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Ordine di evacuazione per gli incendi nel Nuovo Galles del Sud

Il fronte delle fiamme nella contea di East Gippsland, nello Stato di Victoria.
Il fronte delle fiamme nella contea di East Gippsland, nello Stato di Victoria. Keystone / Delwp Gippsland Handout

Le autorità australiane hanno ordinato giovedì l'evacuazione della costa sudorientale dell'isola in previsione del nuovo picco di canicola atteso per la giornata di sabato, che è destinato a favorire un ulteriore propagazione degli incendi che da mesi stanno devastando ampie zone del paese.


Due fronti delle fiamme fuori controllo hanno martoriato, a cavallo del nuovo anno, le regioni meridionali uccidendo almeno otto persone. Il governatore del Nuovo Galles del Sud ha dichiarato lo stato d’emergenza di sette giorni che autorizza le evacuazioni forzate a partire dalla giornata di venerdì. Si tratta della terza volta che viene preso un provvedimento del genere dall’inizio, a settembre, della stagione degli incendi.

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I pompieri dello Stato più popoloso del paese hanno già invitato i turisti di abbandonare le zone lungo 300 km della costa, dalla città di Nowra, situata a 160 km da Sydney, al confine con lo Stato di Victoria. Raccomandazioni analoghe sono state rivolte a residenti e vacanzieri che si trovano in due regioni interne, in particolare nelle Snowy Mountains tra Canberra e Sydney. Gli ordini delle autorità dovranno essere eseguiti prima di sabato, giornata che potrebbe far segnare nuovi record di caldo, con temperature oltre i 40 gradi e raffiche di vento torride. 

Finora il numero dei morti accertati a causa delle fiamme è salito a 18 ma il bilancio è destinato ad aggravarsi dal momento che risultano ancora 17 dispersi. Lunghe code di auto vengono segnalate sulle strade che conducono a Sydney e Canberra. Navi e aerei militari sono stati dispiegati per prestare soccorso alle popolazioni minacciate dai roghi e stilare un primo bilancio dei danni nelle zone periferiche: due unità della Marina hanno raggiunto giovedì la città balneare di Mallacoota, dove martedì centinaia di persone hanno cercato riparo sulla spiaggia per sfuggire alle fiamme.

Da settembre 1’300 abitazioni sono state distrutte dalle fiamme e 5,5 milioni di ettari, vale a dire una superficie più estesa di paesi come Danimarca o Olanda, sono andati in fumo.

Il primo ministro Scott Morrison, che ha rinnovato il suo sostegno alla lobby del carbone australiano, è molto criticato in queste ore in patria. In diverse manifestazioni che si stanno moltiplicando viene chiesto al governo un mutamento radicale nella politica energetica e in particolare misure contro il riscaldamento climatico che, secondo gli scienziati, è all’origine di quest’ondata di incendi, i più precoci, lunghi e intensi di sempre.

Una testimonianza dall’Australia raccolta dal TG .

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