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Assicurazione invalidità, una riforma ambiziosa

Keystone

A tre mesi dalla votazione federale sul finanziamento aggiuntivo dell'Assicurazione invalidità (AI) mediante l'aumento temporaneo dell'IVA, l'esecutivo ha presentato il primo pacchetto di misure per risanare durevolmente l'AI. Swissinfo.ch ne ha discusso con l'esperto Giuliano Bonoli.

Negli ultimi anni la situazione finanziaria dell’AI è sensibilmente peggiorata: il suo indebitamento ha già raggiunto 13 miliardi di franchi, che gravano sull’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS). Per porre rimedio a questa situazione, il governo ha avviato un piano suddiviso in tre parti.

Esso comprende la stabilizzazione del deficit (obiettivo raggiunto negli scorsi anni), l’innalzamento temporaneo dell’IVA per azzerare il debito dell’AI – proposta su cui il popolo dovrà esprimersi il prossimo 27 settembre – e una serie di provvedimenti per risanare a lungo termine le finanze dell’AI.

Le misure poste in consultazione mercoledì dall’esecutivo concernono quest’ultima parte. La prima fase della sesta revisione prevede in particolare un esame sistematico delle prestazioni fornite. Lo scopo è ridurre – tra il 2012 e il 2018 – del 5%, ossia di circa 12’500 unità, il numero di coloro che percepiscono una rendita.

ll riadattamento delle rendite in corso e i correttivi al meccanismo finanziario – segnatamente l’introduzione della trasparenza dei costi – dovrebbero permettere di risparmiare complessivamente 570 milioni all’anno a partire dal 2018.

Swissinfo.ch ha interpellato Giuliano Bonoli, professore all’Istituto superiore di studi in amministrazione pubblica (IDHEAP) di Losanna.

swissinfo.ch: Considerate le condizioni del mercato del lavoro e il previsto aumento della disoccupazione, ritiene realistici gli obiettivi quantitativi del governo in materia di diminuzione delle rendite e reintegrazione degli invalidi?

Giuliano Bonoli: È difficile fare previsioni, ma è comunque chiaro che le condizioni del mercato del lavoro non faciliteranno il raggiungimento di questi obiettivi. La situazione è già problematica per chi non ha problemi di salute, e lo sarà a maggior ragione per chi beneficia di una rendita AI.

All’estero vi sono stati esperimenti analoghi per ridurre il numero di persone che percepiscono una rendita d’invalidità, ma con risultati scarsi. A titolo d’esempio, l’Olanda – con una percentuale di persone considerate invalide doppia rispetto alla Svizzera e numerosi abusi dimostrati – non è riuscita a modificare sensibilmente la situazione. Chi resta fuori dal mercato del lavoro per 5-10 anni si trova infatti confrontato a enormi difficoltà di reinserimento.

swissinfo.ch: La 6a revisione dell’AI crea le basi per ridurre o sopprimere le rendite già assegnate a persone che soffrono di disturbi somatici, fibromialgie e patologie simili. Il progetto stima la soppressione di circa 4’500 unità. Come giudica questa misura nell’ottica del reinserimento professionale?

G.B. Vi sono esempi di programmi specifici che hanno avuto risultati interessanti. Grazie a un accompagnamento adeguato, persone affette da disturbi psichici possono per esempio ricominciare a lavorare a metà tempo. Nei singoli casi, è quindi possibile ottenere esiti soddisfacenti. Sarà tuttavia difficile raggiungere obiettivi quantitativi così ambiziosi.

Dalle esperienze effettuate in altri paesi emerge inoltre un aspetto importante: l’invalido deve essere messo in condizione di collaborare al suo reinserimento. Molte persone che beneficiano dell’AI sarebbero disposte a tentare di tornare al lavoro, ma temono – in caso di fallimento dell’esperimento – di ritrovarsi con una rendita minore o addirittura senza rendita. Di conseguenza, come d’altronde previsto nel disegno di legge del governo, è necessario incentivare il tentativo ma soprattutto garantire la possibilità di ritornare rapidamente alla situazione precedente in caso di esito negativo.

