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Cento anni di Merlot in Ticino

Merlot del Ticino, un libro che racconta la storia del Ticino di ieri e di oggi (illustrazione: servizi culturali di Locarno) swissinfo.ch

Cento anni di storia collettiva e di storie personali raccontate ed illustrate in un libro dedicato, appunto, al centenario di uno dei marchi più rappresentativi del Ticino: il Merlot.

Accanto ad eventi e ricorrenze in calendario per sottolineare il traguardo raggiunto, questa pubblicazione propone un’ampia panoramica sull’universo “Merlot”.

Perché, come dicono gli autori, oltre che un vino “il Merlot è una cultura, un’economia, un paesaggio”, un ricco patrimonio di cui i ticinesi vanno fieri. Simbolo delle terra in cui cresce, il Merlot del Ticino è anche un apprezzato ambasciatore del cantone a livello internazionale.

“Solista e orchestrale, il Merlot è il vitigno più diffuso nel mondo. Se ne piantano – spiega il coordinatore del libro Carlito Ferrari, alias “Grimod” – circa 40 milioni di barbatelle l’anno, in terreni stimati a 7 mila 200 ettari”.

“Issato a gloria internazionale grazie al mitico Château Petrus, l’origine del vitigno – continua Ferrari – è bordolese; per qualche studioso persino in Guienna, addirittura nei Paesi Baschi. Oggi esteso nel canton Ticino per quasi il 90% del totale vignato, dà uno dei migliori vini svizzeri; senza tema di smentita: il migliore”.

Alla riscoperta di antiche radici

Il poderoso volume “Merlot del Ticino, 1906-2006” propone, per cominciare, un tuffo nel passato. Attraverso i ritratti di coloro che hanno contribuito a scrivere la storia del Merlot ed incidere nella terra i premi segni di quello che sarà un grande successo, si entra gradualmente nell’universo del vitigno e delle sue fatiche.

Si scoprono, o si riscoprono, personaggi come Pietro Vegezzi (1850-1906), canonico e vignaiolo, autore della prima monografia sulla viticoltura. Oppure il consigliere di Stato Giovanni Rossi (1861-1920) che nella tenuta di Vallombrosa sperimentava il Merlot. E, naturalmente, Alderige Fantuzzi (1872-1957), il protagonista dell’introduzione del Merlot del Ticino.

La storia della viticoltura ticinese è comunque poco conosciuta e pochi sono i riferimenti alla vite e al vino fino al 1000 dopo Cristo. Secondo gli storiografi nel 1200 non esistevano importanti vigneti ma principalmente una viticoltura consociata ad altre colture. Per molto tempo l’acquisto dei terreni era consentito solamente ai signori ecclesiastici.

La parte consacrata alle origini del vino, è un autentico viaggio nel tempo: dalla Mesopotamia all’antico Egitto, dal ruolo degli Etruschi e dei Leponti nella diffusione del vino fino alle impronte lasciate dai Romani e dai Galli nella storia e nella cultura del vino.

Il capitolo “Archeologia, storia del vino e de Merlot del Ticino”, illustra anche la carta d’identità del vino e ne spiega la sua diffusione nell’area insubrica.

Dalla Svizzera interna con passione

Una parte da leggere e da guadare è riservata al percorso di trasformazione: la vendemmia, la vinficazione, la cantina , l’imbottigliamento, il consumo. Grazie a suggestive illustrazioni panoramiche questi passaggi, che dalla terra portano alla tavola, risultano immediati e fruibili.

Centrali, nell’economia del libro, vinificatori e produttori che hanno fatto grande il Merlot. Tra di essi anche un manipolo di svizzero tedeschi – e qualche romando – giunto in Ticino per coltivare l’uva e vinificare in proprio. Con esiti spesso eccellenti.

