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La Svizzera deve mettere il turbo nella trasparenza fiscale

Depositare soldi non dichiarati su conti bancari è ormai diventata un’attività ad alto rischio. Keystone

Per evitare ulteriori danni alla reputazione, la Svizzera ha accelerato i tempi in materia di assistenza amministrativa per reati fiscali. Eppure la pressione internazionale continua ad aumentare. Lo si vedrà anche al Forum mondiale sulla trasparenza a Giacarta, quando i primi 50 paesi riceveranno le pagelle finali.

“La Svizzera è già di per sé un capro espiatorio privilegiato a livello internazionale. Inoltre, pur avendo compiuto notevoli progressi in vari settori negli ultimi anni, questi sono stati inferiori a quelli di altri paesi. Perciò è rimasta nel mirino come prima”, dice a swissinfo.ch Peter V. Kunz , professore di diritto economico e di diritto comparato all’università di Berna.

Di fatto, negli ultimi anni Berna ha progressivamente allentato il segreto bancario. L’ultimo passo è stata la revisione della Legge sull’assistenza amministrativa fiscale, che consente anche domande raggruppate, entrata in vigore appena lo scorso febbraio. E sui binari c’è già una nuova revisione parziale, che giungerà sui banchi del parlamento nella prossima sessione in dicembre. La novità più importante prevista è la possibilità, in casi urgenti, di notificare solo a posteriori ai diretti interessati che sono state trasmesse informazioni sul loro conto a uno Stato terzo. Attualmente le persone oggetto di una domanda di assistenza amministrativa devono essere informate anticipatamente.

La prossima seduta plenaria del Forum mondiale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni si tiene a Giacarta il 21 e il 22 novembre.

La Svizzera è rappresentata dalla delegazione elvetica presso l’OCSE, dalla Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) e dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Per Berna “si tratterà di dimostrare che ha compiuto importanti progressi dal rapporto di valutazione del 2011 e di sottolineare il proprio impegno per presentare appena possibile un rapporto supplementare, che potrebbe consentirle di passare alla seconda fase di valutazione”, ha indicato all’agenzia Ats la portavoce della SFI, Anne Césard.

Fonte: Ats

Il precedente UBS

I partiti borghesi hanno già preso chiaramente posizione contro questo cambiamento. Ma Peter V. Kunz relativizza: “Dopo tutto, bisogna ammettere che proprio su questo aspetto abbiamo creato un pessimo precedente. L’autorità di vigilanza sul mercato finanziario, ha trasmesso dati di clienti statunitensi dell’UBS. I diretti interessati sono stati informati solo dopo che i dati erano già in possesso delle autorità americane. Ciò è stato giustamente criticato come violazione del diritto. Occorre comunque precisare che il progetto di revisione permetterebbe solo in casi eccezionali di rinunciare all’informazione preventiva degli interessati”.

Il governo federale trasmetterà prossimamente alle Camere un ulteriore progetto di revisione della legge. La modifica riguarderà i titolari di azioni al portatore, che in futuro non dovrebbero più rimanere anonimi. Il parlamento se ne occuperà nella primavera del 2014.

Dal marzo 2009, quando il governo ha deciso di fornire assistenza amministrativa anche per evasione fiscale, e non più solo in caso di frode, la Svizzera ha concluso nuove Convenzioni contro le doppie imposizioni (CDI), che rispettano le norme dell’OCSE, con 42 Stati.

Nuove pressioni

Malgrado tutti questi progressi, la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) si aspetta che la Svizzera possa venire messa sotto pressione al Forum mondiale sulla trasparenza, legato all’OCSE, in calendario il 21 e 22 novembre a Giacarta, quando saranno distribuite le pagelle per lo scambio di informazioni fiscali ai primi 50 paesi. La Svizzera sarà valutata al più presto nel 2014, perciò a Giacarta non sarà direttamente nel mirino. Tuttavia la SFI teme che i paesi che hanno ricevuto cattivi voti potrebbero insistere affinché i paesi non ancora valutati non possano essere avvantaggiati.

A Giacarta le pagelle saranno distribuite tra l’altro a Lussemburgo, Austria, Gran Bretagna, Principato di Monaco e Isole Cayman, vale a dire paesi le cui piazze finanziarie sono in concorrenza con quella svizzera.

Sulla stessa barca di Panama e Vanuatu

Il Forum riunisce 120 paesi. La Svizzera è membro dal 2009. Sono attribuite pagelle, cioè ammessi alla seconda fase, a quei paesi che soddisfano tutti i requisiti legislativi per l’assistenza amministrativa fiscale. I voti riguardano l’efficienza dell’attuazione. La Svizzera deve ancora apportare miglioramenti legislativi e aumentare il numero di CDI conformi agli standard OCSE. Perciò resta ancora nella prima fase, insieme ad altri 13 paesi, tra cui Botswana, Libano, Liberia e Panama.

Per accedere alla seconda fase, la Svizzera deve migliorare almeno in uno dei tre punti critici (assistenza amministrativa in materia fiscale, diritto delle società anonime e numero di CDI secondo gli standard dell’OCSE). Prevedibilmente le modifiche legislative si scontreranno con forti resistenze in parlamento. Anche se, come già successo con questioni analoghe, le Camere alla fine diranno probabilmente sì a denti stretti, all’orizzonte si profila un nuovo rospo da ingoiare.

Domande basate su dati rubati

Il governo la scorsa estate intendeva trasmettere al parlamento un disegno di revisione per permettere l’assistenza amministrativa anche in domande fondate su dati rubati, a condizione che lo Stato richiedente li abbia ricevuti passivamente, per esempio da un paese terzo. Nel frattempo, a causa della levata di scudi, ha rinunciato al progetto. Ma la questione è verosimilmente solo rinviata.

In particolare l’India preme per poter utilizzare tramite assistenza amministrativa i dati su evasori fiscali che si trovano su un CD della HSBC, rubato da un ex dipendente della grande banca. Finora , la Svizzera ha respinto le richieste, invocando la Legge sull’assistenza amministrativa fiscale.

“Si tratta di una politica ambivalente, che conducono dei vecchi conservatori in parlamento. I dati su CD sono assolutamente centrali, finché non ci sarà lo scambio automatico di informazioni”, dice a swissinfo.ch Andreas Missbach, capo della sezione materie prime, commercio e finanze presso l’organizzazione non governativa Dichiarazione di Berna.

Circa la discutibilità legale di utilizzare dati bancari rubati Missbach replica che la Svizzera “ha aiutato per anni e sistematicamente ad infrangere la legge in altri paesi. È da questa incoerenza morale della posizione elvetica che è scaturito un mercato per tali dati. Non è accettabile che la Svizzera ora faccia un dramma sull’utilizzazione di quei dati, che servono a qualcosa di utile, ossia a perseguire l’evasione fiscale”.

Raccomandazioni pressanti

Missbach e Kunz concordano che la questione dell’assistenza amministrativa in base a dati bancari rubati sarà ineluttabile: arriverà sul tavolo quando ci sarà la valutazione della Svizzera da parte del Forum mondiale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni. In altri termini, la Svizzera dovrà cedere anche in questo campo. Infatti, benché il Forum formuli semplicemente delle raccomandazioni, il G20 ha chiesto agli Stati di attuarle.

“Anche se si tratta solo di esortazioni, è indispensabile che la Svizzera raggiunga la seconda fase e metta in atto le relative raccomandazioni. Una posizione a parte porrebbe non solo un problema di reputazione, ma potrebbe portare prima o poi a sanzioni”, avverte Peter V. Kunz.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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