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Casinò anche online, ma solo se svizzeri

Il progetto di legge sui giochi d'azzardo concede alle case da gioco elvetiche l'apertura su Internet e mette al bando i portali stranieri

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Chiudere i siti di poker e i casinò online stranieri in Svizzera. È questo uno dei cambiamenti principali previsti dalla nuova Legge che regola tutti i giochi in denaro e che è approdata martedì al Consiglio degli Stati.

Il testo prevede che in futuro ad offrire il gioco d’azzardo online siano solo portali svizzeri in possesso di una specifica concessione. La discussione -che ha già acceso gli animi dei “senatori”- proseguirà lunedì.

In gioco ci sono centinaia di milioni. Da anni i casinò svizzeri perdono quote di mercato, schiacciati dall’offerta estera su Internet e dalle sale illegali. La pressione sui parlamentari è forte. Il lavoro di lobbying intenso.

“In questo caso il lobbying ha raggiunto un livello mai visto”, rivela il verde ginevrino Robert Cramer. “Ci hanno rincorso nei corridoi di palazzo con un’assiduità che non ha niente da invidiare ai venditori di aspirapolveri”.

La proposta di legge sul loro tavolo autorizza i giochi da casinò anche online. Gestiti però solo dalle società svizzere che già possiedono una concessione. Le offerte straniere saranno bloccate. Per questo c’è chi storce il naso

“Ci sono ditte all’estero che potrebbero presentare buoni giochi in linea”, osserva il liberale appenzellese Andrea Caroni, “anche ditte svizzere potrebbero farlo, ma con questa legge si blocca completamente questa concorrenza per proteggere quei pochi che già hanno una concessione per un casinò fisico”.

Un sistema protezionistico inutile per alcuni, più che giustificato invece per altri. Parte degli introiti di casinò e lotterie finiscono nelle casse pubbliche. Inoltre, c’è la questione del gioco patologico.

“Non possiamo istituire nuove misure contro il gioco problematico e poi allargare alle società estere che queste misure non devono rispettarle”, dichiara il consigliere agli Stati ticinese Fabio Abate. “Loro vogliono in ultima analisi mettere le mani sulle lotterie svizzere, che sono statali, sono un nostro patrimonio, e visto queste misure sul gioco problematico noi dobbiamo proteggere il nostro settore. Lo ammetto: è una misura di protezionismo, ma si giustifica perché anche i paesi confinanti l’hanno adottata”.

La discussione agli Stati continuerà la prossima settimana.

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