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Il porto dei senzatetto

Casa Astra offre un rifugio a una settantina di senzatetto ogni anno. Keystone

Un divorzio, una fatalità, un permesso negato e il treno della vita deraglia. Da un giorno all'altro ci si ritrova per strada, barboni di notte. Casa Astra accoglie ogni anno una settantina di persone in cerca di rifugio, offrendo loro un letto e un accompagnamento sociale. Reportage.

Riccardo* ha 62 anni quando la polizia lo porta a casa Astra. È l’inverno del 2008 e da diverse settimane questo cavaliere errante ha  trovato rifugio alla stazione di Chiasso. Di lui si sa poco o nulla: un passaporto austriaco, un passato da imbianchino nella Svizzera tedesca e un incidente in montagna che lo ha lasciato psichicamente fragile.

Come in un puzzle, gli educatori di casa Astra hanno ricostruito pezzo per pezzo la sua storia. «Senza il nostro aiuto, Riccardo sarebbe stato destinato a una vita da senzatetto, con il rischio di veder peggiorare la sua malattia e il processo di esclusione sociale», ci racconta Donato Blasi, responsabile della struttura.

Donato Blasi

In generale gli ospiti dovrebbero rimanere per un massimo di tre mesi, ma a volte hanno bisogno di più tempo per ritrovare una stabilità e riprendere il proprio percorso di vita.

Ospitalità a svizzeri e stranieri

Da oltre due anni Riccardo vive in un centro di prima accoglienza gestito dal Movimento dei senza voce, in un piccolo comune nel Ticino meridionale. Aperta nel 2004 e finanziata per il 30% dal cantone attraverso i fondi di Swisslos, Casa Astra offre ospitalità a cittadini svizzeri e stranieri che si trovano momentaneamente senza fissa dimora.

«In generale gli ospiti dovrebbero rimanere per un massimo di tre mesi, sottolinea Donato Blasi, ma a volte hanno bisogno di più tempo per ritrovare una stabilità e riprendere il proprio percorso di vita».

Per Riccardo è stato così. Con l’aiuto degli operatori sociali, la sua malattia si è stabilizzata e ha finalmente avuto accesso a una pensione – per la quale ha pagato i contributi per 25 anni a Zurigo – e a una rendita invalidità. Ora sta cercando un appartamento dove potersi trasferire e ritrovare così la sua indipendenza.

Giovani uomini in rottura

Stando a uno studio realizzato dal Dipartimento della sanità e della socialità, nel 2004 erano oltre 800 i casi di senzatetto segnalati ai diversi istituti. Un fenomeno difficile da quantificare ma che secondo Donato Blasi è in continua crescita: «Nel 2010 abbiamo dovuto dire “no” a un centinaio di persone». Il centro dispone infatti di tre stanze con quattro letti ed è raro trovare un posto libero per più di una settimana di fila.

Ma qual è la tipologia degli ospiti di Casa Astra? «Si tratta per lo più di giovani uomini, residenti nella regione e con alle spalle delle situazioni difficili. Ci sono ragazzi in rottura con i propri genitori, persone con dipendenze, disoccupati, o svizzeri rimpatriati dall’estero».

«Poi ci sono gli stranieri di passaggio, nella maggior parte europei o con permessi di soggiorno  per un paese dell’UE. E infine gli stranieri con statuto irregolare, i cosiddetti NEM o i sans-papiers». Casa Astra offre loro un rifugio momentaneo, un accompagnamento sociale e un collegamento con i servizi sul territorio che meglio rispondono alle loro esigenze.

Christina*, ospite di Casa Astra

A casa Astra non si fa distinzione di alcun tipo… La gente ha bisogno di un posto dove dormire, lavarsi, essere ascoltata e magari anche capita.

Ripartire da zero

Davanti a una tazza di te, Christina* ci racconta il suo arrivo a casa Astra. «Dopo aver lavorato per tanti anni in una banca, da un giorno all’altro mi sono ritrovata a piedi; licenziata, con la scusa che tra tutti i collaboratori ero quella che avrebbe trovato più facilmente lavoro. E invece eccomi qui…».

