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Capitali europee vietano l’accesso ai convogli no-vax

La polizia di Parigi vuole impedire i "convogli della libertà" nella capitale, come è avvenuto a Ottawa KEYSTONE/EPA/SEBASTIEN NOGIER sda-ats

(Keystone-ATS) Le capitali europee si blindano contro i cosiddetti “Convogli della Libertà”, la nuova forma di protesta ideata dai no-vax per denunciare le restrizioni sanitarie anti-Covid sul modello del “Freedom Convoy” lanciato dai camionisti in Canada.

All’indomani della partenza dei primi convogli dal sud della Francia, Parigi, Bruxelles e Vienna hanno decretato il blocco dell’accesso a tutti gli automezzi che aderiscono alla protesta.

“Non sono convogli della libertà, sono convogli della vergogna e dell’egoismo. Non sono patrioti, ma irresponsabili”, tuona il segretario di Stato francese agli affari europei, Clément Beaune, intervistato da Lci. A meno di 60 giorni dal voto, il fedelissimo del presidente Emmanuel Macron deplora questo “ennesimo episodio degli antivax”.

Da parte loro, i manifestanti sostengono che si tratta di una sorta di “continuazione” della protesta dei gilet gialli che tra fine 2018 e inizio 2019 bloccò la Francia, con una lunga serie di manifestazioni di piazza macchiate dalle violenze e da duri scontri con la polizia. Una protesta cui ora si aggiungono frange anti-green pass e no-vax.

Alcuni manifestanti intervistati a bordo dei “Convogli della Libertà” esprimono infatti rivendicazioni anche in termini di potere d’acquisto e lotta al caro-benzina, proprio come ai tempi dei gilet jaunes, ma Beaune mette in guardia dal confondere “un movimento complottista no-vax e un movimento sociale, con desideri o preoccupazioni legittime”.

I primi “Convogli della Libertà” sono partiti mercoledì da Nizza, Bayonne e Perpignano, con l’obiettivo di raggiungere Parigi domani sera e poi spingersi fino a Bruxelles il 14 febbraio, in una sorta di “convergenza europea” della lotta.

A Parigi, la polizia ha detto che vieterà il loro ingresso, con un “dispositivo specifico per impedire il blocco delle strade, verbalizzare e arrestare i trasgressori del divieto”. Il prefetto Didier Lallement ha ordinato agli agenti di dar prova di “fermezza”. Chi blocca la circolazione, avverte la polizia, rischia fino a due anni di carcere.

A stretto giro di posta è arrivato anche l’annuncio del Belgio. “Metteremo in campo i mezzi per impedire il blocco della Regione di Bruxelles-Capitale”, avverte il borgomastro di Bruxelles, Philippe Close, precisando che la decisione è stata presa di concerto con l’esecutivo regionale e la ministra dell’interno belga, Annelies Verlinden. Per la manifestazione, prevista lunedì non era stata ancora chiesta l’autorizzazione alle autorità del Regno, che hanno comunque deciso di intervenire.

Lo stesso divieto è stato poi adottato dalla polizia austriaca in vista di una manifestazione annunciata vicino a un parco nel centro di Vienna, e giudicata “un fastidio inaccettabile” per il rumore e l’inquinamento.

Intanto, oltreoceano, due grandi case automobilistiche, Ford e Toyota, hanno annunciato la chiusura temporanea delle loro fabbriche in Canada a causa delle proteste dei camionisti no-vax che stanno fermando l’arrivo di componenti. Anche Stellantis, che controlla Fiat-Chrysler, ha annunciato ritardi nella produzione nella sua fabbrica in Ontario per mancanza di pezzi.

I camionisti stanno bloccando da giorni l’Ambassador Bridge, il più importante valico di frontiera tra Usa e Canada, dove passa circa un quarto del commercio tra i due paesi, e da oggi anche quello di Emerson, che collega Manitoba con il Nord Dakota.

Il Dipartimento per la sicurezza interna americana lancia l’allarme: i camionisti no-vax potrebbero puntare Los Angeles per paralizzare il Super Bowl, per poi dirigersi verso Washington in occasione del discorso sullo stato dell’Unione del presidente Joe Biden.

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