Prospettive svizzere in 10 lingue

Bucalettere o buca delle lettere?

Cellulare o Natel?

L'italiano non si parla solo in Italia. La lingua di Dante è una delle 4 lingue nazionali svizzere.

Un idioma ricco di interessanti regionalismi che Ettore Vitale ha raccolto in un lessico. L’editore italiano Zanichelli ne ha ripreso 40 “elvetismi”.

La signora C., segretaria di redazione in un’importante testata della Svizzera italiana, é davvero cortese. E per telefono mi spiega come raggiungere il luogo in cui ho appuntamento per un colloquio di lavoro.

Sono cresciuta a Roma e mi sono trasferita a nord delle Alpi da poco, immigrata per amore. Dice: “Prenda l’autopostale”. Io resto di sasso: auto-che? Evidentemente, un mezzo di trasporto.

Ma quale? Mi aggiro a lungo per una Lugano assolata, alla ricerca del misterioso mezzo di locomozione: incappo per caso in un enorme capolinea giallo, eppure non lo riconosco. Perché in Italia non esistono servizi di trasporto gestiti dalle Poste. E tantomeno, dunque, la parola “autopostale”.

L’italiano della Svizzera

Ma che lingua parlano gli svizzeri italiani? Il sospetto della differenza si insinua quando sento dire bucalettere (buca delle lettere), emissione (trasmissione televisiva), riservazione (prenotazione).

Non comprendo, quando il poliziotto mi chiede come mai sulla mia macchina non ci sia la vignetta: un fumetto, un cartone animato, ma dico sta scherzando? Parlo il francese e comincio a masticare il tedesco: se uno svizzero mi risponde volentieri, mi viene in mente “gern”. Quando dice Buon-app, bon appetit.

Le scritte cubitali fuori dalla Migros recitano azione: azione quotata in borsa? No, un’offerta speciale (in tedesco: Aktion). E’ che gli svizzeri sono beneducati, mi ripeto, e per questo dicono “si annunci in portineria”, usando un verbo che dalle mie parti é riservato a papi, sante e teste coronate.

Una sera a cena fuori, la vicenda s’è fatta seria: “Ti faccio un telefono domani”, mi fa Pepi, ticinese delle Valli. Il suo fidanzato intanto si mette a contestare il cameriere: “Me la fa fare questa comanda o no?”.

Rimango basita: a casa mia, il verbo comandare é imperativo militare. E mi trilla un campanello nelle orecchie, quando Pepi chiede “Dimmi cosa hai bisogno”: si dice Dimmi di cosa hai bisogno! Oppure no?

Attenzione agli “elvetismi”

Finalmente un giorno, navigando nella Rete, ho scoperto che é tutto vero: l’italiano e il ticinese sono lingue sorelle, ma certo non gemelle. Il regalo me l’ha fatto Ettore Vitale, cinquant’anni, di mestiere informatico in banca, appassionato da sempre di etimologia e lessicologia. Quasi per gioco sei anni fa ha cominciato a prendere nota delle espressioni che suonavano strane al suo orecchio di romano.

Ha preso a raccogliere segnalazioni dagli amici e a scrutare con intenzione i media ticinesi. Il risultato é un repertorio affascinante dell’italofonia elvetica: un lavoro apprezzato dall’editore Zanichelli, che ne ha ricavato 40 “elvetismi” che da quest’anno sono entrati nel più prestigioso vocabolario della lingua italiana.

Il Lessico di Vitale scioglie le mie ambasce e mi fa scoprire altri rebus in cui la parola riflette il costume: entro le sette in Italia vuol dire prima che scocchino le otto. In Ticino, con giusto senso della puntualità, prima delle sette.

Ma con le differenze culturali tocca stare attenti: se a Napoli dici a un mariuolo che é veloce “come una lettera alla posta”, si sentirà offeso. Se a un commerciante parli di prezzo brutto, rischi che la prenda sul personale: il prezzo é lordo, oppure netto ed una cosa brutta, di solito, non piace.

“Confondere il burro con la ferrovia”

Nel catalogo di Vitale ci sono decine di chicche esilaranti: in Ticino si “scende dal mirtillo (in Italia si cade dalle nuvole o, al limite, dal pero). Lo svizzerissimo “confondere il burro con la ferrovia” é intraducibile in italiano.

E nella penisola sarebbe blasfemo “il santo non vale la candela”: nel cattolico belpaese si parla di gioco, perché per definizione un santo vale tutte le candele. Attorno a questi divertissements a Natale arriva il libro, fra il serio e il faceto, che Vitale sta scrivendo a quattro mani con Sergio Savoia.

Ma le perle vere, giusto orgoglio del ricercatore, sono i lemmi in disuso nell’italiano contemporaneo, che quasi per magia la Svizzera preserva dall’oblio. E incredibilmente, usa nella vita quotidiana. Ecco allora concernere e medicamento, ministra ed il romantico torpedone.

“Faccia attenzione”, mi ammonisce Vitale,”l’elvetismo é una malattia contagiosa”. Ed in effetti ora che sono sposata con uno svizzero (tedesco, che mi dicono in Ticino chiamarsi, a spregio, “zucchino” – e mi astengo dal chiedere perché), mi sorprendo a dire: “il mio numero di Natel”. La mia mamma mi scruta perplessa: in italiano, si dice cellulare.

Serena Tinari

Sono entrate nel dizionario Zingarelli le espressioni elvetiche:

Autopostale (autobus regionale delle Poste federali)

Azione: offerta speciale

Fuoco: nucleo familiare

Natel: telefono cellulare

Vignetta: contrassegno autostradale

– L’italiano è parlato in Svizzera da circa un milione di persone.
– Nell’ultimo censimento, l’italiano ha accusato una perdita dell’1%.
– Parlano l’italiano 57 milioni di persone nel mondo.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR