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Freni legali alle auto senza conducente

Keystone

Un’auto che viaggia autonomamente in autostrada, mentre la persona seduta al posto guida ammira il paesaggio o consulta tranquillamente i suoi e-mail. Google e i costruttori automobilistici stanno compiendo enormi progressi in questa tecnologia senza conducente, ma la legislazione europea è in ritardo.

In gennaio, dopo aver ricevuto il permesso dallo stato del Nevada, l’Audi è diventata la prima azienda automobilistica a sperimentare su strada un modello di auto senza conducente.

Entro cinque anni sul mercato arriveranno le auto senza conducente. La promessa è stata fatta alla fine del 2012 dal cofondatore della Google Sergey Brin. La sua azienda è agli avamposti nello sviluppo di questa nuova tecnologia.

L’amministratore delegato della Nissan, Carlos Ghosn, ha dal canto suo pronosticato che questo tipo di macchine sarà disponibile nelle concessionarie entro il 2020.

Dal 2005 la Google sta sperimentando i nuovi sistemi utilizzando delle Toyota Prius ibride. La flotta di 12 veicoli ha finora percorso oltre 500’000 chilometri sulle strade californiane.

Ricercatori delle università di Oxford, Berlino e Parma stanno pure elaborando propri modelli.

Senza dare troppa eco mediatica, molti fabbricanti d’auto, tra cui Audi, Mercedes-Benz, BMW, Volvo e Nissan, lavorano nella stessa direzione e hanno già introdotto numerosi funzioni d’assistenza alla guida o al parcheggio.

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Norme stradali

La tecnologia esiste e si fanno progressi a passi da gigante. Tuttavia lo sviluppo è frenato dalla mancanza di norme chiare in materia di circolazione stradale, ad esempio per quanto concerne la responsabilità in caso d’incidente.

Attualmente tre stati americani – Nevada, Florida e California – hanno adottato leggi che permettono la messa in circolazione di auto senza conducente e stanno elaborando norme più precise.

In Europa non vi è per contro nessuna disposizione per regolamentare l’uso di simili macchine e non vi è nessun progetto in tal senso.

Prima di tutto sarebbe necessario adattare la Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale, ha spiegato il commissario europeo per i trasporti Siim Kallas. L’articolo 8 di questo trattato dell’ONU adottato nel 1968, stipula infatti che «ogni veicolo in movimento o ogni complesso di veicoli in movimento deve avere un conducente».

In Svizzera la situazione è la medesima. Guido Bielmann, portavoce dell’Ufficio federale delle strade, osserva che l’articolo 8 della Convenzione di Vienna è un principio di base della legislazione elvetica.

Rudolf Blessing, dell’Associazione degli importatori svizzeri di automobili, non crede che le auto senza conducente faranno presto la loro apparizione sulle strade svizzere.

«I problemi non sono tanto tecnologici quanto piuttosto legislativi. La Svizzera dovrà aspettare e vedere cosa succede a livello europeo», spiega.

Al Salone internazionale dell’auto di Ginevra, che si apre giovedì 7 marzo, le macchine senza conducente non sono del resto ancora all’ordine del giorno. «Per il momento non avvertiamo questa tendenza», afferma Sylvie Blattner, portavoce del salone. «Quest’anno ci si focalizza soprattutto sui veicoli a basso consumo e a emissioni limitate».

Cambiamenti sono però nell’aria. Lo scorso ottobre, indirizzandosi al parlamento europeo, Kallas ha affermato che sono state avviate discussioni con la divisione trasporti della Commissione economica per l’Europa dell’ONU.

L’83esimo Salone internazionale dell’auto di Ginevra è in programma dal 7 al 17 marzo. Sono attesi 700’000 visitatori, tra cui anche 10’000 giornalisti.

Alla fiera saranno presentate oltre 100 anteprime mondiali e 32 europee. Partecipano al salone più di 260 espositori provenienti da 30 paesi.

Circa il 40% dei visitatori proviene dall’estero, principalmente da Germania, Francia e Italia.

Navetta a Losanna

Malgrado queste incognite legislative, i veicoli autonomi si stanno facendo largo anche in Svizzera. Il Politecnico federale di Losanna (EPFL) e l’azienda francese Induct stanno attualmente sperimentando una navetta elettrica sul campus di 55 ettari.

La «Navia», dotata di dispositivi di telemetria laser, GPS, telecamere 3D e sensori in grado di rilevare la presenza di oggetti in un raggio di 200 metri, può trasportare fino a otto persone alla velocità massima di 20 km/h.

«A 50 metri di distanza, il computer è in grado di determinare se il veicolo si trova di fronte a un ostacolo fisso o in movimento, calcola la sua velocità e anticipa la strada da prendere», spiega il direttore della Induct Pierre Levèvre. Se si trova confrontato a un improvviso movimento irrazionale, lo shuttle si ferma.

L’EPFL auspica di riuscire a realizzare un sistema di trasporti pubblici senza conducenti sul campus e di estenderlo fino al vicino villaggio di St. Sulpice, con una flotta di sei «Navia» incanalate su corsie di servizio. Per dare il via al progetto, si attende il nullaosta dell’Ufficio federale delle strade, che si è comunque già detto interessato.

Parallelamente, l’istituto spera che l’anno prossimo il suo progetto venga selezionato tra i cinque che potranno beneficiare del sostegno dell’Unione Europea nell’ambito dell’iniziativa European City Mobil 2.

Più sicure degli esseri umani?

Secondo la Google, le auto senza conducenti permetteranno di cambiare la nostra vita quotidiana. Equipaggiate di sensori e software vari e con una potenza dei computer che raddoppia ogni due anni, è solo una questione di tempo prima che questi veicoli siano più sicuri di quelli guidati dagli esseri umani.

I sostenitori delle auto robotizzate sono convinti che questi veicoli possano ridurre gli errori di guida e il numero di morti sulle strade (più di 1,2 milioni di persone muoiono ogni anno e oltre 50 milioni rimangono ferite in incidenti della circolazione, stando all’Organizzazione mondiale della sanità).

Inoltre, le macchine senza conducente dovrebbero aiutare a migliorare il flusso del traffico e permettere a nuove categorie di persone –ad esempio anziani e disabili – di spostarsi in auto.

Ma le autovetture del futuro saranno completamente autonome? Secondo alcuni dirigenti delle case automobilistiche, i conducenti continueranno ad essere necessari, anche se sarà il veicolo a prendere la maggior parte delle decisioni. È possibile, ad esempio, programmare una macchina affinché reagisca a situazioni di emergenza, come frenare in una frazione di secondo per evitare un bambino che rincorre la sua palla finita in strada?

E il fatto di stare seduti dietro al volante senza far nulla, non rischia di farci perdere alcuni piccoli piaceri della vita, come quello di prendersi per l’esuberante Vittorio Gassmann ne Il sorpasso?

Il mercato dell’auto in Europa sta attraversando un periodo difficile. Secondo l’istituto d’analisi Polk, il 2013 sarà il quarto anno deficitario consecutivo, con una domanda che non raggiungerà gli 11,5 milioni di vetture, il livello più basso dal 1993.

Nel mondo, invece, la tendenza è diversa. Nel 2012 sono state immatricolate oltre 71 milioni di auto, l’8,8% in più rispetto al 2011. La crescita dovrebbe proseguire anche quest’anno.

A far da traino sono i soliti paesi emergenti, a cominciare dalla Cina e dal Brasile.

(traduzione dall’inglese: Daniele Mariani)

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