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Cavo tranciato a Sankt Moritz, ex caposquadriglia a processo

aerei acrobatici in volo
Dopo l'incidente, gli organizzatori delle gare di sci a Sankt Moritz hanno rinunciato a simili esibizioni. © Keystone / Gian Ehrenzeller

Si è aperto giovedì davanti a un tribunale militare il dibattimento nei confronti del leader della formazione di volo acrobatico "PC-7 Team", uno dei cui aerei durante un'esibizione ai Campionati del mondo di sci alpino urtò il cavo di una telecamera sospesa.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma l’incidente causato da uno degli aerei della formazione militare di volo acrobatico svizzera avrebbe potuto avere conseguenze ben più drammatiche. Nel febbraio del 2017, durante i Campionati del mondo di sci alpino in corso a Sankt Moritz, nel corso di un volo di allenamento un PC-7 aveva urtato e tranciato con l’ala il cavo di una telecamera sospesa.

La vicenda è ora approdata davanti al Tribunale militare 2, riunito ad Aarau. Sul banco degli imputati vi è l’ex capo della squadriglia di volo acrobatico delle Forze aeree svizzere.

L’uomo è accusato di abuso colposo e sperpero di materiali, perturbamento di pubblici servizi nonché di inosservanza intenzionale delle prescrizioni di servizio. Anche nei confronti del pilota interessato era stato aperto un procedimento, poi archiviato.

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A pochi metri dagli spettatori

Dopo l’urto, la telecamera era caduta nell’area del traguardo davanti alla tribuna degli spettatori, mentre il cavo era stato catapultato in direzione di una seggiovia, danneggiando la cupola antivento in plexiglas di una cabina e impigliandosi nella seggiovia. Il dispositivo di sicurezza aveva bloccato immediatamente l’impianto che era rimasto fermo per 20 minuti.

La collisione con il cavo aveva danneggiato anche l’ala dell’aereo, che era comunque riuscito ad atterrare senza problemi a Samedan. Il pilota era rimasto illeso. I danni al dispositivo di sospensione della telecamera, alla telecamera stessa e a una seggiovia vicina sono ammontati complessivamente a diverse centinaia di migliaia di franchi, quelli per la riparazione del velivolo a 75’000.

Il capo della squadriglia conosceva la conformazione del terreno e sapeva che la telecamera era installata a circa 50 metri dal suolo, ma nel calcolare l’altitudine minima di volo non ha “incautamente preso in considerazione questi fatti”, si legge nell’atto d’accusa. Inoltre, ha effettuato manovre proibite nella zona destinata agli spettatori. Il verdetto dovrebbe essere emesso venerdì.

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