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Berna e Vienna corrono ai ripari contro l’immigrazione dalla rotta dei Balcani

La consigliera federale Karin Keller-Sutter e il ministro dell interno austriaco Gerhard Karner.
La consigliera federale Karin Keller-Sutter e il ministro dell'interno austriaco Gerhard Karner. Keystone/walter Bieri

Svizzera e Austria unite per combattere l’immigrazione illegale sulla rotta balcanica. I flussi sono tornati ad aumentare, e non mancano le critiche alla posizione della Serbia.

La consigliera federale Karin Keller-Sutter e il ministro dell’interno austriaco Gerhard Karner si sono accordati oggi in un incontro a Zurigo su un piano d’azione comune nella lotta alla migrazione irregolare, riguardo alla quale non sono mancate le critiche alla Serbia.

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Nei mesi scorsi la migrazione irregolare è aumentata notevolmente, specialmente sulla rotta balcanica, ricorda il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) in un comunicato. Per arginarla l’Austria e la Svizzera hanno concordato un intervento congiunto con misure a livello bilaterale e internazionale.

Per quanto concerne la polizia di frontiera, le misure convenute comprendono, tra l’altro, ricerche e operazioni transfrontaliere supplementari per combattere la tratta e il contrabbando di esseri umani.

Sono inoltre previste pattuglie congiunte nel traffico ferroviario transfrontaliero, di competenza, da parte svizzera, delle autorità cantonali e dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). S’intende infine rafforzare la comunicazione impiegando ufficiali di collegamento. Berna e Vienna – indica il DFGP – valuteranno l’attuazione del piano d’azione e proporranno eventualmente ulteriori misure entro la fine del 2022.

A livello internazionale il piano d’azione prevede che i due paesi, d’intesa con la Germania, la Croazia e la Slovenia, intervengano presso la Commissione europea per far cambiare la politica dei visti praticata dagli Stati balcanici occidentali: l’obiettivo è evitare che una politica dei visti liberale diventi il motore della migrazione irregolare sulla rotta balcanica, spiega l’UFGP.

In questo contesto, Keller-Sutter e Karner hanno addossato la responsabilità alla Serbia. Davanti ai media la consigliera federale ha sostenuto che la politica dei visti serba ha comportato un aumento della migrazione illegale: ad esempio tunisini, cubani e indiani possono raggiungere legalmente e facilmente in aereo Belgrado, da dove vengono portati da passatori – generalmente serbi – via Ungheria fino in Austria.

Con conseguenze notevoli: “In Austria le richieste di asilo di indiani sono aumentate del 2000%”, ha affermato aggiungendo che anche ai confini svizzeri sono stati fermati più indiani e tunisini. Non è chiaro perché la migrazione illegale attraverso la Serbia sia cresciuta tanto fortemente, ma Keller-Sutter ha alluso eloquentemente al fatto che in seguito alla guerra in Ucraina attualmente sussistono interessi diversi.

Stando al comunicato l’Austria e la Svizzera puntano anche a una riforma fondamentale del sistema europeo in materia di asilo e migrazione, nonché a una rapida modifica del Codice frontiere Schengen, soprattutto per impedire la migrazione secondaria. Il piano d’azione prevede infine un impegno comune nell’ambito delle procedure di rimpatrio.
 

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