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Febbre di iniziative popolari per un sistema sanitario allo stremo

Sei persone con delle gigantografie della banconota da 1000 franchi e ai loro piedi i pacchi contenenti i formulari con le firme
La Legge federale sull'assicurazione malattie, ha dovuto confrontarsi con il popolo sin dall'inizio: nel 1994 è stata combattuta con il referendum. Per portarla all'esame delle urne occorrevano 50mila firme. Un comitato ne ha raccolte 75mila e un altro 60mila. Ma il successo di tappa non sarà preludio di una loro vittoria finale. Keystone

In Svizzera sembra scoppiata un’epidemia di iniziative popolari riguardanti l’assicurazione sanitaria: due sono già nel bel mezzo della raccolta delle firme e altre due saranno lanciate a breve. Questa intensità è una novità, ma la relazione tra assicurazione malattie e democrazia diretta è iniziata già nel XIX secolo.

L’attuale ondata di iniziative popolari sull’assicurazione malattie rispecchia l’intricata situazione della politica sanitaria elvetica. Questa è caratterizzata da lotte tra gruppi d’interesse contrastanti, in un settore che pesa decine di miliardi di franchi.

I conflitti hanno finora impedito di trovare le maggioranze parlamentari e popolari necessarie per attuare cambiamenti radicali tesi a risolvere il grave problema che esacerba sempre più la popolazione svizzera: l’inarrestabile impennata dei premi dell’assicurazione delle cure medico-sanitarie di base, obbligatoria per tutti gli abitanti, dalla nascita alla morte.

Svenati dall’assicurazione sanitaria

Dal 1996, quando è entrata in vigore della legge che disciplina l’assicurazione malattie (LAMalCollegamento esterno), i premi sono cresciuti a un ritmo nettamente superiore ai salari e del PIL.

Evoluzione dei costi e dei premi dell assicurazione malattie obbligatoria
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Questa evoluzione grava sempre più sui bilanci degli assicurati, che in media, nel 2016 (dati più recenti disponibili), hanno dovuto pagare premi di 3’993 franchi per adulto e 1’039 franchi per minorenne. Sempre più numerosi sono ormai coloro che non riescono più a saldare la fattura e s’indebitano. Secondo stime dell’Ufficio federale della sanità pubblica, nel 2016 circa 843 milioni di franchi di premi dovuti non sono stati versati.

Cifre principali

Secondo i dati più recenti dell’Ufficio federale di statistica, nel 2016, i costi complessivi del sistema sanitario elvetico sono aumentati del 3,8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo gli 80,7 miliardi di franchi. Il rapporto tra costi della sanità e prodotto interno lordo (Pil) è salito dall’11,9% al 12,2%.

In media, per la salute sono stati spesi 803 franchi al mese per abitante, di cui 235 franchi, ossia quasi il 30%, sborsati direttamente dalle economie domestiche. A carico di queste sono inoltre andati i premi assicurativi.

Mentre l’urgenza di bloccare o almeno frenare il rincaro dei premi è ormai diventata palese, in parlamento si moltiplicano le proposte di misure, che vanno però in direzioni diverse, a seconda degli attori del settore sanitario che si vogliono tutelare: assicuratori, industria farmaceutica, medici, ospedali, cantoni o assicurati?

Per districare questo groviglio politico, la democrazia diretta nel sistema svizzero appare la via naturale. Tuttavia anche questa strada si è affollata di attori che vanno in sensi diversi.

Contro il lobbismo, per il federalismo

Fuori dagli schemi è il lancio di due iniziative popolari da parte di un’alleanzaCollegamento esterno composta di associazioni di assicurati, di consumatori, di pensionati e di medici assistenti. come pure di membri di governi e parlamenti cantonali di più partiti. Nata nei cantoni di Vaud e di Ginevra, l’alleanza ha ottenuto adesioni anche altrove e spera di ricevere man forte in tutta la Svizzera nella raccolta delle firme, che è in corso.

Un’iniziativa prende di mira quello che i promotori considerano l’ostacolo all’origine dell’insolubilità del problema dell’esplosione dei premi: la lobby delle assicurazioni malattia nel parlamento federale. Denominata “Per un parlamento indipendente dalle casse malatiCollegamento esterno“, propone il divieto per i deputati delle Camere federali di essere membri di un organo di un assicuratore malattie o di ricevere compensi da esso.

L’altra iniziativa, intitolata “Assicurazione malattia. Per la libertà organizzativa cantonaleCollegamento esterno“, vuole permettere ai cantoni di creare un’istituzione che possa fissare e riscuotere premi e finanziare i costi a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, come pure partecipare al finanziamento di programmi di prevenzione e promozione della salute.

