Combattere l’orrore con la cultura
Un anno fa Bruxelles fu lacerata da due attentati suicidi all’aeroporto e alla metropolitana, che fecero 32 morti e oltre 300 feriti. Oggi c’è chi prova a costruire con la cultura quello che la violenza vorrebbe distruggere.
Questo contenuto è stato pubblicato il 21 marzo 2017 - 22:19Alla stazione della metropolitana di Maalbeek è tornata la normalità. La vita continua, anche se il ricordo di quel 22 marzo di un anno fa è ancora molto vivo e le misure di sicurezza sono tuttora imponenti.
Un anniversario che alcuni cercano di trasformare anche in un’occasione per conoscersi meglio e per riconciliarsi. L’orchestra nazionale belga suonerà con la Syrian Exxpat Philarmonic Orchestra, composta di siriani in esilio e fondata l’anno scorso in Germania e che si è esibita in varie città europee, tra cui Berna.
“Suonando in questa triste occasione possiamo dire con la musica alla gente: quello che è successo un anno fa, non è quello che siamo, non siamo noi”, afferma ai microfoni di Tomas Miglierina Raed Jaybeh, fondatore dell’orchestra.
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