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Cantiere e natura vanno a braccetto

Maldive? No, canton Uri! zVg

Due piccioni con una fava: parallelamente alla costruzione di grandi opere – in particolare le gallerie di base del Lötschberg e del San Gottardo – vengono realizzati importanti interventi di compensazione ecologica.

Come tutti gli assi di comunicazione, anche le linee ferroviarie tagliano il territorio. Rispetto al passato le nuove tratte cercano tuttavia di essere il più ecocompatibili possibile: sono quindi sovente – e nel limite del possibile – realizzate in sotterranea, oppure con passaggi per la fauna selvatica.

Nel caso delle Nuove trasversali ferroviarie alpine, il più grande progetto su rotaia mai realizzato nella Confederazione, le misure di compensazione ambientale adottate sono numerose.

Durante la costruzione della galleria di base del Lötschberg, presso Mitholz nel cantone di Berna, un’area di 0,67 ettari è stata ad esempio trasformata in superficie ecologica. I risultati non si sono fatti attendere: un censimento svolto nella primavera del 2008 ha accertato la presenza sul posto di ben 76 specie di farfalle.

All’uscita sud del tunnel del Gottardo, sempre come misura di compensazione per la realizzazione della linea Alptransit, sono tra l’altro state ripristinate alcune selve castanili abbandonate nella zona di Santa Petronilla sopra Biasca: un progetto che nel 2005 ha vinto il primo premio della sezione ticinese della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio.

Ancora più a sud, nell’ambito dello scavo della galleria di base del Monte Ceneri, saranno a breve investiti 6 milioni di franchi per ripristinare con appositi collegamenti il corridoio faunistico est-ovest.

Precise disposizioni

Su quale base vengono realizzati tali progetti? Niklaus Hilty, dell’Ufficio federale dell’ambiente, spiega che «tutte le nuove costruzioni e quelle che sono oggetto di modifiche devono rispettare le direttive legali sulla protezione dell’ambiente. Inoltre, per le opere di grandi dimensioni viene eseguito un esame d’impatto ambientale: ciò permette di verificare se sono rispettate le disposizioni della Legge sulla protezione della natura e del paesaggio. Si tratta di una procedura peraltro esistente in forma analoga anche all’estero».

La legge in questione stabilisce pure: «Se, tenuto conto di tutti gli interessi, non è possibile evitare che gli interventi tecnici pregiudichino biotopi degni di protezione, chi opera l’intervento prende misure speciali onde assicurarne la migliore protezione possibile, il ripristino o una sostituzione confacente».

A questo proposito, si legge sul sito di Alptransit, lungo la tratta a cielo aperto in Ticino l’azienda ha ricreato numerosi biotopi e piazzato «innumerevoli nidi per rondini, merli d’acqua e pipistrelli».

Le proposte concrete relative alle opere di compensazione da realizzare sono presentate direttamente da chi effettua i lavori. Solitamente, precisa Fredi Lüthin del WWF, «l’impresa edile conferisce un mandato a un ufficio di consulenza ambientale, il quale identifica gli interventi auspicabili. A quel punto, il processo che conduce alla realizzazione coinvolge tutte le parti interessate: Confederazione, cantoni, comune e proprietari terrieri».

Da compensazione ad attrazione

Nel lago di Uri, vicino a Flüelen, ha visto la luce un progetto ambizioso, costato 25 milioni di franchi: utilizzando 2,6 milioni di tonnellate di materiale di scavo proveniente dalla galleria di base del San Gottardo sono state ripristinate alcune zone umide degradate dall’estrazione di ghiaia. Inoltre sono stati creati sei isolotti – tre aperti alla balneazione (con una superficie totale di circa 5’000 metri quadrati), tre destinati alla protezione della natura – in cui si sono già insediate diverse piante iscritte nelle Liste rosse e numerose specie di uccelli.

Le isole in questione sono le più “giovani” della Confederazione: aperte al pubblico nel mese di giugno del 2005, hanno fatto registrare da allora un notevole successo di pubblico presso la popolazione locale e non. Le Lorelei Inseln, raggiungibili unicamente a nuoto, sono infatti diventate persino un oggetto di promozione da parte dell’ente cantonale del turismo, che le pubblicizza lungo l’autostrada nord-sud.

Tutto bene, ma…

Dal canto loro le associazioni ambientaliste sono spesso coinvolte durante la fase di pianificazione ed esecuzione dei lavori, per controllare se le misure di compensazione ecologica sono appropriate ed eseguite a regola d’arte.

Fredi Lüthin non nasconde comunque alcune perplessità: «A volte ci chiediamo fino a che punto gli uffici di consulenza ambientale svolgono in modo davvero indipendente il loro lavoro. Non bisogna infatti dimenticare che chi assegna loro l’incarico è l’impresa di costruzione stessa, la quale – in primo luogo per motivi di costi – ha interesse a ridurre allo stretto indispensabile le misure di compensazione ecologica».

Inoltre, aggiunge, «in molti cantoni i criteri che regolano questi interventi non sono abbastanza vincolanti, ragion per cui le associazioni ambientaliste devono spesso lottare per ottenere interventi adeguati».

In ogni caso, conclude il rappresentante del WWF, «il sistema di compensazione ambientale è una buona cosa poiché consente di ridurre i danni causati alla natura. E questo, in un paese dove si costruisce tanto come la Svizzera, è importantissimo».

Negli ultimi decenni l’intensificazione dello sfruttamento del territorio e la conseguente frammentazione degli spazi vitali causata da infrastrutture di ogni tipo hanno ridotto la biodiversità, ad esempio con l’uso su vasta scala di erbicidi nei campi.

La legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio obbliga quindi i Cantoni a provvedere a una compensazione ecologica nelle regioni sfruttate intensivamente.

Per le superfici agricole, tale obbligo è consolidato dal fatto che la nuova politica agricola esige il rispetto delle prestazioni ecologiche richieste per ottenere i pagamenti diretti.

Al fine di conservare e promuovere la biodiversità viene chiesto di destinare alla compensazione ecologica almeno il 7% della superficie agricola utile.

La compensazione ecologica ha essenzialmente lo scopo di collegare biotopi isolati, favorire la varietà delle specie, ottenere un impiego del suolo il più moderato possibile e integrare elementi naturali nelle zone urbanizzate.

Fonte: Ufficio federale dell’ambiente

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