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I media svizzeri danno meno spazio alle donne che agli uomini in corsa al parlamento

Donne che escono dall aula della Camera del popolo e indossano indumenti color viola, simbolo dello sciopero femminile.
Tantissime donne politiche svizzere si sono mobilitate quest'anno per incentivare le candidature femminili alle elezioni federali del 2019. In prima linea, la presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio-Guscetti (a sin.) e la ministra Viola Amherd. © Keystone / Peter Klaunzer

Mai così tante donne si erano candidate al parlamento svizzero come alle elezioni federali del 20 ottobre 2019. Eppure, secondo uno studio dell'università di Zurigo, la loro presenza nei mass media è nettamente inferiore a quella dei contendenti maschili.

Dopo la questione climatica, l’aumento della presenza femminile nel parlamento elvetico è il tema principale della campagna per le elezioni federali di quest’anno. Non è stato solo lo sciopero nazionale delle donne del 14 giugno scorso a portare al centro dei dibattiti la problematica dell’uguaglianza di genere nelle istituzioni politiche svizzere.

Anche la campagna “Helvetia chiama!Collegamento esterno” ha dato maggiore rilievo a questo problema. Ideata e promossa congiuntamente da Alliance F, la più grande organizzazione ombrello femminile, e dal movimento Operazione Libero, questa iniziativa aveva lo scopo d’incoraggiare le donne a candidarsi alle elezioni federali del 20 ottobre.

E l’obiettivo è stato raggiunto. Le donne rappresentano il 41% di tutti i candidati in corsa alle elezioni del prossimo 20 ottobre per i 200 seggi del Consiglio nazionale (Camera del popolo). Un aumento significativo rispetto alle precedenti elezioni del 2015, quando la loro proporzione era stata del 35%.

Media svizzera roccaforte maschile

Logicamente ciò farebbe presumere un rafforzamento della presenza femminile anche nella copertura mediatica della campagna elettorale. Invece, un’analisi di politologi del Digital Democracy Lab dell’università di ZurigoCollegamento esterno ha rivelato che non è affatto così. Nella stampa e nei media online, le donne sono decisamente sottorappresentate rispetto ai candidati di sesso maschile.

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Tramite la Banca dati dei media svizzeri (SMDCollegamento esterno), i ricercatori dell’ateneo zurighese hanno esaminato tutti gli articoli sulla politica svizzera pubblicati sui giornali e sui media online dal gennaio 2019, per verificare in che proporzioni le candidate e i candidati sono stati citati in relazione al loro partito.

Risultato: la quota delle candidate nei media svizzeri è nettamente inferiore a quella delle donne sulle liste elettorali per il Consiglio nazionale. Sono meno menzionate, intervistate e presentate. Una sottorappresentazione che è particolarmente marcata per le candidate dei partiti popolare democratico (PPD) e liberale radicale (PLR).

Mentre sulle liste elettorali del PPD le donne costituiscono il 40% dei candidati al Consiglio nazionale, nei media rappresentano appena il 27% dei candidati popolari democratici citati. Per le candidate PLR, queste proporzioni sono rispettivamente del 42% sulle liste e del 30% nei media.

In altri termini, i media elvetici rafforzano così ulteriormente la sottorappresentazione femminile. Un fattore particolarmente negativo per la promozione della parità fra i generi nel parlamento svizzero, considerata l’importanza della visibilità mediatica per farsi conoscere dall’elettorato.

UDC: Unione democratica di centro (destra conservatrice)

PS: Partito socialista (sinistra)

PLR: Partito liberale radicale (destra liberale)

PPD: Partito popolare democratico (centro destra)

Verdi: Partito ecologista svizzero (sinistra)

PVL: Verdi liberali (centro)

PBD: Partito borghese democratico (centro)

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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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