Quest’ultima è stata ideata in seguito al risultato della votazione popolare, nel 2014, sull’iniziativa “Per una cassa malati pubblica”, che chiedeva di trasferire l’assicurazione obbligatoria di base dalle 61 casse private a un unico istituto pubblico nazionale. Bocciata a livello nazionale, era invece stata approvata nei quattro cantoni esclusivamente francofoni, ossia Ginevra, Vaud, Neuchâtel e Giura. I promotori della nuova iniziativa pensano che puntando sul principio federalista dell’autonomia cantonale, vi siano più probabilità di successo.

Strumenti di campagna elettorale

Per arrivare al voto popolare, si dovranno dapprima riunire almeno centomila firme per ciascuno dei due testi entro il 3 aprile 2019. Nel frattempo saranno lanciate altre due iniziative da parte di due partiti, che ne faranno i loro cavalli di battaglia nella campagna per le elezioni federali dell’ottobre 2019.

Il Partito popolare democratico (PPD, centro) comincerà già il prossimo ottobre a raccogliere le firme per l’iniziativa “Per un freno ai costi della saluteCollegamento esterno“. Il testo stabilisce che se, due anni dopo l’adozione dell’iniziativa, l’aumento dei costi medi annuali per persona a carico dell’assicurazione per le cure medico-sanitarie di base supera di un quinto la progressione dei salari nominali, e i partner tariffari non prevedono misure vincolanti per limitare i costi, la Confederazione deve adottare misure insieme ai cantoni per ridurre i costi l’anno seguente.

Il Partito socialista (PS, sinistra) sta attualmente elaborando il testo di un’iniziativa, per istituire il principio di un tetto massimo dei premi proporzionale al reddito: l’onere delle economie domestiche destinato a pagare i premi dell’assicurazione malattie obbligatoria non deve superare il 10% del reddito. Il lancio dell’iniziativa è previsto per la prossima primavera.

Una storia lunga e tormentata

Anche se le quattro iniziative dovessero ottenere le firme necessarie per portarle alle urne, ottenere l’avallo popolare non sarà un’impresa facile. Nonostante che gli assicurati siano sempre più schiacciati sotto il peso dei premi, finora l’elettorato si è mostrato molto ostile a profondi cambiamenti.

In un seggio di voto un uomo con le stampelle e un altro con un braccio ingessato stanno mettendo le loro schede nelle urne.
Il 4 dicembre 1994 i votanti danno il nullaosta alla legge che introduce l’assicurazione per le cure medico-sanitarie di base obbligatoria. Bocciano invece l’iniziativa popolare che chiedeva un’assicurazione malattie con premi proporzionali al reddito degli assicurati e con la partecipazione al finanziamento della Confederazione e dei datori di lavoro. Keystone

L’assicurazione sanitaria è stata un tema ricorrente nella democrazia diretta svizzera dopo il 4 dicembre 1994. Quel giorno la LAMal ha superato l’esame popolare, anche se non con lode. È infatti stata approvata dal 51,8% dei votanti. Ma è pur sempre una delle rare volte in cui il popolo ha detto sì.

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Lo stesso giorno, l’iniziativa “Per una sana assicurazione malattieCollegamento esterno” è stata spazzata via con il 76,6% di no. Promossa dal PS e dai sindacati, in particolare prevedeva un’assicurazione sanitaria obbligatoria per tutta popolazione, contributi degli assicurati secondo la loro capacità economica e prelievi in per cento del salario assicurato, per almeno la metà a carico dei datori di lavoro.

Da allora ben cinque iniziative popolari, un controprogetto e una modifica della LAMal sono state seccamente rifiutate dall’elettorato. Solo due proposte sono state approvate dal popolo svizzero: la leggeCollegamento esterno che disciplina la partecipazione dei Cantoni alla copertura dei costi delle cure stazionarie, nel 2003, e il controprogettoCollegamento esterno all’iniziativa “Sì alla medicina complementare”, ritirata in suo favore, che ha reintrodotto nel catalogo delle prestazioni rimborsate dall’assicurazione obbligatoria cinque medicine complementari, precedentemente stralciate dal ministro della sanità.

Anche guardando a un passato più remoto, il popolo svizzero è stato raramente benevolo con proposte legislative e costituzionali riguardanti l’assicurazione malattie. Per la precisione, prima del sì del 1994 alla LAMal, si è pronunciato favorevolmente solo due volte.

Nel 1890: ha approvato l’articolo costituzionale che imponeva alla Confederazione di introdurre un’assicurazione contro gli infortuni e le malattie e che la autorizzava a dichiararla obbligatoria. Nel 1912 ha accettato la Legge federale sull’assicurazione contro le malattie e gli infortuni, contro la quale era stato lanciato il referendum. Essa ha costituito la base legale dell’assicurazione sanitaria per oltre 80 anni.

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