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Cent’anni fa moriva l’ultimo orso svizzero

Abitanti di Scuol, in Engadina, posano con l'ultimo orso ucciso in Svizzera, il 1° settembre 1904 Keystone

Nel 1904 venne abbattuto nei Grigioni l'ultimo orso svizzero allo stato brado. Da allora la specie è estinta.

Ma ora gli esperti non ritengono impossibile l’arrivo spontaneo di orsi dall’Italia, anche se gli ecosistemi adatti al plantigrado sono ridotti. E si preparano ad accoglierlo.

Sono trascorsi cent’anni dall’ultimo abbattimento in Svizzera di un orso selvaggio: era infatti il primo settembre 1904 quando nella Bassa Engadina i cacciatori Jon Sarott Bischoff e Padruot Fried mostrarono con orgoglio alla popolazione locale il loro ultimo trofeo, un orso.

I due uomini erano partiti a caccia di camosci, quando avvistarono un orso sui pendii del Piz Pisoc. Nessuna esitazione per i due cacciatori, che freddarono subito l’esemplare, una femmina, che ora fa bella mostra di sé, impagliato, al museo Schmelzra di S-charl (GR). Quest’ultimo, aperto da giugno a ottobre, dedica all’orso una mostra permanente.

Sterminati dall’uomo

Questi mammiferi sono ora protetti e non possono più venir cacciati in Svizzera. Ma in passato, fino alla metà del 19esimo secolo, ogni anno in Engadina venivano uccisi due o tre plantigradi. La caccia era diventata molto più facile grazie alle nuove armi da fuoco, più maneggevoli e precise.

Stando ad un rapporto del «Kora» (progetto di ricerca per la conservazione e la protezione dei predatori svizzeri) l’uccisione degli ultimi orsi nella Svizzera italiana risale al 1891 nelle Alpi del Luganese, al 1898 nella Mesolcina. Da quel momento gli orsi non furono più in grado di riprodursi in numero sufficiente da compensare i capi abbattuti.

L’orso selvaggio si è quindi estinto in Svizzera. Alcuni singoli animali sono stati ancora avvistati in Vallese, in Ticino e nei Grigioni, ma più nessun gruppo è stato visto vivere nei boschi elvetici. Attualmente non è prevista una reintroduzione volontaria della specie.

Immigrazione possibile

È invece sempre possibile un’immigrazione, affermano Reinhard Schnidrig, vicedirettore della sezione «caccia e animali selvaggi» dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) e Georg Brosi, ispettore della caccia nei Grigioni.

Qualche anno fa un’orsa proveniente dal nord Italia si è avvicinata fino a circa 30 chilometri dalla Val Poschiavo. L’animale aveva lasciato il parco naturale di Adamello-Brenta in direzione nord, poi aveva fatto perdere le sue tracce.

Al contrario del lupo, l’orso non soffre di sovrappopolazione in Italia. Il gruppo del Trentino fa fatica a mantenere un numero sufficiente di membri: nuovi plantigradi devono essere regolarmente importati dalla Slovenia.

Problematici ma non pericolosi

Se un numero consistente di esemplari dovesse affluire in Svizzera, occorrerà riflettere sugli indennizzi per i danni che essi potrebbero causare. È possibile che venga utilizzato il modello applicato ai lupi, il quale prevede che la Confederazione si assuma l’80 per cento dei costi e che i cantoni si accollino il rimanente 20 per cento, suggerisce Schnidrig.

Gli orsi, grandi amanti di miele, potrebbero dar fastidio ad apicoltori o ai proprietari di alberi da frutto. Ma il problema maggiore è lo spazio vitale di cui l’animale ha bisogno. Nel nord delle Alpi o nel Giura, non esistono più aree naturali sufficientemente estese. Il parco naturale dei Grigioni, con i suoi 170 km², sarebbe appena abbastanza grande per accogliere un solo orso, indica Brosi.

I plantigradi sono invece tornati in Austria, dove una trentina di animali vivono in libertà in due regioni separate. Il primo esemplare è giunto spontaneamente negli anni 70: è stato poi raggiunto da altri esemplari nel quadro di un programma di reintroduzione.

Nell’insieme, una coabitazione fra l’orso e l’uomo non sarebbe problematica, dice la portavoce della sezione austriaca del WWF: l’animale non rappresenta un pericolo per l’uomo, le aggressioni sono rare.

Bisogna però tener conto del fatto che a volte ha comportamenti un po’ «bizzarri». È particolarmente goloso dell’olio utilizzato dai tagliaboschi per lubrificare la catena della sega elettrica: potrebbe quindi addentare un bidone e leccarne l’olio che cola. «Quello che gli orsi sono capaci di fare è a volte molto divertente», sottolinea Brosi.

swissinfo e agenzie

Scomparso dalle foreste elvetiche all’inizio del secolo scorso, l’orso bruno si sta di nuovo avvicinando ai confini della Confederazione. Qualche anno, fa un’orsa proveniente dal parco naturale italiano dell’Adamello è stata avvistata ad appena una trentina di chilometri dalla frontiera italo-svizzera.

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