Raggiunto un accordo tra la Grecia e l'Eurogruppo
Dopo una maratona notturna di diciassette ore, i leader dell'Unione europea hanno deciso all'unanimità di avviare dei negoziati per un terzo programma di salvataggio da 82-86 miliardi di euro. In cambio, Atene ha tre giorni per approvare un pesante pacchetto di riforme: fisco, pensioni, accesso al mercato, riforme giudiziarie.
Fin dall’inizio, la riunione aveva preso le sembianze di uno scontro di pugilato. Da un lato la Germania che difende ad ogni costo la linea intransigente dell’austerità e, secondo un documento rivelato dalla stampa, avrebbe proposto l’uscita della Grecia dalla zona euro per un periodo di cinque anni. Dall’altro la Francia, convinta che dal futuro di Atene dipende anche quello dell’Unione europea e più aperta a trovare un compromesso pur di salvare il paese.
Al termine di lunghi e accesi dibattiti, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che "la fiducia, seriamente danneggiata, potrà essere ricostruita". E l'ipotesi Grexit sembra per ora essersi allontanata.
Alla vigilia del summit, la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana ha ripercorso gli ultimi cinque anni di relazioni tra la Grecia, i suoi creditori e Bruxelles per cercare di capire le origini della crisi.
Oggi l'Europa chiede nuovi sacrifici, alla Grecia. È questa la soluzione? E perché lo scenario Grexit sembra non fare più così paura? Infine: come mai Spagna, Portogallo e Irlanda sono riuscite a superare la crisi mentre la Grecia no? La Radiotelevisione svizzera di lingua italiana lo ha chiesto a Sergio Rossi, professore di macroeconomia all'Università di Friborgo.
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