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Il “Leonardo” resta in Ticino

Il ritratto di Isabella d’Este attribuito a Leonardo da Vinci rimarrà per il momento sotto sequestro in Ticino. Il Tribunale penale federale ha infatti accolto il ricorso della proprietaria, che si oppone al trasferimento in Italia.

 
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Una “crosta” o un capolavoro?

Il ritratto aveva fatto molto parlare di sé specialmente dopo che lo storico dell’arte Carlo Pedretti aveva attribuito la paternità del dipinto, almeno in parte, a Leonardo da Vinci. Una controversia sulla sua autenticità si è però accesa in seguito. Il critico dell’arte Vittorio Sgarbi, l’ha definito “una crosta, di qualità modestissima che vale al massimo 2’000 euro”

La tela era stata sequestrata nel caveau di una banca luganese nel febbraio del 2015 su richiesta delle autorità italiane, che stanno indagando su una possibile violazione della legislazione sui beni culturali, in base alla quale le opere che hanno più di 50 anni devono essere espressamente dichiarate all’esportazione.

La proprietaria, però, sostiene che il dipinto appartiene alla sua famiglia da generazioni e si trova in Svizzera da oltre 100 anni, dunque da prima che la legge in questione entrasse in vigore. Era già di sua nonna, di nobili origini, trasferitasi nel 2012 con il marito nel canton Argovia e poi a San Gallo, aveva dichiarato in una intervista alla stampa svizzerotedesca quasi un anno fa.  

Il Tribunale penale federale ha accolto il suo ricorso contro la decisione delle autorità ticinesi che avevano accettato il trasferimento in Italia. Non si può infatti dimostrare che il dipinto non appartenga alla signora, perché non ci sono ancora decisioni esecutive in tal senso da parte della giustizia italiana. La confisca, tuttavia, è stata confermata, in attesa di decisioni definitive da Roma.

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