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Studenti stranieri: una sfida per le università svizzere

Diversi atenei svizzeri hanno ventilato l'ipotesi di aumentare le tasse di iscrizione, suscitando l'ira dell'associazione degli studenti. Keystone

L'aumento del numero di studenti stranieri nelle università svizzere rappresenta una grande risorsa per il paese, ma comporta anche un incremento dei costi. E quando si tratta di decidere a chi spetta garantire nuovi finanziamenti, le opinioni di mondo scientifico e politico divergono.

Le università svizzere – analogamente a quelle italiane o tedesche – sono finanziate in larga misura dagli enti pubblici. Le tasse di studio sono dunque piuttosto moderate, se paragonate a quelle di paesi come gli Stati Uniti o il Regno Unito, e grazie ai sussidi e ai prestiti statali anche i giovani meno abbienti hanno accesso a una formazione accademica.

Negli ultimi anni, le università svizzere hanno visto crescere a un ritmo sostenuto il numero di iscritti. Anche la proporzione di studenti stranieri è aumentata, passando dal 23% nel 1990 al 38% nel 2011.

Gli atenei, di fatto, fanno a gara con i concorrenti internazionali nel tentativo di accaparrarsi i migliori talenti e favorire così lo sviluppo scientifico, tecnologico, artistico o letterario. La domanda arriva anche dalle multinazionali, alla continua ricerca di personale altamente qualificato che non sempre riesce a trovare in patria.

L’importante afflusso di studenti comporta però anche maggiori oneri per gli atenei, che sottolineano la necessità di trovare nuove fonti di finanziamento. Al centro del dibattito politico vi sono proprio gli studenti stranieri e i costi da essi generati, che gravano sulle spalle dei contribuenti.

“Quanti studenti stranieri possiamo accogliere oltre a quelli svizzeri? E a chi spetta la fattura? Agli stessi studenti, al loro paese di origine oppure ai contribuenti elvetici?”, si chiede Andreas Hagström, direttore della sezione affari internazionali educativi al politecnico federale di Zurigo.

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Gli studenti stranieri raccontano le loro esperienze

Questo contenuto è stato pubblicato al Alcune università elvetiche si fanno in quattro per attirare i migliori talenti da tutto il mondo e negli ultimi anni il numero di iscritti stranieri è aumentato sensibilmente. swissinfo.ch ha chiesto a studenti ed ex studenti stranieri il loro punto di vista su questa parentesi di vita accademica. In molti hanno evidenziato gli alti standard…

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Aumentare le tasse per gli stranieri

Attirare studenti, ricercatori e professori dall’estero fa “parte del DNA del politecnico”, sottolinea Andreas Hagström. In questo modo, “gli universitari svizzeri sono immersi in un ambiente internazionale senza aver bisogno di lasciare Zurigo”.

Peter Keller, parlamentare dell’Unione democratica di centro (destra conservatrice), non è però convinto che i contribuenti svizzeri debbano sovvenzionare l’arrivo di nuovi studenti stranieri.

Nel marzo 2013, il consigliere nazionale ha infatti depositato una mozione che chiede un raddoppio delle tasse universitarie per gli studenti stranieri dei politecnici federali di Zurigo e Losanna.

“Se, da un lato, l’afflusso di studenti stranieriè positivo per il prestigio del nostro sistema accademico, dall’altro le università svizzere, finanziate dai contribuenti svizzeri, sono concepite soprattutto per formare studenti svizzeri. …Gli studenti stranieri sono benvenuti, a patto che cofinanzino adeguatamente i loro studi”, scrive Peter Keller nel testo della mozione.

La proposta non è però piaciuta all’Unione svizzera degli universitari (USU), che si è detta “indignata” e ha promesso battaglia contro quella che definisce una “discriminazione socio-economica”.

“Gli studenti stranieri portano qualità, internazionalità e pluralità di punti di vista alle università elvetiche”, dice Thomas Leibundgut, membro dell’associazione. “Molti di loro resteranno in Svizzera, partecipando così alla crescita economica e all’innovazione del paese. Gli investimenti nella formazione sono dunque ripagati”.

