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Baselworld: le lancette segnano l’ora del rilancio

Baselworld, anche per il 2010 appuntamento orologero immancabile Reuters

L'industria orologiera svizzera sembra avere girato definitivamente le spalle alla crisi e si presenta con ottimismo all'appuntamento 2010 di Baselworld, la più grande esposizione internazionale del settore. Per crescere punta sui valori tradizionali e si distanzia dal "bling-bling".

Inaugurata giovedì, questa sorta di vetrina sul mondo offre come ogni anno l’opportunità alle società orologiere di presentare le ultime novità. Insediata nel cuore di Basilea, la fiera riunisce per otto giorni 1’915 espositori provenienti da tutto il pianeta, su una superficie di 160mila metri quadrati. Tutti i grandi – come Swatch, Rolex, Patek Philippe – sono presenti, al fianco di piccoli produttori.

La domanda che tutti si ponevano, mercoledì alla conferenza stampa di presentazione era come ognuna di queste società conti di rispondere al rallentamento congiunturale. Rappresentanti delle industrie francese, tedesca e di Hong Kong hanno riferito di avere registrato un declino delle vendite nel 2009.

Lo stesso è stato per quella elvetica, che ha subito una flessione del 22% delle esportazioni rispetto al 2008. Un duro colpo per il terzo segmento delle esportazioni svizzere. Dall’inizio del 2010 si è però invertita la rotta. L’export dell’industria orologiera svizzera è progredito del 2,7% in gennaio e del 14,2% in febbraio.

Motivi di ottimismo

L’evoluzione al rialzo proseguirà anche in marzo, secondo il presidente del comitato degli espositori svizzeri alla Baselworld François Thiébaud. “C’è un’atmosfera ottimista in confronto all’anno scorso”, ha dichiarato a swissinfo.ch, aggiungendo che i migliori segnali per le esportazioni elvetiche arrivano dall’Asia e dall’Europa. Ma anche dagli Stati Uniti, dopo il drammatico crollo del 2009.

Tuttavia Thiébaud, che è anche presidente della Tissot, ritiene che la fiducia dei consumatori sia ancora piuttosto contenuta. Ciò induce la gente a rinviare gli acquisti di prodotti che non sono di prima necessità, come per esempio gli orologi.

“Quando sarà completamente ristabilita la fiducia, allora sì la crisi sarà veramente superata. Adesso ci sono segnali positivi, ma non ancora sufficienti per consentire di assumere personale e investire”, spiega.

Alcune società svizzere hanno già dato segni di svolta. Il numero uno mondiale dell’orologeria, il gruppo Swatch ha conseguito buoni risultati in gennaio e febbraio.

Così come la società ginevrina Hublot. Questa aveva persino realizzato già l’anno scorso il secondo miglior esercizio della sua storia e addirittura il quarto miglior trimestre, ha indicato il Ceo Claude Biver. Anche il primo trimestre 2010 si sta rivelando promettente. “Abbiamo la sensazione che siamo usciti dalla crisi”, ha detto a swissinfo.ch.

Dinamismo e… formaggi

Secondo Biver, non ci sono segreti nel successo di Hublot. La società è rimasta indipendente dai prestiti e dalle banche, non ha messo troppi stock sul mercato e ha colto delle opportunità presentatesi con la crisi, come per esempio assumendo specialisti e rafforzando il marketing, mentre altri tagliavano.

Prova di dinamicità la Hublot ne ha certamente data nella conferenza stampa a Baselworld. E ciò non solo per l’energia del suo Ceo. Una presentazione iniziata con la proiezione di un filmato in 3D sul nuovo movimento UNICO. Poi la top-model Veronica Varekova ha mostrato il nuovo orologio rosso e nero “Big Band out of Africa”. Una parte dei profitti realizzati su questo modello saranno devoluti alla fondazione “African Wildlife Foundation”. Per concludere, i presenti sono stati invitati a gustare formaggi… di produzione propria del Ceo Bivet.

Più cauti nelle previsioni si sono mostrate le piccole imprese al piano superiore. “C’è molto più ottimismo nel commercio e regna il sentimento che gli affari stanno riprendendo. Ma credo che non sia ancora l’ora del rilancio. La ripresa si farà gradino per gradino”, afferma Jean-Marie Schaller degli Ateliers Louis Moinet. Anche se ora taluni sono di nuovo disposti a spendere, aggiunge.

Osso di dinosauro

La sua azienda, situata in un paesino neocastellano, ha escogitato una nuova idea per collezionisti raffinati: un orologio che contiene un pezzettino di osso di dinosauro. “Proviene dalla famiglia dei diplodochi, una specie vissuta 150 milioni di anni fa nell’ovest del Nordamerica”, ha precisato Schaller a swissinfo.ch.

Questi orologi d’oro di 18 carati sono stati prodotti a mano. Ne esistono solo 12 esemplari, dal costo di 310mila franchi l’uno, compresa una scatola da viaggio.

In generale a Baselworld 2010 prevale la tendenza verso prodotti con linee più classiche rispetto agli anni precedenti. Secondo Thiébaud, è una logica conseguenza della crisi. La gente si è moderata. Non è più come qualche anno fa quando andavano di moda cose vistose.

Per Thiébaud è una buona cosa. “L’industria orologiera svizzera è in linea con il Paese. Un Paese tranquillo, dove la gente non è esuberante. Se si riesce a creare orologi in sintonia con questo bisogno, si risponde alla domanda odierna”.

Isobel Leybold-Johnson, Basilea, swissinfo.ch
(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

All’edizione 2010 di Baselworld partecipano 1’915 espositori, contro i 1’956 del 2009. Una diminuzione che, secondo la direttrice del salone Sylvie Ritter, non va necessariamente a scapito della fiera.

“È in atto un processo di concentrazione. Vale a dire che gli espositori partecipano a meno eventi, ma si concentrano su Baselworld. Ciò rafforza la nostra posizione”, afferma.

Nel 2010 l’orologeria costituisce il 30,9% degli espositori, la gioielleria il 39,6% e i prodotti annessi il 29,5%.

Il 90% delle società orologiere svizzere sono presenti a Baselworld. In totale vi sono 456 marchi elvetici dell’orologeria e della gioielleria.

Inaugurato il 18 marzo, il salone chiuderà i battenti il 25 marzo.

Nel 2009 Baselworld era stata visitata da quasi 94mila persone provenienti da un centinaio di paesi.

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