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Berna trattò con l’OLP

Secondo Marcel Gyr l'ex consigliere federale Pierre Graber si accordò con l'organizzazione palestinese nel settembre del 1970 per il rilascio di alcuni terroristi in cambio della liberazione di ostaggi su un volo della Swissair

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La Svizzera, per iniziativa dall’allora consigliere federale Pierre Graber, avrebbe concluso un accordo con l’OLP, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, nel settembre del 1970, in vista del rilascio di 400 ostaggi sequestrati su un velivolo della Swissair e su altri due apparecchi bloccati nel deserto giordano. E’ la tesi contenuta nel libro di Marcel Gyr, giornalista della Neue Zürcher Zeitung, presentato mercoledì.

L’intesa sarebbe stata raggiunta durante un incontro segreto organizzato a Ginevra da Jean Ziegler e avrebbe previsto il rilascio dei prigionieri in cambio della scarcerazione dei terroristi che il 18 febbraio 1969 attaccarono un aereo dell’israeliana El Al che stava decollando da Kloten, azione che costò la vita al pilota e a uno degli estremisti, i cui tre compagni furono arrestati e condannati a 12 anni di reclusione.

Vi sarebbero inoltre state ricadute sull’inchiesta per quello che l’autore definisce il più grave atto criminale della storia recente della Svizzera, ovvero l’esplosione della bomba che il 21 febbraio 1970 provocò lo schianto nel canton Argovia di un jet della compagnia di bandiera elvetica e la morte di tutte le 47 persone a bordo. Il pacco bomba, spedito da Monaco, era destinato a un velivolo della El-Al, che però era in ritardo. Per quell’attentato nessuno è mai stato chiamato in giudizio.

Ma Sacha Zala, direttore dei Documenti Diplomatici Svizzeri raggiunto dal TG, ritiene che non vi sia alcuna traccia concreta che provi l’esistenza di questo accordo segreto e in definitiva quanto pubblicato oggi dalla NZZ non sorprende e non stravolge la lettura storica dell’epoca.

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Scettico Sacha Zala (Archivio documenti diplomatici)

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