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Cambiamenti climatici: la Svizzera deve essere in prima linea

Rajendra Pachauri, responsabile dell'IPCC, l'organismo dell'ONU premiato con il Nobel 2007 per la pace Reuters

La Svizzera dovrebbe mettersi alla guida dei paesi che lottano contro l'effetto serra: è l'invito lanciato martedì a Berna da Rajendra Pachauri, presidente del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC).

A questo organismo dell’ONU e all’ex vicepresidente americano Al Gore è stato attribuito la settimana scorsa il premio Nobel per la pace.

“La Svizzera è un piccolo paese, ma è un leader morale in numerose questioni internazionali”, ha sottolineato Rajendra Pachauri nel corso di una conferenza stampa tenuta nella capitale elvetica assieme al responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione Walter Fust e al direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente Bruno Oberle.

La Svizzera non figura tra i principali responsabili del surriscaldamento del pianeta. Ma tutti i paesi, anche i più piccoli, devono fornire il loro contributo nella lotta contro i cambiamenti climatici, ha aggiunto il presidente del Comitato intergovernativo dell’ONU sui cambiamenti climatici (IPCC).

“Nessun paese può ottenere carta bianca per non partecipare alla lotta globale in campo ambientale”, ha affermato Rajendra Pachauri, ricordando che la Confederazione dispone delle risorse tecnologiche e finanziarie necessarie per condurre questa lotta.

“Se teniamo conto delle spese provocate dalle catastrofi naturali, risulta evidente che costa molto meno adottare delle misure di prevenzione per evitare simili eventi”, ha dichiarato il presidente dell’IPCC a swissinfo.

Minaccia per la pace mondiale

A detta Rajendra Pachauri, i cambiamenti climatici in corso attualmente costituiscono non solo un problema ambientale, ma pure “una minaccia per la pace mondiale”. Anche le organizzazioni di aiuto allo sviluppo dovrebbero quindi dedicarsi alle questioni climatiche che colpiscono “i piu poveri tra i poveri” e sostenere progetti che permettono di ridurre le conseguenze dei cambiamenti ambientali in corso.

In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, il responsabile dell’IPCC ha sottolineato in particolare l’impatto dei cambiamenti climatici per l’agricoltura.

L’approvvigionamento alimentare è direttamente dipendente dall’evoluzione ambientale. Per salvaguardare la produzione agricola, Pachauri ha quindi invitato i paesi industrializzati, come la Svizzera, a mettere le loro moderne tecnologie a disposizione delle nazioni più povere.

A suo avviso, i prossimi 20-30 anni saranno cruciali per il futuro del pianeta: occorrerà ridurre urgentemente le emissioni di gas serra per contenere l’aumento della temperatura mondiale intorno a 2-2,4 gradi. Per fermare l’emergenza clima a questo livello bisognerà devolvere circa lo 0,12% del Prodotto interno lordo mondiale annuo.

Conseguenze drammatiche

Da parte sua Bruno Oberle ha affermato che l’attribuzione del premio Nobel per la pace all’IPCC e all’ex vicepresidente americano Al Gore dimostra come la lotta ai mutamenti climatici rientra nella politica della pace. “Siamo tutti uniti in un unico destino”, ha detto il direttore dell’UFAM.

Secondo l’IPCC, il riscaldamento del clima terrestre globale è inequivocabile, come comprovato dall’aumento della temperatura globale atmosferica ed oceanica, dallo scioglimento esteso dei ghiacciai (continentali e marini) e dall’innalzamento del livello medio dei mari.

Tra le conseguenze più drammatiche di questi cambiamenti climatici, l’organismo dell’ONU prevede ondate migratorie di milioni di persone che soffriranno sete e fame, l’estinzione del 30% delle specie animali e vegetali, la riduzione di circa il 70% dei grandi ghiacciai. Epidemie come la malaria, si estenderanno anche a zone non tropicali, mentre aumenterà il rischio di mortalità legato al caldo.

swissinfo e agenzie

Il Comitato intergovernativo dell’ONU sui cambiamenti climatici (IPCC), che ha sede a Ginevra, è stato creato nel 1988 per raccogliere informazioni e allestire degli studi sull’evoluzione del clima.

I risultati dei primi lavori dell’IPCC hanno spinto la comunità internazionale ad adottare nel 1992 la Convenzione dell’ONU sul clima e nel 1997 il Protocollo di Kyoto sulla lotta contro l’effetto serra.

In novembre l’IPCC dovrebbe presentare una nuova sintesi sull’evoluzione del clima a livello mondiale.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione finanzia programmi legati al clima in Perù, Mali e Madagascar. La Svizzera sostiene inoltre programmi multilaterali in seno all’ONU.

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