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Bambini dello Sri Lanka adottati illegalmente in Svizzera

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Più di 700 bambine e bambini dello Sri Lanka sono stati adottati negli anni '80 in Svizzera, alcuni dei quali illegalmente. Keystone / Rafiq Maqbool

Olivier de Frouville, esperto di diritti umani presso le Nazioni Unite, afferma che c'è un chiaro legame tra il traffico di bambine e bambini adottati illegalmente e portati in Svizzera dallo Sri Lanka e le sparizioni forzate. Intervista.

Nel mese di maggio, il Comitato ONU sulle sparizioni forzate (CED) ha esortato la Svizzera a indagare sulle adozioni illegali dallo Sri Lanka avvenute nel corso di tre decenni a partire dagli anni ’70. L’obiettivo è di determinare se le bambine e i bambini coinvolti siano stati vittime di sparizioni forzate o di altri reati. L’ufficio onusiano ha anche detto che la Svizzera dovrebbe garantire il diritto al risarcimento delle vittime.

Queste raccomandazioni hanno fatto seguito all’esame da parte del CED dell’attuazione della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate. La Svizzera ha ratificato il testo nel 2016. Le autorità elvetiche devono presentare un rapporto sulle raccomandazioni del comitato entro il 7 maggio 2022.

Nell’intervista a SWI swissinfo.ch, Olivier de Frouville, vicepresidente del CED, spiega come il legame tra il traffico di bambini e le sparizioni forzate sia stato stabilito “per la prima volta, molto chiaramente”, e come questo potrebbe determinare il lavoro futuro del comitato.

SWI swissinfo.ch: Perché ha deciso di esaminare le adozioni illegali nello Sri Lanka?

Olivier de Frouville: Nel caso della Svizzera, non ci aspettavamo che la questione arrivasse al nostro comitato. È stata una ONG svizzera, Back to the Roots, ad aver presentato, come è suo diritto, un rapporto al comitato prima del dialogo con la Svizzera.

Quando le adozioni illegali sono considerate delle sparizioni forzate?

I casi sono diversi. Ma alcuni sono preoccupanti e si sovrappongono alle sparizioni forzate. In un certo numero di casi i bambini sono stati sottratti e le loro identità falsificate. Sono stati fatti sparire con la forza o sono stati rapiti mentre i loro tutori erano a loro volta scomparsi. In alcuni casi, sono nati durante le sparizioni forzate delle loro madri e successivamente sono stati adottati illegalmente.

Ci sono molte storie di donne che hanno partorito e che hanno perso i figli. Il personale medico ha detto loro che il bambino era morto, ma non hanno potuto vedere il corpo. In realtà, il bambino era stato rubato e venduto a intermediari nello Sri Lanka, che poi lo hanno dato in adozione a famiglie in Svizzera.

Una sparizione forzata è l’arresto, la detenzione o il rapimento di una persona seguito dalla privazione della libertà o dall’occultamento della sorte o del luogo in cui si trova la vittima. Questa pratica impedisce alla persona scomparsa di beneficiare della protezione giuridica e infligge un pesante peso psicologico alle famiglie.

Nel dicembre 2020, il governo svizzero ha riconosciuto ed espresso rammarico per la cattiva condotta delle autorità che erano a conoscenza delle adozioni illegali dallo Sri Lanka dagli anni ’70 agli anni ’90, senza averle impedite. Le irregolarità erano state dettagliate in uno storico rapporto pubblicato nel febbraio 2020 dalla Scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo (ZHAW). Il documento indica che più di 700 infanti dello Sri Lanka sono stati adottati negli anni ’80 in Svizzera, alcuni dei quali illegalmente.

Il governo svizzero si è impegnato ad aiutare le persone coinvolte nella ricerca delle loro origini. Intende condurre un’indagine per determinare se le irregolarità nelle procedure di adozione sono avvenute anche con altri Paesi d’origine. Un gruppo di esperti esaminerà inoltre l’attuale sistema di adozione per identificare eventuali lacune.

Ci sono anche storie di “fattorie di bebè”, dove le donne venivano private della loro libertà e costrette a partorire bambini che poi venivano portati via. In diversi casi, intermediari in Svizzera hanno organizzato il collocamento di bambini srilankesi in famiglie elvetiche. Per poter operare, queste persone dovevano essere autorizzate e controllate dalle autorità cantonali. Le autorità federali avevano il diritto di ricorrere contro le autorizzazioni rilasciate dai Cantoni.

