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Berna sconsiglia i viaggi in Ucraina

nave da guerra davanti a un porto
Sabato la marina russa (nell'immagine una sua nave davanti a Sebastopoli) ha dato il via a importanti manovre militare nel Mar Nero. Russian Defense Ministry Press Service

In un contesto di crescenti tensioni ai confini ucraini, la Svizzera per ora non chiede ai suoi cittadini di lasciare il Paese, ma si limita a modificare i suoi consigli di viaggio. Intanto, Joe Biden e Vladimir Putin hanno avuto uno scambio telefonico che non ha però permesso di uscire dall'impasse.

Contrariamente ad altri Stati occidentali (in particolare USA, Gran Bretagna, Germania, Danimarca o Paesi Bassi), la Confederazione non ha per ora esortato gli svizzeri e le svizzere che si trovano in Ucraina a lasciare il Paese. Inoltre, Berna non intende procedere almeno per il momento al rimpatrio del suo personale diplomatico. Una misura, questa, presa sabato dagli Stati Uniti, che hanno ordinato a quasi tutto lo staff dell’ambasciata di lasciare subito il Paese.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha però modificato i suoi consigli di viaggio, raccomandando di evitare di recarsi in Ucraina, a meno che si tratti di viaggi urgenti.

La Svizzera è preoccupata per l’aumento delle tensioni ai confini ucraini come anche di un’eventuale escalation militare, ha indicato un portavoce del DFAE all’agenzia stampa Keystone-ATS. Tuttavia, un consiglio agli svizzeri e alle svizzere di lasciare il Paese è al momento prematuro. La situazione viene comunque monitorata costantemente e in caso di cambiamenti a livello di sicurezza, vengono anche adeguati i consigli di viaggio del DFAE.

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Colloquio Biden-Putin

Per cercare di calmare i venti di guerra che soffiano sempre più impetuosi nella regione, nelle ultime ore le diplomazie dei due campi stanno moltiplicando i colloqui telefonici.

Vladimir Putin ha dapprima avuto uno scambio con il suo omologo francese Emanuel Macron e in seguito con Joe Biden.

Stando a quanto comunicato dalla Casa Bianca, il presidente americano “è stato chiaro” con l’inquilino del Cremlino, dicendogli che se la Russia dovesse invadere l’Ucraina gli Stati Uniti e gli alleati risponderanno in modo “deciso” e imporranno “costi severi” a Mosca. Biden ha aggiunto che gli Stati Uniti “restano impegnati nella diplomazia ma sono pronti, con gli alleati e i partner, anche ad altri scenari”. Mosca, dal canto suo, continua a negare di avere piani di aggressione.

La telefonata, durata poco più di un’ora, non ha però permesso di modificare fondamentalmente la dinamica che si osserva da alcune settimane, ha precisato un funzionario della Casa Bianca.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva in precedenza già parlato con il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov. “È un momento cruciale”, aveva avvertito Blinken, precisando di avere indicato al suo omologo che la strada diplomatica per risolvere la crisi rimane aperta, ma che Mosca dovrà lanciare segnali di una “de-escalation”. Lavrov aveva invece tenuto a sottolineare che “la campagna di propaganda lanciata dagli Stati Uniti persegue obiettivi provocatori”.

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L’allarme di Washington

Venerdì gli Stati Uniti avevano avvertito che la Russia potrebbe invadere l’Ucraina “in qualsiasi momento”. “Continuiamo a vedere dei segnali di escalation da parte russa, compreso l’arrivo di nuove forze sul confine con l’Ucraina”, aveva dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.

Secondo Sullivan, l’offensiva potrebbe anche “iniziare durante i Giochi olimpici” in corso a Pechino, che terminano il 20 febbraio. Tuttavia, l’intelligence americana non è in grado di affermare se il presidente russo Vladimir Putin abbia preso “una decisione definitiva” o meno.

“Isteria” della Casa Bianca

La Russia, che sabato ha dato il via a importanti manovre navali nel Mar Nero, ha da parte sua denunciato quella che definisce “l’isteria” della Casa Bianca. L’ambasciatore russo negli Stati Uniti ha ribadito che il suo Paese non ha l’intenzione di attaccare nessuno, mentre la portavoce del Ministero degli esteri Maria Zakharova ha dichiarato su Telegram che “gli anglosassoni hanno bisogno di una guerra ad ogni costo” e che “le provocazioni, la disinformazione e le minacce sono il loro metodo preferito per risolvere i problemi”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dal canto suo indicato che gli allarmi lanciati dagli Stati Uniti in merito a un imminente attacco stanno “causando il panico e non sono d’aiuto”.

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