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Foresta primaria: più è selvaggia, più è utile

Biologi slovacchi all'entrata della riserva di foresta primaria Badinsky swissinfo.ch

I Carpazi stanno alla Slovacchia come le Alpi alla Svizzera. La fitta rete di riserve forestali dei Carpazi necessita di attenzioni costanti. Con i contributi svizzeri all'allargamento dell'Unione europea vengono finanziati studi scientifici sulle foreste primarie e sulla loro utilità.

Giallo, rosso, marrone in tutte le sfumature: il trionfo di colori del bosco autunnale sorprende il visitatore, odore di piante e terra umida sale dalle narici. A prima vista, la foresta primaria Badinsky – che si trova nei Carpazi occidentali, vicino a Banska Bystrica – non sembra molto diversa da un bosco misto del Giura.

I biologi e forestali slovacchi sorridono a questa osservazione del visitatore svizzero. Questi 30 ettari di bosco – insieme ad altri nella parte centrale e orientale del paese (Polana, Dobrocsky e la foresta primaria di faggi al confine dell’Ucraina, che è protetta dall’Unesco) – vengono curati grazie anche ai contributi del cosiddetto “miliardo di coesione” versato dalla Svizzera all’Unione europea.

I cittadini svizzeri hanno approvato il versamento del miliardo di coesione nel 2006. La somma è destinata ai dieci paesi dell’Europa centrale e orientale che sono entrati nell’Unione europea tra il 2004 e il 2007. I progetti finanziati riguardano l’ambito delle riforme, della sicurezza, dello sviluppo sociale e dell’ambiente. Dei 67 milioni di franchi che spettano alla Slovacchia, 24,5 sono destinati a progetti per l’ambiente e le infrastrutture.

In Slovacchia si trovano numerose riserve forestali, in parte collegate tra loro, che comprendono boschi primari ricchi di biodiversità e di grande interesse per la ricerca scientifica. Anche i ricercatori attivi in Svizzera – paese in cui i boschi, riserve comprese, sono molto più esposti all’influsso umano – approfittano delle conoscenze acquisite nei Carpazi.

Foreste primarie, utili alla società

Peter Brang, dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL, spiega che i dati raccolti nei boschi primari servono ad esempio per l’elaborazione di modelli utili a capire in che modo si svilupperanno i boschi o anche per stimare l’impatto del cambiamento climatico sullo sviluppo della vegetazione.

I boschi regolano i flussi d’acqua, assorbono anidride carbonica, proteggono dalle valanghe e prevengono l’erosione del suolo. E ciò è un bene non solo per l’ecosistema, ma anche per la società. Per questo il progetto nella parte orientale del paese mira ad approfondire e ampliare le conoscenze sul bosco nell’interesse della Slovacchia, ma anche della Svizzera.

Riserva genetica, laboratorio a cielo aperto e attrazione

«Le riserve sono indispensabili per la conservazione delle specie, vale a dire per la biodiversità», dice a swissinfo.ch Jan Kadlecik. Il ricercatore slovacco, che lavora per l’ente nazionale di protezione della natura, ci accompagna lungo un sentiero quasi invisibile. «Le riserve sono importanti anche per assicurare la ricchezza genetica di diverse specie di alberi, come laboratorio a cielo aperto per i ricercatori e come attrazione per un turismo specializzato, un’attrazione che bisogna però saper gestire oculatamente».

Più ci addentriamo nella foresta, più imponenti diventano gli alberi che incontriamo e maggiore è la quantità di legno morto. Sorgenti sgorgano dal terreno e portano via della terra: le differenze con un bosco “normale” diventano sempre più evidenti.

Pini di 300 anni, faggi di 200

In questo ambiente, gli alberi tipici delle zone temperate – abeti, faggi, olmi e molti altri – crescono fino a diventare, coi decenni, dei veri e propri giganti. «I pini possono raggiungere i 400 anni», afferma Jan Kadlecik. «Qui abbiamo dei pini di 300 anni e dei faggi di 200».

«Inoltre qui vivono tutti i grandi predatori europei, come l’orso, il lupo, la volpe, la lince, il gatto selvatico o la martora. Qui ne è proprio passata una. Voleva fare capire che questo è il suo territorio e che non la dobbiamo disturbare», dice Kadlecik indicando una traccia fresca di escrementi lasciata sul tronco di un albero.

Bosco primario con zona cuscinetto

Nei 150 ettari di bosco primario di Badinsky si trovano 140 specie di piante. 34 sono alberi o arbusti. Il cuore della riserva – in cui non dovrebbe entrare nessuno – si estende su 30 ettari. I restanti 120 ettari sono una zona cuscinetto pensata per evitare il contatto diretto tra i terreni coltivati e il pezzo di bosco da conservare e proteggere.

«Può sembrare un lusso, ma in realtà la zona cuscinetto è una necessità», commenta il ricercatore svizzero Peter Brang. «Per questioni di spazio, i boschi primari svizzeri, a Brigels e Derborence, non hanno una zona cuscinetto. Anche il parco nazionale, nei Grigioni, presenta solo a tratti delle zone cuscinetto».

Partner dell’Università di Berna

La zona cuscinetto non deve solo proteggere, ma essere utile anche altrimenti, afferma Heino Meessen, esperto di ecologia del paesaggio al Centre for Development and Environment (CDE) dell’Università di Berna. Meessen cura i contatti scientifici con l’ente slovacco per la protezione della natura. «I possibili beneficiari – la popolazione, gli agricoltori, l’industria del legno – devono essere coinvolti nei progetti».

Per i progetti di conservazione del bosco primario finanziati grazie al contributo svizzero alla coesione europea, la Slovacchia può avvalersi anche della collaborazione scientifica dell’Università di Berna. «Questo tipo di collaborazione, in particolare l’attenzione agli aspetti economici di progetti che riguardano la protezione della natura in zone estese, è una novità assoluta», afferma Meessen.

L’esperienza dell’istituto bernese in altre parti del mondo ha mostrato che progetti di protezione basati esclusivamente su criteri ecologici sono irrealizzabili se non vengono considerati anche gli aspetti economici.

Il bosco è uno dei più importanti ecosistemi terrestri. È un ecosistema minacciato dal disboscamento e dalla trasformazione delle superfici boschive in superfici agricole.

L’ONU ha dichiarato il 2011 anno internazionale delle foreste.

Le superfici boschive più grandi d’Europa si trovano in Polonia e Ucraina.

Una fascia di bosco temperato si estende dalla Francia all’Europa orientale lungo le Alpi.

Nel cosiddetto bosco temperato si trovano latifoglie e conifere. Le precipitazioni sparse sull’arco dell’anno assicurano un’umidità costante.

Le foreste temperate sono meno ricche di specie delle foreste tropicali. Ciò nondimeno sono un importante spazio vitale per piante e animali.

Questo tipo di bosco è minacciato soprattutto dall’espansione dei centri abitati e dal cambiamento climatico.

Ha 5,4 milioni di abitanti e una superficie di 49’000 km2 (Svizzera: 7,8 milioni di abitanti; 41’300 km2).

Nel 2009, il potere d’acquisto degli slovacchi era il 73% della media dell’Unione europea.

I boschi coprono un terzo circa della superficie del paese (come in Svizzera).

Un quinto della superficie boschiva è rigorosamente protetto (Svizzera: 3,5-6,6%).

Traduzione, Doris Lucini

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