Il rapporto del Consiglio federale riconosce che sia le autorità cantonali che quelle federali non hanno preso misure adeguate al fine di impedire numerose adozioni illegali, anche attraverso intermediari svizzeri. Eppure, dall’inizio degli anni ’80, l’ambasciata svizzera a Colombo inviava ai diplomatici internazionali dei rapporti sulle pratiche illecite nello Sri Lanka legate alle adozioni internazionali.

Qual è stata la reazione della delegazione svizzera alle osservazioni del suo comitato?

Abbiamo sollevato la questione con la Svizzera sulla base dei fatti che ci sono stati presentati dall’associazione Back to the Roots. La Svizzera ha risposto che è stata avviata una procedura per cercare di chiarire i fatti [Rapporto del Consiglio federale al postulato Ruiz 17.4181]. Ha anche riconosciuto che alcuni casi, non necessariamente tutti, possono essere considerati delle sparizioni forzate ai sensi della Convenzione. Penso che le autorità svizzere stiano prendendo la questione molto seriamente e, cosa ancora più importante, stanno lavorando in stretta collaborazione con le vittime. Speriamo di ricevere buone notizie nel maggio 2022, quando la Svizzera riferirà al comitato.

Quali sono gli obblighi della Svizzera previsti dalla Convenzione?

La Convenzione si applica a tutti i casi che rientrano nella definizione di sparizione forzata. Ci rallegriamo dell’adozione da parte del Consiglio federale del rapporto in risposta al postulato Ruiz. Prendiamo atto del fatto che il rapporto riconosce ed esprime rammarico per le mancanze delle autorità.

Tuttavia, ci preoccupa il fatto che la Svizzera non sembra prendere in considerazione l’idea di adottare misure per perseguire i colpevoli e riconoscere il diritto alla riparazione delle vittime. Quindi, ricordiamo [alla Svizzera] che tutti gli Stati firmatari hanno l’obbligo di punire i colpevoli e di risarcire le vittime. Le vittime hanno il diritto alla verità e lo Stato ha il dovere di assisterle nella loro ricerca della verità, anche attraverso la cooperazione con i Paesi di origine come lo Sri Lanka, che pure ha aderito alla Convenzione.

Che impatto avrà questa vicenda sul lavoro del suo comitato?

Per noi si tratta chiaramente di un ambito nuovo. In precedenza, ci siamo concentrati sulla pratica delle adozioni illegali in altri contesti: in particolare, i periodi di conflitti armati o dittature, come in Argentina o in Spagna durante l’era di Franco, durante i quali migliaia di infanti venivano rapiti per essere cresciuti secondo l’ideologia del regime. Il rapimento e l’appropriazione di bambini sono avvenuti anche in contesti di repressione contro i civili o durante i genocidi coloniali o post-coloniali, ad esempio in Nord America o in Australia.

Olivier de Frouville
Olivier de Frouville è vicepresidente del Comitato ONU sulle sparizioni forzate. Christof Heyns

Qui, siamo di fronte ad un altro tipo di adozione illegale – la sparizione forzata – che è generalmente legata al crimine organizzato con poche o nessuna motivazione politica, anche se a volte la linea è sottile. È chiaro che queste adozioni illegali affliggono molti Paesi. Attualmente, queste pratiche sono generalmente osservate attraverso la lente del diritto internazionale privato, della Convenzione dell’Aja sull’adozione (1993), della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino e il suo protocollo opzionale sulla vendita di bambini, la prostituzione infantile e la pornografia, così come del Protocollo delle Nazioni Unite contro la tratta di esseri umani e di altri strumenti regionali.

Le sparizioni forzate rappresentano un nuovo aspetto del problema. C’è potenzialmente un numero elevatissimo di vittime. Il nostro dovere è in primo luogo quello di lavorare in stretto coordinamento con altri organismi competenti che operano in altri quadri giuridici. In secondo luogo, di essere consapevoli che non tutti i casi possono rientrare nell’ambito delle sparizioni forzate.

Detto questo, penso che la nostra prospettiva possa portare molto al rafforzamento dei diritti delle vittime alla verità, alla giustizia e al risarcimento. Inoltre, i criminali che traggono profitto sottraendo i bambini alle loro famiglie e vendendoli nel Paese o all’estero devono sapere che la sparizione forzata è un crimine molto grave. In determinate condizioni, può anche essere considerato un crimine contro l’umanità. È un crimine imprescrittibile, nel senso che continua dopo il rapimento fino al ritrovamento della persona scomparsa. Pertanto, il colpevole può essere punito anche ad anni di distanza dal rapimento.

Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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