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Chiara maggioranza per l’abrogazione dell’articolo sulle diocesi

Popolo e Cantoni non hanno esitato swissinfo.ch

Fin dai primi risultati giunti dai cantoni si è capito che l'articolo sulle diocesi sarebbe stato accettato facilmente. Il tema non aveva d'altronde suscitato grandi passioni durante la campagna, a dimostrazione che lo si considera il relitto di un passato di tensioni interconfessionali ormai superate. Il voto in favore della soppressione è stato chiaro in tutti i cantoni, con una media di consensi superiore al 60%.

I cantoni cattolici hanno approvato in modo più marcato l’abolizione, quelli protestanti si sono mostrati invece più reticenti. Molto netto il sì in Ticino, che ha toccato la punta del 70%, come nel Canton Giura e in Vallese, pure cattolici. A Sciaffusa, cantone protestante, l’abrogazione è invece stata accolta soltanto con il 52,5%.

Il comitato interpartitico in favore dell’abrogazione, al quale avevano aderito oltre 100 parlamentari, ha salutato questo risultato, che ha permesso di “spolverare” la Costituzione federale. “In questo modo scompare l’ultima disposizione d’eccezione, ha sottolineato il senatore Franz Wicki, e la Costituzione accorda gli stessi diritti a tutte le comunità religiose.”

Anche il comitato in favore del mantenimento dell’articolo, composto di piccoli gruppi di protestanti, si è detto soddisfatto del risultato. “Nonostante una campagna massiccia e unilaterale, ha indicato il consigliere nazionale bernese Christian Waber, il popolo non ha detto semplicemente di sì.” Waber continua ad avere grandi riserve a proposito del potere tutt’altro che democratico esercitato dalla Chiesa di Roma.

Per la Federazione delle Chiese evangeliche, il dibattito sulla chiesa non si chiude con la soppressione dell’articolo sulle diocesi. Bisognerà invece lanciare ora la discussione sull’introduzione nella Costituzione di un nuovo articolo di portata generale che regoli i rapporti fra Stato e religione.

Il governo ha fatto campagna per l’abrogazione perché l’articolo sulle diocesi discriminava la Chiesa cattolica romana e violava la parità dei diritti. Secondo le autorità federali, l’istituzione e la modifica territoriale di diocesi sono questioni prettamente interne che la Chiesa deve potere definire da sola. Inoltre, questo articolo è contrario al diritto internazionale perché lede il diritto fondamentale della libertà religiosa che la Svizzera si è impegnata a rispettare.

Tra gli oppositori alla soppressione dell’articolo sulle diocesi, figuravano coloro che avevano inutilmente chiesto in cambio un nuovo articolo generale sulle religioni. Timori sono venuti anche da Ginevra, preoccupata per l’eventuale istituzione di una diocesi nella patria di Calvino. Si sono opposti all’abrogazione anche taluni cattolici liberali, che vedevano in questo articolo un argine contro eventuali derive autoritarie del pontefice. Anche il noto teologo svizzero Hans Küng è intervenuto nella campagna in difesa di questa posizione.

La disposizione che sottometteva l’istituzione di una nuova diocesi all’autorizzazione preliminare del Consiglio federale risale a un’epoca agitata, nel secolo scorso, quando lo Stato radicale, laico e anticlericale si opponeva a una Chiesa cattolica romana reazionaria.

Mariano Masserini

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