo un pelino troppo un titolo mondiale vinto nel 2009 in Nigeria dalla Under-17. L’Italia, malgrado le sue quattro vittorie tra i ‘grandi’, non può in ogni caso dire altrettanto.

Mercoledì a Roma, a centrocampo il capitano Granit Xhaka eviterà di mandare a quel paese i suoi tifosi, come gli è successo all’Arsenal, e dirigerà in maniera magistrale i suoi compagni. I tifosi del Torino dovranno invece ricredersi sulle doti di Ricardo Rodriguez. Al 93′, dai suoi piedi partirà infatti il cross che Haris Seferovic non dovrà fare altro che appoggiare comodamente in rete. Non sappiamo perché, ma ci sembra di aver già vissuto questa storia.

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Un bomber resuscitato

Per ritrovare una vittoria svizzera contro l’Italia in una competizione internazionale bisogna risalire fino al… 1954! Ed è proprio a quei Mondiali organizzati in Svizzera che deve aver pensato il tecnico degli elvetici.

Per sopperire alla proverbiale mancanza di verve sottoporta degli attaccanti (anche se contro il Galles Breel Embolo ha dimostrato tutta la sua esplosività, che potrebbe mettere in difficoltà due difensori un po’ in là con gli anni come Bonucci e Chiellini), Vladimir Petkovic ha così deciso di resuscitare Joseph Hügi.

A distanza di quasi settant’anni, Hügi riuscirà ancora una volta a mettere in ginocchio tutta la retroguardia azzurra, come in quella che resta fino ad oggi la più ampia vittoria elvetica contro l’Italia (4-1 con due gol del centravanti elvetico).

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I polpacci più impressionanti del mondo del calcio

Dall’alto del suo metro e 69, Xherdan Shaqiri non è di certo quello che si potrebbe definire un marcantonio. L’attaccante del Liverpool ha però una caratteristica che lo rende unico: i suoi polpacci sono enormi.

“A volte c’è più pericolo di infortuni, perché sono massicci, ma questa potenza mi aiuta molto e credo che lo si noti anche in campo”, ha dichiarato il giocatore a un giornale inglese.

A dire il vero forse non tutti i suoi allenatori lo hanno notato, visto che Shaqiri negli ultimi anni trascorre più tempo in panchina che in campo, ma siamo convinti che contro l’Italia i polpacci di XS, come è soprannominato, daranno fuoco alle polveri.

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I bagni termali e le Alpi meglio della Sardegna

Il mare e il sole della Sardegna danno una carica di energia che però ha effetti limitati nel tempo. Lo sappiamo bene noi svizzeri: dopo una vacanza di 15 giorni sull’isola rientriamo tutti ringalluzziti nella Confederazione. Dopo al massimo una settimana, complici la ripresa del lavoro e magari un cielo non proprio blu come quello sardo, sprofondiamo però spesso in una drammatica depressione.

È ciò che puntualmente accadrà agli azzurri: dopo la pirotecnica vittoria contro la Turchia, frutto dell’energia accumulata nel ritiro sull’isola, Chiellini e compagni rimarranno vittime della ‘saudade’ sarda. I brasiliani insegnano…

Gli svizzeri, per contro, hanno trascorso la loro fase preparatoria a Bad Ragaz, stazione termale nel cantone San Gallo. Un luogo dove è sicuramente piacevole trascorrere qualche giorno di vacanza, ma con un orizzonte chiuso dalle montagne e una temperatura massima media in maggio di 14 gradi. Un posto in cui tra le principali ‘highlights’ segnalate da Tripadvisor compare la centrale del latte… Difficile insomma che gli elvetici sprofondino nella malinconia. Bad Ragaz è stato il luogo ideale dove forgiare una compagine pronta ed agguerrita.

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Perché il VAR ce l’abbiamo noi

Vi sveliamo una cosa: la rete segnata da Mario Gavranovic contro il Galles quasi allo scadere e annullata dall’arbitro dopo segnalazione del VAR è stata semplice tattica. Un modo per non far capire agli azzurri che nel prossimo incontro non si troveranno di fronte solo undici rossocrociati, ma anche un Byron Moreno di funesta memoria in versione ipertecnologica.

Il VAR, infatti, è in mano agli svizzeri. La sala da dove vengono scrutate tutte le partite degli Europei si trova a Nyon, nella sede dell’UEFA. In Svizzera, appunto.

Dopo aver a lungo cercato di far sua la massima di De Coubertin – “l’importante non è vincere, ma partecipare” – e passando alla storia per essere stata probabilmente l’unica squadra a sbagliare tutti i calci di rigore in una partita ad eliminazione diretta (gli ottavi di finale ai Mondiali del 2006 contro l’Ucraina), la Svizzera ha deciso che è ora di finirla con eliminazioni nella fase a gironi o al massimo agli ottavi di finale. Ci penserà il software made in Switzerland installato nella stanza dei bottoni di Nyon. Questa volta, quei pochi centimetri che separano il fuorigioco da un gol valido saranno prontamente modificati grazie a una spintarella della tecnologia. Con buona pace del fair-play, questa volta la coppa la vinceremo noi.

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P.S.: visto che parte dei membri della nostra piccola redazione hanno anche radici italiane, il nostro auspicio in fin dei conti è che Svizzera e Italia si lascino sul pari mercoledì. Viva la neutralità!

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