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Cellulari nel mirino della lotta al terrorismo

Anche gli utenti delle carte prepagate non potranno più nascondersi nell'anonimato RTS

Le nuove misure contro il terrorismo colpiscono anche i cellulari: gli utenti che impiegano carte prepagate non resteranno più anonimi.

La decisione del parlamento fa seguito alla conferma dell’uso di carte telefoniche svizzere da parte dei membri di Al-Qaida.

Dall’avvento della telefonia mobile, le carte prepagate hanno conosciuto un grande successo anche in Svizzera. Facili da usare, permettono tra l’altro di tener meglio sotto controllo le spese telefoniche e di ridurre i rischi di abuso in caso di furto.

Oltre che dagli utenti, sono particolarmente apprezzate anche dagli operatori. Le compagnie telefoniche impongono tariffe più alte rispetto ai collegamenti tramite abbonamento.

E, oltretutto, hanno meno spese amministrative: per le carte prepagate non era obbligatoria finora la registrazione dei dati personali dell’acquirente.

Un fatto, quest’ultimo, che solleva da tempo l’ostilità degli organi federali e cantonali incaricati di lottare contro la criminalità. A quanto pare, trafficanti di droga e perfino terroristi internazionali sfruttano troppo spesso il margine di anonimato offerto dalle carte “prepaid”.

Al-Qaida tra i clienti delle compagnie svizzere

Il Ministero pubblico della Confederazione ha infatti confermato le rivelazioni della stampa, in base alle quali anche diversi membri di Al-Qaida avrebbero apprezzato i vantaggi delle carte prepagate svizzere.

Sarebbero state utilizzate non solo da alcuni terroristi che hanno partecipato agli attentati dell’11 settembre, ma anche da diversi presunti leader dell’organizzazione guidata da Osama Bin Laden.

Secondo le autorità, quasi il 100% dei trafficanti di droga farebbero inoltre pieno uso delle carte prepagate. Nel 2002, sono stati accertati 528 casi simili in Svizzera.

Un altro timore riguarda l’impiego del sistema “prepaid” con la nuova generazione di telefonini mobili che permettono di registrare e trasmettere anche immagini. Una tecnica che potrebbe favorire ad esempio gli abusi nel campo della pornografia infantile.

Obbligo di fornire i dati personali

Dopo aver respinto in un primo tempo le proposte sostenute dal governo e dalla camera alta, anche il Consiglio nazionale ha quindi deciso di porre fine all’anonimato. In futuro, tutti gli utenti di carte prepagate dovranno comunicare i loro dati personali.

In base alle nuove disposizioni, i fornitori di servizi telefonici dovranno conservare, almeno per due anni, le informazioni relative a nome, indirizzo e attività dei loro clienti. In pratica, dovranno sottostare alle regolamentazioni già in vigore per gli abbonati della telefonia mobile o di quella fissa.

L’obbligo di registrazione comporterà chiaramente maggiori spese amministrative per le compagnie telefoniche che dovranno aggiornare costantemente i loro dati e i loro archivi. Spese che verranno sicuramente ribaltate sulla clientela.

Secondo la maggioranza del parlamento, questi costi supplementari sono sopportabili, tenendo conto anche del fatto che consentiranno notevoli risparmi agli uffici di giustizia e polizia, costretti finora a laboriose ricerche per identificare gli utenti dei cellulari anonimi.

Riserve sulla protezione dei dati

Da notare che soltanto l’Italia, la Germania e l’Ungheria hanno introdotto finora un obbligo di registrazione delle carte prepagate. In Gran Bretagna circolano circa 30 milioni di carte non registrate e, addirittura, negli Stati uniti, non è stato adottato un provvedimento simile.

La resistenze maggiori nei confronti della registrazione riguardavano la protezione della sfera personale. Secondo Hanspeter Thür, incaricato della protezione dei dati, dall’11 settembre si sono moltiplicate le pressioni e le misure che rimettono in questione il rispetto della sfera personale.

Rinuncia a nuove norme penali

Nonostante il clima di insicurezza, il Consiglio nazionale ha comunque rinunciato ad introdurre due nuove norme nel Codice penale, destinate a rafforzare gli strumenti di lotta al terrorismo.

Proposte dalla ministra di giustizia e polizia Ruth Metzler, queste norme erano state criticate da diversi esperti di diritto penale. A loro avviso, sono semplicemente inutili e servirebbero soltanto a soddisfare le pressioni esercitate negli ultimi mesi dagli Stati uniti.

“Le leggi attuali sono sufficienti” – ritiene ad esempio il professor Mark Pieth, docente di diritto penale all’Università di Basilea – “Non abbiamo bisogno di atti patriottici, come gli americani”.

Anche senza queste nuove norme, il Parlamento ha dato il via libera alla ratifica di due Convezioni delle Nazioni unite sulla repressione di atti terroristici, che mirano a impedire l’impiego di esplosivi e a bloccare i canali di finanziamento.

swissinfo, Armando Mombelli

Con 124 voti contro 27, il Consiglio nazionale ha deciso d’introdurre l’obbligo di registrazione degli utenti di carte prepagate.

Queste carte vengono utilizzate anche da criminali e trafficanti di droga che approfittano dell’anonimato.

Secondo il Ministero pubblico della Confederazione, le “prepaid” sono state impiegate anche da membri dell’organizzazione terroristica Al-Qaida.

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