Prospettive svizzere in 10 lingue

Barometro elettorale: voglia di centro e di stabilità

Clima politico all'insegna della stabilità ad un anno dalle elezioni federali del 23 ottobre 2011 Keystone

Dopo le turbolenze politiche degli ultimi anni, tra l'elettorato predomina un desiderio di stabilità: è quanto risulta da un sondaggio della SRG SSR ad un anno dalle elezioni del 2011. Tra i partiti si rafforza solo un po' il centro, mentre l'attuale ripartizione dei seggi in governo soddisfa gli elettori.

In oltre un secolo e mezzo di democrazia, forse mai come in questi ultimi tre anni la politica svizzera ha vissuto una serie così grande di cambiamenti e di colpi di scena. In governo si ritrovano per la prima volta cinque schieramenti politici, dopo che un ministro non è stato riconfermato in carica, due hanno cambiato partito e quattro hanno rassegnato le dimissioni durante l’attuale legislatura.

Anche il quadro dei partiti è non poco mutato dall’ultima elezione federale del 2007. L’Unione democratica di centro ha perso la sua ala più moderata, in seguito ad una scissione. Sono nati due nuovi partiti nazionali, il Partito borghese democratico e i Verdi liberali. La fusione tra il Partito liberale radicale e il Partito liberale svizzero, in discussione da decenni, si è finalmente concretizzata.

Dopo tutte queste turbolenze, che non hanno deviato in realtà il corso della politica svizzera, l’elettorato sembra preferire ora una certa stabilità. Così appare almeno, tenendo conto delle indicazioni che emergono dal barometro elettorale della SRG SSR, pubblicato giovedì e realizzato dall’istituto gfs.bern tra il 27 settembre e l’11 ottobre scorsi.

Centro più frazionato

Stabilità innanzitutto per quanto concerne i rapporti di forza tra i maggiori partiti svizzeri. L’Unione democratica di centro (UDC) si mantiene nettamente in prima posizione con un 26,1% di preferenze (-2,9% rispetto all’ultimo scrutinio del 2007).

Seguono, come tre anni fa, il Partito socialista (PS) con il 20,1% (+0,6%), il Partito liberale radicale (PLR) con il 17,2% (-0,5% assieme al Partito liberale svizzero), il Partito popolare democratico (PPD) con il 14,1% (- 0,5%) e il Partito ecologista svizzero (PES) con l’8,5% (-1,1%).

Per quanto riguarda i due nuovi schieramenti politici, il Partito borghese democratico (PBD) otterrebbe oggi il 3,6% dei voti, mentre i Verdi liberali il 3,8% (+2,4% rispetto al 2007, quando questo partito era presente solo nei cantoni di Zurigo e San Gallo).

Grazie all’avvento del PBD e dei Verdi liberali si denota quindi complessivamente un leggero rafforzamento del centro, che si presenta però ora più frazionato. Dopo gli scombussolamenti avvenuti nell’ultimo decennio in seguito alla crescente polarizzazione, una ripresa del centro incarna in qualche modo una ricerca di stabilità da parte dell’elettorato.

A destra, l’UDC paga, ma solo in parte, il prezzo della scissione avvenuta due anni fa. Il partito nazionalista ha però dimostrato regolarmente in passato di riuscire meglio degli altri a mobilitare il suo elettorato durante la campana elettorale. A sinistra, infine, i socialisti riescono a riprendere un po’ di voti al PES, persi tre anni fa.

Variante importante

“Questi dati non vanno però considerati più che un quadro della sensibilità attuale degli elettori in Svizzera”, avverte Claude Longchamp, responsabile dell’istituto gfs.bern. Una sensibilità sempre condizionata da fattori contingenti, come la recente elezione in governo della socialista Simonetta Sommaruga, molto popolare, che può aver favorito leggermente il PS.

La campagna elettorale vera e propria non è ancora cominciata e il sondaggio non tiene conto inoltre delle intenzioni di voto degli svizzeri dell’estero, di cui 130’000 sono iscritti nei registri elettorali. L’istituto gfs.bern non è riuscito ad ottenere la collaborazione del Dipartimento federale degli esteri per estendere l’inchiesta anche alla Quinta Svizzera.

“È peccato”, rileva Claude Longchamp, “dal momento che gli svizzeri dell’estero costituiscono una variante importante nelle intenzioni di voto. Si tratta infatti di persone che vivono una realtà politica e sociale diversa dalla nostra e che non dispongono delle stesse possibilità d’informazione”.

Governo di concordanza favorito

Una voglia di stabilità emerge anche dalle opinioni raccolte sulla composizione del governo. La maggioranza delle persone interrogate, il 29%, si dichiara soddisfatta dell’attuale ripartizione dei seggi in Consiglio federale.

Il 18% preferirebbe un esecutivo formato dai partiti medio-grandi: 2 ministri UDC, 2 PS, 1 PLR, 1 PPD e 1 PES. Un altro 16% si esprime in favore di un governo rappresentato soltanto dai maggiori partiti: 2 UDC, 2 PS, 2 PLR e 1 PPD.

Il passaggio ad un sistema politico con una maggioranza e una forte opposizione, come è il caso di quasi tutti gli altri paesi europei, non raccoglie invece che pochi consensi. Solo l’8% desidera una coalizione di centro-sinistra, in cui l’UDC verrebbe esclusa dal governo. E solo il 6% una coalizione di centro-destra, con il PS e il PES all’opposizione.

“Gli svizzeri sono un po’ delusi negli ultimi tempi dal funzionamento del governo di concordanza, ma continuano tuttavia a grande maggioranza a sostenere questo modello, ossia la presenza in Consiglio federale dei maggiori partiti nazionali”, osserva Claude Longchamp.

Il sondaggio è stato realizzato tra il 27 settembre e l’11 ottobre 2010 dall’istituto gfs.bern, su incarico della SRG SSR idée suisse.

2018 aventi diritto di voto sono stati interrogati in tutte le regioni del paese.

Scopo del sondaggio è di tracciare un quadro delle intenzioni di voto in vista delle elezioni federali del 2011.

Il margine di errore previsto è del 2,2%.

1959 – 2003
La lunga era della “formula magica”: 2 seggi al Partito socialista (PS), 2 al Partito liberale radicale (PLR), 2 al Partito popolare democratico (PPD) e 1 all’Unione democratica di centro (UDC).

2004 – 2007
L’UDC, con Christoph Blocher, strappa un seggio al PPD: 2 seggi PS, 2 PLR, 2 UDC e 1 PPD.

2008
Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schimd lasciano l’UDC ed entrano nel nuovo Partito borghese democratico: 2 seggi PS, 2 PLR, 2 PBD e 1 PPD.

2009
L’UDC ritorna in governo con Ueli Maurer che subentra a Samuel Schmid: 2 seggi PS, 2 PLR, 1 PPD, 1 UDC e 1 PBD.

In settembre, il radicale Didier Burkhalter subentra in governo al collega dimissionario Pascal Couchepin.

2010
Moritz Leuenberger (PS) e Hans-Rudolf Merz (PLR) si dimettono per fine ottobre. Il 22 settembre l’Assemblea federale elegge alla loro successione la socialista Simonetta Sommaruga e il liberale radicale Johann Schneider-Ammann.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR