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Caccia ai contrabbandieri

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Alla frontiera il contrabbando prosegue alacremente: oro, olio da riscaldamento, droghe, medicamenti e altro ancora. Il traffico illegale di merci ha una lunga tradizione. Il Museo delle dogane di Gandria, in Ticino, si preoccupa di conservarne la memoria.

Con l’ingresso della Svizzera nello Spazio di Schengen, i controlli d’identità alla frontiera non saranno più sistematici (del resto non lo sono più da tempo), ma si continuerà a controllare il flusso di merci. Le dogane e le guardie di confine continueranno ad avere il loro bel da fare.

Solo nei mesi scorsi, alla frontiera tra Ticino e Italia sono stati nuovamente sequestrati grandi quantitativi di merci non dichiarate. Al valico di Chiasso-Brogeda sono stati scoperti per esempio lingotti d’oro per un peso complessivo di 53 chilogrammi.

Anche grandi quantità di oro nero attraversano illegalmente il confine. Le differenze di prezzo tra Svizzera e Italia rendono redditizio il contrabbando di olio da riscaldamento dal Ticino verso la Lombardia e il Piemonte.

Una caserma solitaria

La lunga tradizione del contrabbando e della sua repressione da parte delle autorità doganali è documentata dal Museo doganale svizzero di Gandria. Il piccolo museo si trova sulla riva meridionale del lago di Lugano, in una località chiamata Cantine di Gandria.

L’ex caserma delle guardie di confine può essere raggiunta solo con il battello o a piedi. L’isolamento dell’edificio trasmette un po’ della solitudine che dovevano provare le guardie di confine in servizio da queste parti.

Nel museo e nel giardino circostante pochi oggetti e tavole informative spiegano i compiti della dogana e delle guardie di confine e illustrano la realtà del contrabbando. Nel piano terra i locali dove un tempo vivevano le guardie di confine sono ricostruiti fedelmente. Il titolo ” topi e pidocchi” rende l’idea di quali dovessero essere le condizioni di vita nella caserma.

Rimanere vigili

Tra gli oggetti esposti ci sono valige, borse, tacchi con il doppio fondo o altri accorgimenti per occultare la merce di contrabbando. «In oggetti apparentemente innocui, i corrieri nascondevano merce di contrabbando», si legge in una didascalia.

Soprattutto nel contrabbando di droga, la fantasia sembra non avere limiti. Gli stupefacenti sono nascosti in scarpe, vestiti, bagagli, sono ingoiati sotto forma di capsule, sono occultati negli oggetti più disparati. Alla frontiera è già stata sequestrata cocaina nascosta in mazze da golf.

I doganieri devono sempre essere vigili. Nel museo è citato il caso di un camion cisterna che alla frontiera di Basilea aveva dichiarato di trasportare olio da riscaldamento invece di carburante. Se la bugia non fosse stata scoperta, il commerciante avrebbe risparmiato 20’000 franchi di tasse, perché l’olio combustibile è tassato meno del carburante.

Tra arte e cianfrusaglie

Il lavoro del doganiere richiede molta sensibilità e attenzione. Per esempio rispetto al traffico di oggetti artistici. Non sempre è facile distinguere un oggetto di valore artistico dalla semplice cianfrusaglia. Spesso occorre l’occhio di un esperto per capire se un vaso è un prezioso reperto archeologico o un semplice souvenir comprato per pochi soldi.

Il rischio è che si tratti di beni culturali sottratti illegalmente al loro paese d’origine. Accanto agli Stati Uniti, all’Inghilterra e alla Francia, la Svizzera è una dei principali mercati d’arte del mondo.

Che si tratti di generi alimentari, borsette di marca taroccate o sigarette: per quasi tutte le merci esistono tentativi di importarle o esportarle illegalmente. «Si falsifica tutto quanto vale la pena falsificare, soprattutto articoli di lusso di grandi marche: vestiti, scarpe, orologi», si legge su una delle tavole informative.

E che succede con gli orologi di marca falsificati confiscati alla frontiera? Semplice, vengono distrutti.


swissinfo, Gerhard Lob, Gandria
(traduzione dal tedesco e adattamento: Andrea Tognina)

Dal 1978 il Museo doganale svizzero appartiene al Museo nazionale svizzero, la cui sede principale è a Zurigo. È posto sotto la responsabilità dell’Ufficio federale della cultura, ma è finanziato soprattutto dalla Direzione generale delle dogane.

Il Museo è aperto generalmente dalla domenica delle palme fino a metà ottobre, dalle 13.30 alle 17.30 e può essere raggiunto con il battello da Lugano.

Anche in Italia esistono dei musei del contrabbando. A differenza del Museo doganale di Gandria, le piccole collezioni in Italia mettono in risalto piuttosto gli aspetti storici del contrabbando ‘tradizionale’ di riso, caffè e sigarette.

Un museo si trova a Erbonne, una piccola frazione di San Fedele Intelvi (Como), un altro a Macugnaga, a poca distanza da Domodossola.

La frontiera svizzera è lunga complessivamente 1881,8 km. Il confine con l’Italia misura 741,3 km. Con la Francia la Svizzera condivide 571,8 km di frontiera, la Germania 362,5 km, l’Austria 165,1 km e il Liechtenstein 41,1 km.

Nel giardino del Museo doganale di Gandria sono riuniti i più bei cippi confinari di tutta la Svizzera.

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