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Bocciata l’iniziativa «per naturalizzazioni democratiche»

Nel dibattito sull naturalizzazioni si scontrano diritti democratici e Stato di diritto Keystone

La Camera bassa del parlamento svizzero ha respinto l'iniziativa dell'Unione democratica di centro (UDC) che chiede di autorizzare di nuovo le naturalizzazioni attraverso le urne.

I deputati hanno però stimato che il testo non viola le convenzioni internazionali siglate dalla Svizzera. L’ultima parola spetterà perciò al popolo.

Dopo un dibattito durato cinque ore, la Camera bassa (Consiglio nazionale) si è opposta all’iniziativa dell’UDC con 117 contro 63, sconfessando così la sua commissione politica, che grazie al voto di alcuni deputati liberali-radicali e democristiani si era invece espressa a favore, seppure di misura.

Sì alla revisione decisa dalla Camera alta

In compenso, il plenum è entrato in materia con 103 voti contro 74 sulla revisione del diritto di cittadinanza già approvata dalla Camera alta (Consiglio degli Stati).

La revisione cerca di conciliare diritti democratici e Stato di diritto, continuando a permettere il voto popolare sulle naturalizzazioni, ma vincolandolo ad una motivazione scritta delle decisioni negative, che permetta di inoltrare un ricorso.

Le origini del dibattito su diritti democratici e naturalizzazioni risalgono a due decisioni del Tribunale federale del 2003.

La corte suprema aveva allora cancellato alcune decisioni di naturalizzazione negative nel comune lucernese di Emmen, considerandole discriminatorie, e aveva definito il ricorso alle urne, in riferimento ad un caso zurighese, anti-costituzionale.

Un dibattito acceso

«La concessione della cittadinanza è sempre stata una questione politica fino a quando il Tribunale federale ha rotto questa tradizione radicata», ha affermato nel corso del dibattito in Consiglio nazionale il presidente dell’UDC Ueli Maurer

Togliendo ai comuni il diritto di scegliere l’organo preposto alle naturalizzazioni, «si rimette in questione la sovranità del popolo», ha aggiunto ancora Maurer

«La naturalizzazione è certamente un atto politico, ma deve esercitarsi nelle regole di uno Stato di diritto che escludono pratiche arbitrarie e discriminatorie», hanno risposto la deputata democristiana Thérèse Meyer e il liberale-radicale Kurt Fluri.

«Quando un candidato alla cittadinanza è bocciato soltanto a causa del suo nome o del suo aspetto fisico, ci si trova chiaramente di fronte a una decisione arbitraria e discriminatoria», ha sottolineato Meyer.

Iniziativa contraria al diritto internazionale?

Gli oratori socialisti e verdi sono andati oltre, chiedendo al plenum di dichiarare nulla l’iniziativa popolare, dato che secondo loro non è conforme al diritto internazionale. «Quando si sa in anticipo che un testo – com’è il caso in questo fragente – non potrà essere applicato, occorre dichiararlo non valido», ha sostenuto il verde Louis Schelbert.

Tuttavia, la richiesta dello schieramento rosso-verde è stata respinta dal Consiglio nazionale con 132 voti contro 49. Secondo il ministro della giustizia Christoph Blocher, l’iniziativa è in contrasto con alcuni accordi, ma non con il diritto internazionale. L’iniziativa sarà dunque sottoposta al voto popolare.

swissinfo e agenzie

In alcuni comuni della Svizzera tedesca – in particolare ad Emmen, nel canton Lucerna – per alcuni anni sono stati i cittadini ad esprimersi sulle domande di naturalizzazione.

Questa procedura ha suscitato numerose critiche, in particolare per il fatto che la maggior parte dei candidati alla naturalizzazione con un cognome di origine balcanica si vedeva sistematicamente rifiutare la richiesta.

Nel luglio del 2003, il Tribunale federale (la Corte suprema svizzera) ha stabilito che questa pratica è anticostituzionale, poiché viola il divieto di discriminazione e non rispetta l’obbligo di motivare un rifiuto.

Per opporsi a questa decisione, l’Unione democratica di centro ha lanciato un’iniziativa che chiede di lasciare la scelta della procedura ai comuni.

Chi vuole essere naturalizzato deve aver passato almeno 12 anni in Svizzera e deve dimostrarsi ben integrato. Gli anni trascorsi in Svizzera tra il 10° e il 20° anno di età contano doppio.

La procedura è di competenza cantonale e comunale. Esistono dunque importanti differenze da un comune all’altro.

Nel 2004, il popolo svizzero ha rifiutato la concessione semplificata della cittadinanza agli stranieri di seconda o terza generazione.

Nel 2006 in Svizzera sono state naturalizzate 47’607 persone.

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