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Start-up svizzere contagiate dal virus imprenditoriale USA

swissnex vuole servire da ponte tra le aziende e le università svizzere e quelle dei paesi partner. RTS

Una volta all'anno, 20 aziende innovative svizzere sono invitate negli Stati uniti per raccogliere informazioni sulla scena locale delle start-up, le possibilità di trovare investitori e lo sviluppo aziendale e legale. Per la prima volta, oltre che a Boston, le aziende sono state accolte anche a New York.

Una sera d’estate a New York. I 20 giovani imprenditori, tra cui una donna, presentano la loro azienda dinnanzi a quattro investitori di capitale di rischio. Per loro l’obbiettivo prioritario è di essere brevi e concisi, in modo da risvegliare nel poco tempo a disposizione l’interesse dei potenziali investitori, i cosiddetti “Business Angels”. Nella sala, la loro presentazione viene seguita da un pubblico eclettico. 

Le start-up presenti sono attive soprattutto nei settori di biotecnologia, tecnologia medica, ingegneria, informatica e tecnologia ambientale.

Il campo di formazione viene organizzato da swissnexCollegamento esterno, la rete svizzera della scienza e dell’innovazione, in collaborazione con venturelabCollegamento esterno, il programma nazionale di formazione per aziende innovative di alta tecnologia, lanciato nel 2004. Ogni anno oltre un centinaio di start-up si candidano per partecipare a questo programma. 

swissnex 

Le Case svizzere per gli scambi scientifici e tecnologici “swissnex” hanno come obbiettivo di favorire la cooperazione bilaterale con altri paesi nei settori della scienza, dell’istruzione e dell’innovazione. 

A tale scopo le swissnex sono incaricate di allacciare dei contatti nelle regioni in cui si trovano, creare una fitta rete di rapporti con università, istituti di ricerca e aziende, e favorire l’accesso a istituzioni svizzere e persone interessate. 

Le swissnex sono dirette dalla Segreteria di Stato per l’educazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) del Dipartimento federale dell’economica, della formazione e della ricerca, con il sostegno del Dipartimento federale degli affari esteri e sulla base di partenariati con università, aziende e sponsor privati. 

Il primo ufficio swissnex è stato aperto nel 2000 a Boston. Hanno fatto seguito San Francisco (2003, Singapore (2004), Shanghai (2008), Bangalore (2011) e Rio de Janeiro (2014). 

Virus imprenditoriale americano 

Mentre nella regione di Boston si concentrano soprattutto le aziende che si occupano delle scienze della vita, nella metropoli finanziaria di New York si è sviluppato negli ultimi anni un polo high-tech, che attira start-up di vari settori, come i media, la moda, il design o la pubblicità, in cui vi è un forte capitale a rischio. 

Le start-upCollegamento esterno svizzere hanno grandi progetti e vogliono avere un ruolo a livello globale. Durante il loro soggiorno negli Stati Uniti cercano di acquisire delle esperienze e di stabilire dei contatti, fondamentali per i giovani imprenditori high-tech che vogliono progredire sul mercato statunitense.

“Gli imprenditori svizzeri sono a volte piuttosto modesti. Ma quando si immergono nel mondo degli affari di Boston e, da quest’anno, anche di New York, in poco tempo il ghiaccio si rompe. Vengono contagiati dal virus imprenditoriale locale”, osserva Felix Moessner, direttore di swissnex a Boston. “Ritornano in Svizzera con un spirito un po’ più votato ai rischi, come spesso è la norma da queste parti. Credo che possano imparare qualcosa di importante e di motivante negli Stati uniti”. 

Potenziale di successo 

“Il bilancio mostrato da questo gruppo d’imprenditori svizzeri sembra molto positivo. Hanno presentato un sacco di buone idee, innovative”, rileva Jason E. Klein, uno degli investitori presenti all’incontro. A suo avviso, è interessante vedere cosa ha da offrire il paese, dal punto di vista della diversità e dell’originalità. 

Naturalmente è difficile stimare dopo pochi minuti, se un’idea è effettivamente originale e fattibile. “Ma, dopo questo primo sguardo, direi che vi sono start-up molto innovative, in grado di concentrarsi su grandi iniziative e con un buon potenziale per avere successo Non ci sono dubbi”, aggiunge Jason. E Klein. 

Naturalmente, dopo pochi minuti, l’investitore non poteva ancora dire, se intendeva sostenere finanziariamente una start-up presente. “Qualcosa di simile accade solo in tv”, sottolinea Klein, ridendo. 

