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Brienz è ormai deserta e aspetta di conoscere il proprio destino

vista aerea su Brienz
© Keystone / Gian Ehrenzeller

L'ottantina di persone che ancora risiedevano nel paesino ai piedi della montagna nei Grigioni hanno lasciato le proprie case. Una partenza colma di commozione e incognite: il villaggio sopravviverà alla minaccia rocciosa? 

Sono stati giorni molto intensi, quelli appena trascorsi, per gli abitanti e le abitanti del paesino di Brienz, nel Canton Grigioni. Sono poco più di un’ottantina le persone che, entro oggi, hanno dovuto dire addio alle proprie abitazioni, portandosi via l’indispensabile. E quando si rinuncia alla propria casa – con tutto il senso pratico, e non, che la parola casa può evocare –, be’ inevitabilmente si rinuncia anche ad oggetti, profumi, spazi e luoghi che custodiscono e rispolverano i ricordi di una vita. 

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L’evacuazione delle 85 persone che ancora erano rimaste ad abitare Brienz è stata inevitabile: il rischio che l’amata montagna che sovrasta il villaggio lo seppellisse è troppo alto.  

“Volevo venire ancora una volta a salutare la casa dei miei genitori. Non sappiamo se tra qualche giorno la nostra Brienz esisterà ancora”, ha detto mercoledì all’agenzia stampa elvetica Anna Bergamin, cresciuta in questo paese di montagna, ma che da qualche tempo si è trasferita a fondovalle. Dire addio è stato molto difficile per lei, ha spiegato senza nascondere la commozione. Mai si sarebbe immaginata che il villaggio, un giorno, sarebbe stato abbandonato in questa maniera. 

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L’atmosfera intrisa di emotività ha come cornice quello che sembra un quadro da estetica del sublime. Il rumore della pioggia fa da sfondo a quello della caduta di massi, diventata ormai regolare negli ultimi giorni. Le precipitazioni hanno infatti accelerato i cedimenti del terreno. La montagna, a tratti, tuona. Tanto che sembra parlare. Avvertire la popolazione del pericolo imminente. 

La situazione è peggiorata

“Nelle ultime settimane la caduta di pietre è diventata molto più intensa”, aveva dichiarato il responsabile della comunicazione del comune Christian Gartmann alla vigilia dell’evacuazione. Attualmente le autorità prevedono che i residenti e le residenti non potranno accedere alle loro abitazioni per diverse settimane, forse addirittura mesi. 

“Originariamente era previsto che da sabato i residenti potessero rientrare in paese in determinati momenti durante il giorno. Questa possibilità non è più data. Brienz non potrà più essere raggiunta dalle 18 di oggi fino a nuovo avviso”, indica una nota odierna dello stato maggiore di condotta del Comune di Albula/Alvra, di cui Brienz è frazione. Solo quando i geologi daranno il via libera e la montagna si sarà “scaricata”, le persone eventualmente potranno farvi ritorno. 

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Intorno all’area dello scoscendimento, l’Ufficio federale dell’aviazione civile ha istituito una zona di interdizione al volo che si estende dal suolo fino a un’altitudine di 3’050 metri e ha un raggio di circa 3,5 chilometri. Il divieto di volo, che si applica anche ai droni, serve a garantire le operazioni delle forze di intervento. 

Non sono solo le persone a doversene andare

Circondata dai suoi tre bambini, un’altra abitante di Brienz ha raccontato mercoledì ai microfoni della RTSCollegamento esterno che le loro valigie sono pronte e i figli non dovranno cambiare scuola, visto che la famiglia ha trovato una sistemazione non lontano. Non vale però lo stesso per i loro animali, ai quali, a due giorni dal termine ultimo per l’evacuazione (fissato alle ore 18 di oggi, venerdì 12 maggio), dovevano ancora assicurare un rifugio. Il divieto di accesso al territorio riguarda infatti anche animali da compagnia e di reddito. 

Maiali, porcellini d’india, conigli, uccelli… nel tentativo di trovare una sistemazione per tutti, spiega la donna, la famiglia si è affidata alla condivisione sui social media. “Lasciare la propria casa è ancora una cosa sopportabile in confronto alla separazione forzata dai nostri animali”. 

Quando vivi in una zona pericolante, racconta una coppia più anziana, ti abitui agli allarmi e sei portato a pensare che la situazione, in fondo, non sia poi così grave. Quello che è stato per decenni un timore aleggiante nella retorica è però diventato realtà. Sarà il tempo – quantificabile in giorni oppure in settimane, non si sa – a dire se le case di Brienz supereranno indenni questo momento o se la montagna, con i suoi due milioni di metri cubi di roccia sul punto di crollare, seppellirà le abitazioni, i cimeli e forse parte dei ricordi dei suoi abitanti e delle sue abitanti. 


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