L’associazione USU ha così chiesto a Confederazione e cantoni di stanziare maggiori mezzi finanziari per promuovere “l’unica risorsa naturale della svizzera”, ossia l’educazione.

La mozione di Peter Keller – e l’opposizione degli studenti a qualsiasi aumento delle tasse di studio – ha spinto i politecnici federali a congelare l’idea di un raddoppio dei costi di iscrizione per tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro nazionalità. Dal 2004 le iscrizioni sono aumentate del 50 per cento: le entrate supplementari avrebbero dovuto essere messe da parte per finanziare i crescenti bisogni nel campo dell’insegnamento.

Trovare nuovi fondi

I finanziamenti pubblici sono appena sufficienti a coprire le spese legate al crescente numero di iscritti. Nella maggior parte degli atenei, gli studenti stranieri devono già pagare tasse leggermente più elevate dei colleghi svizzeri, oltre a dover far fronte a un costo della vita mediamente più alto rispetto al loro paese d’origine.

Il sistema elvetico prevede già una partecipazione dei singoli cantoni ai costi generati dai giovani che scelgono di trasferirsi altrove in Svizzera per continuare gli studi. Così, ad esempio, il Ticino versa una quota per ogni studente iscritto a Friburgo o a Zurigo. La Confederazione vorrebbe instaurare un simile sistema anche a livello internazionale, in modo che gli altri paesi contribuiscano a finanziare gli studi dei propri cittadini all’estero, ma la Germania si è opposta.

Da qui la decisione del canton San Gallo di obbligare l’università a limitare il numero di studenti stranieri in modo da ridurre gli oneri finanziari a carico della collettività.

Studenti chiamati alla cassa

Il Ticino ha invece scelto un’altra via. Visto che gli studenti provenienti da altri cantoni sono pochi, e con essi anche le sovvenzioni ricevute, l’università della Svizzera italiana (USI) ha optato per tasse di studio decisamente più alte: 4’000 franchi per coloro che sono domiciliati in Svizzera e 8’000 per chi arriva dall’estero.

Negli altri atenei svizzeri, le tasse di studio si aggirano attorno ai 1’000-1’500 franchi l’anno. La portavoce dell’Usi, Cristina Elia, spiega che il canton Ticino aveva preso fin dall’inizio questa decisione per soddisfare le esigenze di finanziamento.

“Partendo dal presupposto che il mondo accademico non ha limiti, dobbiamo trovare modelli sostenibili per coprire le spese. Quello che abbiamo scelto presuppone una partecipazione diretta più importante da parte degli studenti”, dice Cristina Elia.

Trovare un giusto equilibrio tra la ricerca di finanziamenti sufficienti e la volontà di attirare i migliori talenti stranieri è diventata una sfida alla quale le università svizzere potranno difficilmente sottrarsi.

Politecnico federale di Zurigo: 1’288 franchi – 34,8% di studenti stranieri

Politecnico federale di Losanna: 1’266 – 50,4%

Università di Basilea: 1’400 – 26,2%

Università di Berna: 1’310 – 13,5%

Università di Friburgo: 1’310 (1’610 per gli stranieri) – 19,7%

 

Università di Ginevra: 1’000 – 38,1%

Università di Losanna: 1’160 (1’360 per gli stranieri) – 24,3%

Università di Lucerna: 1’620 (2’220 per gli stranieri) – 14,3%

 

Università di Neuchâtel: 1’030 (1’580 per gli stranieri) – 24,2%

Università di San Gallo: 2’452 (4’252 per gli stranieri) – 36,6%

Università di Zurigo: 1’538 (1’738 per gli stranieri) – 17,7%

Università della Svizzera italiana: 4’000 (8’000 per gli stranieri) 65,5%

 

(Fonte: swissuniversity.ch –Anno accademico 2012 – 2013 per le tasse universitarie e 2011 per la percentuale di stranieri)

(Traduzione dall’inglese, Stefania Summermatter)

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