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Per alcune scuole internazionali l’epoca del boom è finita

Malgrado la crisi, i piccoli espatriati hanno ancora diverse possibilità di seguire un'educazione internazionale in Svizzera. Keystone

Uno dei campus della Zurich International School chiuderà le porte a luglio, a causa di un crollo delle iscrizioni. Il caso non è unico. Cosa si nasconde dietro alla chiusura di diversi istituti scolastici privati della Svizzera orientale, che si rivolgono soprattutto ai giovani espatriati?

Lawrence Wood, direttore della Swiss International School (SIS) di Winterthur osserva divertito un gruppo di giovani studenti scalare le funi e inseguire i palloni all’interno di una palestra. Con 112 allievi, la scuola ha segnato il record d’iscritti da quando è stata inaugurata, 14 anni fa.

Tuttavia, dopo la recente chiusura di un’altra scuola internazionale dall’altra parte della città, Wood si ritrova a dover rassicurare i genitori che l’istituto è qui per restare.

Nel primo decennio del Duemila, diverse multinazionali hanno delocalizzato in Svizzera, portando con sé forza lavoro. Questi impiegati stranieri volevano che i loro ragazzi seguissero un’educazione internazionale. Di conseguenza sono spuntati un po’ in tutto il paese diversi istituti privati rivolti proprio ai giovani espatriati.

Negli ultimi anni, però, i contratti di lavoro sono diventati meno generosi ed il clima politico ed economico più ostile. Ciò ha avuto un impatto tangibile sul mercato delle scuole internazionali della Svizzera tedesca, specialmente nelle regioni più periferiche.

Nel mese di maggio, l’International School Winterthur (ISW) ha interrotto le attività, dopo aver dichiarato fallimento. A luglio, la Zurich International School chiuderà il campus di Baden, mentre l’International School of Zug and Luzern prevede di chiudere il campus lucernese il prossimo anno.

“Non c’è dubbio: il mercato degli espatriati è difficile”, afferma Wood. “Quando queste famiglie si trasferiscono in Svizzera, bisogna fare il possibile per accaparrarsele e per tenersele strette. Non si può stare a guardare e pensare semplicemente che arriveranno da sole. Quest’epoca è ormai finita”.

Regole più severe

Nei tempi del boom, Wood era convinto che Winterthur fosse abbastanza grande da accogliere due scuole internazionali, anche se la popolazione si aggira attorno ai 100mila abitanti. La città ospita diverse multinazionali e numerose famiglie di espatriati, anche grazie alla sua vicinanza con Zurigo, capitale economica della Svizzera.

L’annuncio della chiusura della International School Winterthur è giunto come un fulmine a ciel sereno. Secondo l’istituto, il fallimento è legato a diversi fattori. In primo luogo, una diminuzione del numero di aziende disposte a pagare la totalità della retta scolastica. Un tendenza osservata anche in altri istituti internazionali in Svizzera.

Inoltre, nel 2011 il cantone Zurigo ha posto regole più severe per la frequentazione di scuole private internazionali. Secondo il quotidiano Der Landbote, nel 2013 erano 200 gli allievi iscritti alla ISW, contro gli appena cento della primavera del 2015.

Anche il contesto economico della Svizzera ha avuto un certo impatto. La crisi finanziaria del 2008, la forza del franco svizzero e l’incertezza legata al voto del 9 febbraio 2014 – che prevede l’introduzione di contingenti e tetti massimi all’immigrazione – hanno ridotto l’attrattiva della Svizzera agli occhi di alcune aziende. Ciò significa, indirettamente, un numero inferiore di potenziali studenti.

Alcune regioni sono più colpite di altre. Nei cantoni di Ginevra e Losanna, sede di molte multinazionali e di organizzazioni internazionali, le iscrizioni sono in crescita e le scuole private stanno aumentando le loro capacità. Nel 2013, ad esempio, la Gems World Academy ha aperto le porte a Etoy, nel canton Vaud.

Alla International School of Geneva, che gestisce otto scuole in tre campus, c’è una lunga lista d’attesa. L’istituto afferma di non aver mai registrato un numero così alto di domande come quest’anno.

Alunni in calo

La chiusura dell’istituto di Winterthur ha costretto genitori e studenti a trovare una soluzione d’urgenza per terminare l’anno scolastico. La International School of Schaffausen ha aperto le porte a 30 allievi, la metà dei quali potrà rimanere anche il prossimo anno.

