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Burkina Faso, attacco jihadista all’ambasciata francese

Ouagadougou sotto attacco KEYSTONE/AP/LUDIVINE LANIEPCE sda-ats

(Keystone-ATS) Il terrorismo jihadista ha colpito la capitale del Burkina Faso compiendo una strage con un duplice attacco all’ambasciata di Francia e al quartier generale delle Forze armate dell’impoverito Stato africano del Sahel.

In serata il bilancio ufficiale dell’attacco a Ouagadougou era di sette uomini delle forze di sicurezza uccisi e otto terroristi abbattuti, ma fonti francesi hanno segnalato “una trentina” di vittime.

I feriti sono almeno 90, diversi gravi, il che spiega in parte l’oscillare delle cifre sul bagno di sangue causato dall’attacco – per ora non rivendicato – ma sferrato da un commando di almeno dieci terroristi, secondo quanto riferito dal sindaco della capitale Armand Béouindé.

Secondo le testimonianze, cinque terroristi su un pickup sono arrivati verso le 10 davanti all’ambasciata francese e – dopo aver urlato “Allahu Akbar” – hanno cominciato a sparare anche sui passanti. Le guardie a protezione dell’ambasciata hanno risposto al fuoco, uccidendoli. Un altro attacco è stato portato a circa un chilometro di distanza, al quartier generale delle forze armate vicino al quale c’è l’Istituto culturale francese, anch’esso preso di mira come confermato dal governo burkinabé.

Alla sede dello stato maggiore, secondo una fonte ufficiale del governo, sono stati abbattuti tre terroristi, arrivati anche in questo caso su un pickup. Si è trattato quasi di una battaglia: per ore, fino ad oltre le 13, si sono uditi colpi di arma da fuoco, esplosioni e sul quartier generale si è levata una densa colonna di fumo. Il numero di feriti, di cui in serata non era chiaro quanti fossero civili, ha costretto le autorità ad allestire cinque centri di emergenza tra cui un ospedale da campo nello stadio municipale.

Il Burkina Faso, Stato fra i più poveri al mondo ed ex colonia francese, confina con il Mali alle prese col jihadismo ed era stato già stato colpito da terroristi islamici che avevano causato un’ottantina di vittime dal 2015. Nell’agosto scorso un attacco a un ristorante aveva causato 18 morti e 22 feriti. Nel gennaio 2016 nella capitale burkinabé vi era stato un attacco portato da tre giovani terroristi di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) contro il bar “Cappuccino” e l’Hotel “Splendid”, in cui erano morte 30 persone.

Il Mali è patria di un predicatore, Ibrahim Malam Dicko, che ha rivendicato attacchi a militari e civili attraverso la sua organizzazione, Ansarul Islam. I due Stati, assieme a Niger, Mauritania e Ciad, fanno parte della forza G5 Sahel allestita su impulso francese proprio per combattere il terrorismo islamico. Il contingente punta ad avere 5000 uomini entro il mese prossimo ma di recente erano stati segnalati ritardi su vari fronti.

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