“E’ proprio grazie alla colonia dei viticoltori e vinificatori venuta d’Oltralpe – si legge nel libro – che si è poi sviluppata e diffusa l’idea di produrre vini d’autore, griffati. Il loro motto è stato un po’ quello di vinificare solo le uva di proprietà, o presi in affitto, coltivati personalmente”.

Stabilitisi piuttosto nel Sottoceneri e nel Malcantone, i produttori svizzero tedeschi hanno dunque dato un apprezzato contributo alla gloria del Merlot. E sull’onda di questa filosofia di produzione è nata, negli ultimi anni, la sezione ticinese dei “Viticoltori e vinificatori svizzeri privati”.

La vigna dell’altra metà del cielo

Non si sono dimenticati, i curatori del libro, delle donne. E hanno avuto ragione, poiché a livello internazionale nella costellazione dell’enologia le donne sono stelle emergenti e luminose. Sono imprenditrici, sommelières, enologhe, enotecniche, produttrici. Sono autentiche “Signore del vino”.

La pubblicazione ne presenta quattro: Anna Barbara Kopp von der Crone, Lisetta Lucchini-Riva, Nicoletta Cattaneo, Fabiana Matasci, “cantiniera” dei uno dei più grandi produttori del Ticino. Per tutte l’amore, la cura della vigna e del vino non è frutto del caso.

E’ un atto di amore e di consapevolezza, è una scelta di passione e di ragione. E’ lavoro, tanto, faticoso e rigoroso lavoro per fare in modo che dalla terra nasca il meglio. Le donne, come scrive la giornalista Alice Moretti nel suo contributo, “non sono più le Cenerentole” del vino.

Terra d’artisti e d’architetti…

Nel cantone degli architetti non poteva mancare anche l’occhio di uno degli interpreti ticinesi più noti all’estero. Mario Botta, che in Toscana ha firmato una cantina strepitosa, parla del connubio tra vino e architettura.

“Il prodotto vino è una sintesi tra la terra e le sue risorse, l’uomo e il suo lavoro. L’architettura della cantina dovrà testimoniare questa nuova cultura ed essere segno di sensibilità e attenzione”. E molti produttori, per esaltare il carattere del proprio vino, fanno sempre più capo a firme prestigiose.

“Oggi agli architetti – continua Mario Botta – è richiesto di occuparsi delle cantine con le stesse attese che un tempo erano riservate ad altri temi nobili, quali i musei, le biblioteche, i teatri”. Quasi a volere rievocare, con la cantina che diventa “tempio”, l’olimpica dimora degli dei.

swissinfo, Françoise Gehring

Il 2006 segna un importante traguardo nella storia del Ticino: il Merlot compie 100 anni. Una ricorrenza contrassegnata per tutto questo anno da un calendario fitto di eventi.

Uno di questi è la pubblicazione di un completo volume (250 pagine) dedicato alla storia del Merlot (edizioni Salvioni) e presentato nel mese di maggio.

La struttura produttiva ticinese è molto particolare. Si contano infatti oltre 150 produttori di vino con un’attività di vinificazione a tempo pieno o parziale e molti viticoltori “hobbysti” che vendono in prevalenza le uve alle grandi cantine.

Tra i produttori di vino si possono annoverare tre cantine di grandi dimensioni, una quindicina di produttori e negozianti di vini di dimensioni leggermente inferiori, ma certamente più che sufficienti per affrontare il mercato internazionale (dagli 800 a 10’000 quintali di uva).

Alderige Fantuzzi (1872-1957) è il padre dell’introduzione e della diffusione del Merlot in Ticino
Nel 1831 inizia l’attività della famiglia Valsangiacomo, la casa vinicola più antica del Cantone
Il decreto legislativo del 1906 dà avvio all’opera di ricostruzione dei vigneti
Nel 1929 a Giubiasco nasce la prima cantina sociale del Ticino
217 il numero di cantine del Ticino (1995-2205)
1’040 ettari la superficie viticola totale (registro vigneti, 2004)

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