Inaugurato nel 1999, l’istituto di Sciaffusa figura tra gli ultimi arrivati sul mercato e deve far fronte alla concorrenza di importanti collegi della regione di Zurigo. Quest’anno ha registrato 270 iscrizioni. L’apertura agli studenti di Winterthur rappresenta anche un’occasione per dimostrare ciò che ha da offrire.

“Da un giorno all’altro abbiamo dovuto gestire un numero maggiore di allievi”, afferma Gundula Kohlaas, responsabile dell’istituto. “I primi giorni non avevamo sedie sufficienti e abbiamo dovuto ordinare nuovi banchi. Ma sono convinta che fosse importante per gli allievi poter continuare il percorso scolastico senza interruzioni”.

A Baden, una cittadina nei pressi di Zurigo particolarmente popolare tra gli espatriati, i genitori hanno avuto più tempo per prepararsi alla chiusura del campus. La Zurich International School, attiva nel settore da oltre 50 anni, aveva aperto questa scuola nel 2007, quando le prospettive economiche nella regione sembravano più promettenti.

“Nel primo decennio del 2000, c’è stato un boom della globalizzazione”, afferma Urte Sabelus, portavoce dell’istituto. “All’epoca molte aziende si sono trasferite in Svizzera e con esse anche molte famiglie”. La situazione economica può però evolvere rapidamente, dice Sabelus, e le scuole devono dar prova di flessibilità.

Il campus di Baden ha registrato un picco di 150 studenti, divisi in dieci classi. Un numero ritenuto insufficiente per coprire i costi. L’annuncio della Alstom, tra i più importanti datori di lavoro della regione, di vendere le attività energetiche alla General Electric ha inoltre gettato un’ombra sulle prospettive di crescita, afferma la direzione.

Agli allievi di Baden è stata data la possibilità di trasferirsi in uno dei quattro campus di Zurigo, dove sono attualmente iscritti 1’500 ragazzi e ragazze.

Svizzera attrattiva

Anche l’International School of Zug and Luzern (ISZL) ha deciso di chiudere entro giugno 2016 il campus di Lucerna, che conta 80 studenti. Gli sforzi si concentreranno sull’istituto di Zugo e i suoi 750 allievi.

L’ISZL, che si rivolge esclusivamente alle famiglie di espatriati, aveva aperto il campus lucernese nel 2006. L’apice delle attività era stato raggiunto nel 2013 con poco più di cento studenti. “In passato abbiamo conosciuto un periodo di rapida crescita, ma credo che ora il mercato si sia stabilizzato”, afferma Laura Schoepfer, portavoce dell’ISZL. “La Svizzera continua comunque ad essere molto attrattiva per le multinazionali”, prosegue Schoepfer, che si dice comunque ottimista sul futuro del campus di Zugo, che intende ampliare la sua offerta con un nuovo centro sportivo.

Anche a Winterthur, la Swiss International School è ottimista. L’istituto offre un’educazione bilingue tedesco-inglese, una caratteristica che le permette di distinguersi dalla concorrenza, secondo Ursula Gehbauer, amministratrice delegata della SIS, che dal 1999 ha costruito una rete di 16 scuole in Svizzera, Germania e Brasile.

Puntando sul bilinguismo, la SIS è riuscita a sfuggire alle nuove regolamentazioni imposte dal cantone Zurigo. E anche i genitori sembrano apprezzare questa scelta, che permette ai ragazzi di sviluppare le competenze necessarie per seguire, più tardi, una formazione in tedesco. 

Nel 1998 il cantone Zurigo aveva deciso di autorizzare l’iscrizione dei bambini in una scuola privata internazionale, senza condizioni. Un numero crescente di famiglie aveva optato per questa possibilità, con l’obiettivo di permettere un miglior apprendimento della lingua inglese.

Questa evoluzione ha però spinto il dipartimento dell’educazione ad intervenire. Nel 2011 ha stabilito che l’iscrizione a scuole internazionali è autorizzata unicamente a certe condizioni:

  • Se i genitori risiedono solo temporaneamente nel canton Zurigo;
  • Se i genitori possono dimostrare l’intenzione di trasferire il domicilio in un paese dove si parla una lingua diversa dal tedesco
  • Se l’allievo ha iniziato il suo percorso scolastico in un paese non germanofono.

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