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Basilea capitale svizzera dell’arte

Circa 50mila visitatori sono attesi a questa edizione dell'Art di Basilea Keystone

Al centro dell'attenzione internazionale con Art 33, aperta dal 12 al 17 giugno, la città sul Reno è ormai diventata tutto l'anno la capitale svizzera dell'arte.

“Mecca dell’arte mondiale”, “Barometro della produzione artistica internazionale”, “Olimpiade dell’arte”: ogni anno la stampa internazionale è alla ricerca di nuove metafore per presentare l’Art di Basilea, indubbiamente la più importante fiera dell’arte prodotta nell’ultimo secolo. Più di 260 gallerie provenienti da 4 continenti che espongono le opere di oltre 1’000 artisti, tra cui i più grandi maestri conosciuti in tutto il mondo.

La 33esima edizione dell’Art di Basilea è innanzitutto un grande supermercato dell’arte, che attira commercianti, collezionisti, esperti e appassionati. Ma è anche un trampolino di lancio per centinaia di artisti che sperano di farsi un nome, approfittando anche di un’affluenza di pubblico di circa 50’000 persone.

Per illustrare il successo di questa manifestazione, basta ricordare due dati. La fiera di Basilea, che punta sulla qualità, si vede costretta ad escludere ogni anno centinaia di galleristi. Inoltre, sotto il peso delle richieste, l’Art ha cominciato ad esportare se stessa: quest’anno aprirà un’esposizione analoga a Miami, già considerata come una delle più importanti degli Stati uniti.

Città d’arte e di cultura

Se l’Art è la punta di diamante che risplende per alcuni giorni di giugno sul Reno, Basilea si sta ormai imponendo sempre più anche negli altri mesi come la vera capitale artistica della Svizzera, accanto a quella politica di Berna ed economica di Zurigo. Un’evoluzione quasi inevitabile per una città che ha sempre avuto una forte vocazione culturale: la prima università svizzera è stata fondata a Basilea.

Negli ultimi decenni, oltre al commercio d’arte, la città renana ha sostenuto e sviluppato la più importante piazza di musei di tutta la Svizzera: da quelli classici d’arte a quelli più specializzati, come il museo del design, della carta, degli strumenti musicali, delle carrozze, della porcellana, delle bambole e della cultura ebraica. Senza dimenticare chiaramente il prestigioso museo di storia dei popoli e della natura.

Tra tutti i templi culturali di Basilea spicca chiaramente il museo d’arte moderna e contemporanea, il più importante di tutta la Svizzera e il solo ad aggiudicarsi le tre stelle della guida Michelin. Un museo che ha già dovuto aprire due succursali nella città per poter presentare al pubblico almeno una buona fetta dei suoi tesori.

Il fermento culturale e artistico della città ha portato in questi ultimi anni alla nascita di due altri gioielli: il museo Tinguely che faceva gola anche ad altri cantoni e la fondazione Beyeler che oltre alle opere della celebre coppia di collezionisti propone regolarmente esposizioni temporanee di grande richiamo.

Soltanto la fondazione Beyeler ha attirato l’anno scorso oltre 320 mila persone. Un patriomonio culturale che l’ufficio del turismo locale sta sfruttando con grande successo: Basilea viene “venduta” in Svizzera e all’estero come “città d’arte e di cultura”.

Un magnete per le opere d’arte

Come se non bastasse, recentemente il Kunsthaus di Basilea è riuscito a “recuperare” due preziosissime collezioni: quella di Rudolf Stächelin e quella di Karl e Jürg Im Obersteg che raccolgono oltre 200 opere dei più grandi pittori a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. La prima collezione è stata strappata agli Stati uniti, la seconda al museo d’arte della città di Berna.

“È stato un duro colpo per noi” – confida Felix Baumann, direttore del Kunstmuseum di Berna – “ma la fondazione Im Obersteg ha ritenuto che l’opzione basilese fosse più attraente di quella bernese. Devo purtroppo ammettere che Basilea dispone effettivamente di carte migliori”.

Anche per Guido Magnaguagno, direttore del museo Tinguely di Basilea ed ex-direttore del Kunsthaus di Zurigo, la città della chimica è ormai diventata perlomeno la capitale svizzera dell’arte figurativa, in grado di farsi valere anche a livello europeo. “E già oggi la città svizzera con la più alta densità di musei e l’anno prossimo si aggiungerà anche il Schaulager che propone la collezione della fondazione Emanuel-Hoffmann”.

Un museo, va detto per inciso, la cui costruzione è stata affidata ai due rinomati architetti basilesi Herzog e de Meuron. Anche all’architettura viene accordato uno spazio privilegiato a Basilea: il museo Tinguely è opera di Mario Botta e la fondazione Beyeler è stata realizzata da Renzo Piano.

Una tradizione di mecenatismo

Tra i fattori del successo dell’arte a Basilea vi è sicuramente da annoverare la tradizione culturale, la prosperità economica della città e la vicinanza con la Francia e la Germania, da dove giungono ogni anno decine di migliaia di appassionati. Vi è poi anche la politica culturale delle autorità che devolvono oltre 100 milioni di franchi, come sottolinea l’assessore alla cultura Sandro Messner.

Non vanno neppure trascurate le ricadute dell’Art. Secondo Guido Magnaguagno, la fiera alimenta la vitalità della produzione artistica e rafforza l’interesse del pubblico per i musei di Basilea, anche durante il resto dell’anno. Ma sicuramente un ruolo di primo piano, unico in Svizzera e forse in tutta Europa, deriva da una tradizione di mecenatismo che favorisce a Basilea anche altre forme d’arte, come il teatro e la musica.

“Rispetto ad altre città, come Zurigo, da noi è ancora il mecenate, spesso anonimo, e non lo sponsor ad essere preponderante” sottolinea il direttore del museo Tinguely. Un fatto quest’ultimo molto importante: “Mentre lo sponsoring ricerca soprattutto il prestigio nei confronti del pubblico e il riscontro finanziario, il mecenatismo privilegia ancora i contenuti e quindi la qualità dell’arte”.

Armando Mombelli

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