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Associazioni umanitarie: asilo, legge disumana

Amnesty teme che la nuova legge possa costringere delle famiglie intere sulla strada Keystone

La Coalizione per una Svizzera umanitaria lancerà il referendum contro l'inasprimento della legge sull'asilo deciso dal parlamento.

Gli aderenti alla Coalizione ritengono che la modifica della legge violi il diritto internazionale, in particolare la Convenzione del 1951 sui rifugiati.

Non cessa di far discutere la revisione della legge sull’asilo decisa il 16 dicembre dal parlamento svizzero. Già in settembre l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (HCR) aveva espresso delle serie preoccupazioni nei confronti del disegno di legge. La Croce rossa svizzera ha preso posizione il 20 dicembre, condannando a sua volta una legge ritenuta contraria ai principi del diritto internazionale.

Ora, a far sentire la sua voce è la neocostituita «Coalizione per una Svizzera umanitaria» che lancerà un referedum. L’intenzione di ricorrere al voto popolare era stata manifestata anche dal Partito socialista svizzero subito dopo la votazione della legge in parlamento.

Per la coalizione, l’inasprimento della legge sull’asilo approvato dalle Camere federali viola la Convenzione del 1951 sui rifugiati. «La revisione della legge sull’asilo è una legge contro l’asilo, che lede i principi fondamentali del diritto umanitario», ha detto in un incontro con i giornalisti Daniel Bolomey, segretario generale della sezione svizzera di Amnesty International.

Bolomey ha puntato il dito in particolare contro la soppressione dell’assistenza sociale ai richiedenti l’asilo respinti e l’esclusione dalla procedura di esame delle persone sprovviste di documenti di identità.

Diritto internazionale

Jürg Krummenacher, direttore di Caritas Svizzera, ha ribadito che per la coalizione le nuove disposizioni di legge nei confronti delle persone sprovviste di documenti violano il diritto internazionale, in particolare la Convenzione di Ginevra del 1951. L’Alto commissariato Onu per i rifugiati e diversi esperti condividono questo parere.

L’assenza di documenti è spesso un indizio di persecuzione. Per Krummenacher, è inammissibile che delle persone perseguitate si vedano rifiutato l’accesso ad una procedura d’asilo solo perché non sono in grado di esibire un passaporto. Le eccezioni previste dal testo di legge (motivi validi che spieghino l’assenza dei documenti e necessità di indagini supplementari) non fornirebbero garanzie sufficienti.

La Dichiarazione universale dei diritti umani, ha ricordato Daniel Bolomey, dice che «in caso di persecuzione, ogni persona ha il diritto di cercare asilo e di beneficiare dell’asilo in altri paesi». Secondo Bolomey, esigere dei documenti significherebbe violare in modo grave il diritto ad una procedura equa.

Aiuto

La coalizione, che riunisce esponenti di Amnesty International, l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati, Terre des Hommes e altre associazioni assistenziali, non vede di buon occhio nemmeno la soppressione degli aiuti alle persone respinte. In questo modo si colpirebbero persone che non hanno altra colpa che quella di provenire da paesi i cui governi si rifiutano di fornire loro i documenti per il rientro.

C’è poi il rischio di spingere queste persone verso una vita nell’illegalità o di farle cadere nella rete del traffico e dello sfruttamento di esseri umani. Non ci sarebbe infine più una protezione per i parenti rimasti nel paese d’origine del richiedente, visto che la Svizzera può contattare il governo in questione prima ancora di aver appurato se il richiedente è vittima o no di persecuzioni.

swissinfo e agenzie

La Coalizione per una Svizzera umanitaria lancia un referendum contro la revisione della legge sull’asilo decisa in dicembre dal parlamento.
La Coalizione riunisce Amnesty International, l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati, Terre des Hommes, diverse altre associazioni assistenziali e alcuni sindacati.
Anche il Partito socialista è intenzionato a lanciare un referendum contro la legge sull’asilo.

La nuova legge sull’asilo sopprime l’aiuto sociale ai richiedenti respinti e raddoppia il periodo di detenzione in attesa di un rinvio forzato (18 mesi).

L’ammissione per motivi umanitari è stata esclusa. Se non sono in possesso di documenti, i richiedenti dovranno dimostrare che ciò non dipende da loro.

Il ricongiungimento famigliare e l’accesso al mercato del lavorare in caso di ammissione provvisoria sono stati per contro resi più facili.

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