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C’è una seconda pandemia, è quella social, dice storico medicina

Per Flurin Condrau anche gli scandali medici non aiutano a creare fiducia. KEYSTONE/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Non esiste solo la pandemia di Covid, c’è anche quella dei media sociali: ne è convinto Flurin Condrau, professore di storia della medicina all’Università di Zurigo, che auspicherebbe anche una mano più ferma da parte del Consiglio federale.

“Oggi abbiamo anche una pandemia di social media”, afferma Condrau in un’intervista pubblicata dal Tages-Anzeiger. “Joe Biden ha persino detto che Facebook è responsabile della morte delle persone. Per me, questo è andare troppo lontano. Ma una cosa è certa: se ti informi tramite i social media vivi in una bolla che può anche rafforzarti in opinioni scientificamente sbagliate”.

Non si può comunque attribuire tutta la responsabilità a Facebook. “Hanno un ruolo per esempio anche i numerosi scandali ospedalieri degli ultimi tempi. Non importa quale sia stato lo sfondo e di chi sia la colpa: l’immagine di chirurghi avidi, di studi scientifici abbelliti o delle ricerche che mancavano sulla questione della mascherina ha un effetto fortemente distruttivo sulla fiducia”.

Per Condrau si può anche imparare dal passato, o meglio da come la Svizzera ha reagito in guerra. “La difesa nazionale non è stata lasciata ai cantoni e il Consiglio federale non ha permesso che i gruppi di interesse dettassero la linea d’azione”.

A suo avviso il problema è di fondo. “La crisi del coronavirus in realtà non è mai stata affrontata come una vera sfida nazionale, che avrebbe davvero richiesto una leadership centrale”, argomenta l’esperto. “Si potrebbe forse anche dire che la crisi di Covid riveli un problema di leadership tipicamente svizzero. E non perché le persone al vertice stiano facendo un cattivo lavoro, ma perché la Svizzera fondamentalmente non sa se vuole lasciare il processo decisionale al Consiglio federale o se lo voglia affidare allo Stammtisch, al tavolo del bar. In una pandemia, il Consiglio federale deve prendere l’iniziativa e spiegare ai cittadini esattamente perché sta facendo qualcosa che altrimenti farebbe solo in caso di guerra”.

Condrau mette anche in guardia dal considerare l’epidemia finita perché al momento in Svizzera il numero dei casi è accettabile. “Attualmente raddoppiano ogni settimana: qualunque scolaretto può capire dove questo porti. E ciò non è un bene, perché il virus continua a mutare e l’alfabeto greco ha ancora molte lettere dopo la Delta. Al virus non importa a quale partito appartieni e se stai per andare in vacanza o no. Mi sembra quindi un po’ troppo presto per annunciare la fine della pandemia”.

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