Come si vendono le idee? 

Per gli imprenditori si trattava anche di imparare come promuovere i loro prodotti. In base ai rilevamenti di Twitter e Facebook, Vincent Forster, fondatore e Ceo di Versantis, emerge quale vincitore di questa manifestazione. La sua start-up vuole portare sul mercato un medicinale per persone affette da un’intossicazione metabolica o un’intossicazione da farmaci. 

Un progetto che potrebbe incontrare un grande interesse negli Stati Uniti, dove è notevolmente diffuso il problema del sovradosaggio con farmaci, in particolare con analgesici oppioidi. Secondo la la Food and Drug Administration, (FDA), si tratta di una vera e propria epidemia. 

venturelab 

venturelab è stato lanciato nel 2004, quale programma nazionale di formazione per start-up innovative e di alta tecnologia. 

Da allora, su mandato della Commissione per la tecnologia e l’innovazione CTI, l’Istituto per giovani imprenditori (IGI) ha organizzato oltre 3’100 moduli di formazione, seguiti da più di 27’00 partecipanti.

Il programma di formazione negli Stati Uniti ha rappresentato negli ultimi anni un importante trampolino di lancio per molte start-up svizzere intenzionate a lanciarsi sul mercato globale. 

Stabilire contatti preziosi 

Foster traccia un bilancio positivo del suo soggiorno negli Stati uniti. “Abbiamo un fantastico gruppo, molto eterogeneo. Ed è davvero un buon programma. Ho avuto diversi incontri personali con medici e investitori, che hanno mostrato interesse per il mio progetto”. 

Oltre a trovare sponsor, per l’imprenditore sono molto importanti i contatti con la comunità medica, in quanto il suo medicinale dovrà ancora essere sottoposto a prove cliniche, solo in Svizzera, ma anche in Europa e negli Stati Uniti. 

Forster considera di aver imparato molto a livello di promozione. “Tra tutti noi, si può vedere una chiara differenza tra il primo e l’ultimo giorno. Abbiamo fatto dei progressi nelle nostre presentazioni. Si tratta di un’esperienza molto preziosa”. Una visione condivisa dagli altri partecipanti del campo di formazione. 

Altra cultura 

I corsi di promozione dei prodotti delle start-up sono considerati utili anche da Keith Gunura, un altro imprenditore svizzero. “Qui vi è una cultura molto diversa da quella molto più conservatrice che s’incontra in Svizzera, o anche nel resto dell’Europa. In Svizzera, non è usuale vantarsi per una buona idea e affermare di essere il migliore del mondo”. 

“Gli investitori ci hanno detto che dobbiamo lavorare sui nostri argomenti di vendita. Dobbiamo riuscire a far condividere i nostri sogni, a entusiasmare gli altri per le nostre idee, a suscitare un effetto di sorpresa”, osserva Gunura. 

Per gli investitori, in primo piano non figurano le cifre. “Forse possiamo sviluppare questo approccio anche in Svizzera. Anche da noi si può raccogliere un certo interesse, suscitando dapprima delle simpatie personali e riuscendo a far apprezzare il proprio entusiasmo. Di cifre si può sempre parlare in seguito”. 

Obiettivo raggiunto 

Anche Gunura loda il programma. Gli imprenditori svizzeri hanno avuto la possibilità di incontrare persone con svariate esperienze. “I colloqui sono stati molto diretti, non si è tralasciato nulla”. Un avvocato svizzero, ha illustrato il sistema legale americano, esponendo tutto in modo molto chiaro. 

Uno degli obiettivi di Gunura era di ottenere informazioni sui requisiti necessari per accedere al mercato americano, anche per quanto riguarda la regolamentazione in vigore per prodotti specifici. La sua azienda, Noonee, ha sviluppato una sedia speciale, particolarmente adatta a persone che devono stare in piedi per ore durante il lavoro, ad esempio in una catena di montaggio di una fabbrica. 

Gunura sperava inoltre di incontrare persone che avrebbero potuto agevolare un accesso della sua azienda al mercato statunitense. “E ciò è successo. Sono entrato in contatto con una società interessata al nostro prodotto, per i suoi collaboratori. Questa società si è detta interessata anche alla fabbricazione del nostro prodotto e ci ha offerto il suo sostegno”. 

Traduzione di Armando Mombelli

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