Christina è nata e cresciuta nella regione e da un anno ormai dà una mano agli operatori sociali di casa Astra. «Mi ha mandato qui l’assistenza sociale e se devo essere sincera all’inizio ero proprio contrariata. E perfino arrabbiata contro un sistema che a mio modo di vedere aiutava gli stranieri e lasciava per strada noi svizzeri…».

Poi col tempo Christina si è ricreduta: «A casa Astra non si fa distinzione di alcun tipo… La gente ha bisogno di un posto dove dormire, lavarsi, essere ascoltata e magari anche capita. Mi sono ritrovata come in una grande famiglia e in un certo senso mi sono sentita un po’ la mamma di questi ragazzi che spesso non hanno più nessuno al mondo».

Appello alle autorità

A casa Astra squilla il telefono. Una signora chiede urgentemente di parlare con Donato Blasi. Ieri notte, tornando a casa dal lavoro, ha visto sul ciglio della strada una famiglia di ecuadoriani dormire in un’automobile. Preoccupata, chiede cosa fare.

 

«Ogni inverno si ripete la stessa tragedia, ci racconta Donato Blasi. Casa Astra è l’unico centro di questo genere in Ticino, aperto 24 ore su 24, e soprattutto disposto ad accogliere anche i sans-papiers. Ma raramente accettiamo delle famiglie per ragioni di spazio e di sicurezza».

Il Movimento dei senza voce ha chiesto a più riprese un maggiore sostegno cantonale per casa Astra e una base legale per il finanziamento di altri centri di prima accoglienza, come accade in molti cantoni svizzeri. Una mozione in tal senso è stata presentata nell’aprile del 2010, sulla base di un messaggio del governo nel quale veniva riconosciuta la «necessità di un potenziamento progressivo delle risposte al fenomeno» dei senzatetto.

Negli ultimi due inverni, il canton Ticino aveva aperto un centro di accoglienza provvisorio, gestito da Fra Martino Dotta, ma per quest’anno non c’è ancora nessuna garanzia. E intanto, le notti si fanno sempre più fredde…

*Nomi fittizi

Aperta il 1° maggio del 2004, casa Astra è un centro di prima accoglienza per persone – svizzere o straniere – che hanno problemi d’alloggio e/o sociali.

La struttura dispone attualmente di 12 posti letto per persone adulte ed è aperta 24 ore su 24.

Nel 2010 sono passate da casa Astra 70 persone, una ventina in più rispetto all’anno precedente. Di questi, 13 erano cittadini svizzeri o stranieri con permesso C, domiciliati nel canton Ticino; 19 richiedenti l’asilo con decisione di non entrata in materia (NEM) e 19 stranieri con permesso turistico.

In media, sono state respinte 14 richieste al mese per mancanza di posti letto o per l’assenza di stanze protette per donne o famiglie con bambini.

La permanenza media nel centro è stata di 53 giorni; 60 nel 2009.

Casa Astra è un’iniziativa del Movimento dei senza voce ed è finanziata per il 30% dal canton Ticino, attraverso i fondi di Swisslos. 

Visto il crescente bisogno, l’ONG intende acquistare uno stabile a Mendrisio, con una disponibilità maggiore di posti letto (23) e la possibilità di creare delle camere protette per donne, famiglie, minori e anziani. In tal senso è stata lanciata una campagna di raccolta fondi per finanziare l’acquisto,

Oltre a casa Astra, il canton Ticino dispone di altri centri di accoglienza, con criteri di accesso più selettivi.

Il centro Pro Filia di Chiasso accoglie persone in transito alla stazione ferroviaria in genere per una sola notte e conta un massimo di sei letti.

A Lugano, casa Sirio che accoglie soprattutto persone con problemi psichici (al massimo 20).

Più a Nord, a Rivera, il centro Emmaus ospita residenti fissi e persone in transito che possono lavorare.

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