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Castrazione chimica per i pedofili recidivi

Un bambino gioca.
L'iniezione del Salvacyl interrompe la produzione di testosterone e annulla la pulsione sessuale, rendendo impossibile l'erezione. © Keystone / Christian Beutler

In Ticino, una decina di uomini si è sottoposta volontariamente a questa terapia estrema allo scopo di non ripetere errori gravissimi.

Un uomo colpevole di reati sessuali con fanciulli e pornografia, invece di scontare interamente la condanna, ha ottenuto una pena sospesa. In cambio, però, il pedofilo 46enne si è sottoposto a un trattamento che prevede la castrazione chimica. È successo negli scorsi giorni a un plurirecidivo del Bellinzonese. Una misura che attualmente vede coinvolta una decina di uomini in Ticino.

In cosa consiste

La cosiddetta castrazione chimica è una pratica delicata e consiste nell’iniezione di un farmaco – il Salvacyl – che interrompe la produzione di testosterone. Di fatto, viene così annullata la pulsione sessuale, rendendo quindi impossibile l’erezione. Non si tratta tuttavia di una terapia irreversibile. Per un effetto protratto nel tempo andrebbe infatti ripetuta ogni tre mesi e vi si bisogna sottoporre volontariamente.

Contenere il rischio di recidiva

L’uomo del Bellinzonese condannato per atti sessuali con fanciulli e pornografia dalla Corte delle Correzionali di Bellinzona era già stato ritenuto colpevole più volte in passato per gli stessi reati e castrato chimicamente. Poi lo stop al farmaco e il ritorno alla pedofilia. 

Il Salvacyl – l’unico farmaco usato per la castrazione – è sul mercato svizzero da una decina di anni e il suo utilizzo è contenuto. Non è la soluzione a tutti i mali, va fatto anche un percorso di psicoterapia, ha però precisato il dottor Rafael Traber, direttore dei Servizi psico-sociali del Cantone.

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