L’obiettivo non può essere quello di trasformare un invalido al 100% in un lavoratore abile al 100%, ma di facilitarne il rientro parziale nel mondo del lavoro, grazie a misure di sostegno. Si tratta di un approccio più promettente anche nell’ottica di un miglioramento delle condizioni della persona.

swissinfo.ch: Il processo d’integrazione è coordinato con il secondo pilastro, con l’assicurazione contro gli infortuni e con l’assicurazione contro la disoccupazione. Così facendo, non sussiste il rischio di trasferire i costi da un’assicurazione all’altra?

G.B. Il principio della coordinazione è senz’altro positivo; in caso contrario, vi è infatti il rischio di remare in direzioni diverse. Per contro, l’attuazione pratica non è mai semplice poiché ogni assicurazione sociale ha i propri interessi da difendere e il proprio modo di procedere.

swissinfo.ch: Il progetto presentato dal governo parte dal presupposto che la maggioranza del popolo e dei cantoni accetterà – il 27 settembre 2009 – di finanziare l’AI aumentando temporaneamente l’IVA. L’esecutivo non ha presentato scenari alternativi. Come valuta questa mossa?


G.B. Si tratta verosimilmente di un ragionamento di strategia politica. Infatti, le persone che si oppongono all’aumento dell’IVA sono anche le medesime che ritengono l’attuale AI troppo poco restrittiva. Presentando questo messaggio si mira probabilmente a convincere tali elettori scettici, mostrando che l’aumento dello 0,4% dell’IVA avviene di pari passo con un maggior controllo dei costi.

swissinfo.ch: Il governo precisa che il messaggio su questo primo pacchetto di misure dovrà essere approvato dal parlamento alle fine del 2009, affinché possa entrare in vigore nel 2012. Alla luce delle esperienze passate, le pare una tempistica realista?


G.B. Se consideriamo i tempi delle maggiori revisioni delle leggi sociali, notiamo che spesso tra il messaggio e l’entrata in vigore trascorrono addirittura 5-10 anni. Di conseguenza, non sarà facile rispettare le scadenze indicate…

Andrea Clementi e Sonia Fenazzi, swissinfo.ch

L’Assicurazione invalidità registra da diversi anni pesanti disavanzi. Nel 2008 il deficit ha raggiunto 1,3 miliardi di franchi, contro 1,5 miliardi l’anno precedente. I debiti dell’AI nei confronti dell’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS) sono così saliti a 13 miliardi di franchi.

Per risanare le casse dell’AVS/AI, il governo e il parlamento propongono di innalzare le aliquote dell’Imposta sul valore aggiunto (il tasso massimo salirebbe di 0,4 punti all’8%).

Prevista inizialmente il prossimo 17 maggio, la votazione popolare su questo tema è stata rinviata al 27 settembre. Il governo ha preferito posticipare la data, temendo un effetto negativo della crisi economica sull’orientamento dei votanti. Dal canto suo, il parlamento ha deciso di posticipare al 2011 l’entrata in vigore dell’eventuale aumento.

L’Assicurazione invalidità (AI) è un’assicurazione obbligatoria che versa prestazioni a persone che non sono più in grado di provvedere ai propri bisogni a causa di un’invalidità parziale o totale.

L’AI sovvenziona pure delle istituzioni specializzate. L’assicurazione è finanziata nella misura del 40% dai contributi versati dai salariati e dai datori di lavoro. Il resto proviene dai fondi pubblici.

Secondo la legge federale del 6 ottobre 2000 sulla parte generale del diritto delle assicurazioni sociali (LPGA) è considerata come invalidità «l’incapacità al guadagno parziale o totale presumibilmente permanente o di lunga durata».

A gennaio 2008, in Svizzera 252’062 persone (ossia il 5,2% della popolazione) beneficiavano di una rendita d’invalidità. Tra questi: 28’406 per infermità congenite, 200’089 per malattie (di cui 99’080 per malattie psichiche) e 23’567 per infortuni. Altre 50’000 persone percepiscono una rendita all’estero.

swissinfo.ch

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