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Arte in Ticino dal 1953 al 2003

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Ultimo capitolo a Lugano di un ciclo di quattro mostre dedicate alla storia artistica ticinese dal 1803 ai giorni nostri.

A Villa Ciani esposti da venerdì 10 dicembre i lavori di alcuni dei principali artisti attivi nella seconda metà del Novecento.

Per la prima volta, distribuendosi sull’arco di quattro anni, il progetto “Arte in Ticino dal 1803 al 2003” ha voluto proporre un percorso cronologico completo della storia dell’arte ticinese degli ultimi due secoli, superando gli abituali approcci monografici. Dall’ottobre 2001 al 17 aprile 2005, il Museo Civico di Belle Arti di Villa Ciani è stato così scelto come sede per quattro mostre, dedicata ognuna a una fase dei 200 anni che portano dall’entrata del Ticino nella Confederazione ai giorni nostri.

Si è partiti con gli anni 1803-1870 (“La ricerca di un’appartenenza”), poi si è esplorato il periodo 1870-1914 (“L’affermazione di un’identità”), mentre gli anni dal 1914 al 1953 sono stati l’occasione per concentrarsi sul “Confronto con la modernità”

Ora tocca alla seconda metà del Novecento

Un’impresa culturale di notevole spessore, che ora è giunta alla sua tappa conclusiva con la quarta esposizione, “Il superamento delle avanguardie 1953-2003” (dal 9 dicembre 2004 al 17 aprile 2005). Vi sono presentati gli artisti ticinesi nati tra la Prima guerra mondiale e il 1953, attivi nella seconda metà del Novecento: nomi come Sergio Emery, Massimo Cavalli, Edmondo Dobrzanski, Cesare Lucchini, Renzo Ferrari.

Caratteristiche comuni sono l’apertura alle esperienze artistiche della vicina Italia, l’assimilazione e il superamento dei linguaggi delle avanguardie storiche d’inizio XX secolo, la condivisione dei principi dell’astrattismo geometrico che si sviluppava in quegli anni lungo l’asse Zurigo-Como-Milano.

Non solo pittura

Accanto a quadri e tele, ci sono anche due spazi per le sculture, uno con opere in bronzo e marmo (Nag Arnoldi, Giovanni Genucchi), l’altro con sculture in bronzo, ferro e legno (Paolo Bellini, Klaus Prior). Originale l’angolo dedicato a Felice Varini, con un gioco ottico di cerchi che si compongono e scompongono in un vano scale.

Inoltre, come nelle precedenti edizioni, si è prestata attenzione agli artisti stranieri che hanno soggiornato nella seconda metà del Novecento nella Svizzera italiana: ecco così le caratteristiche sagome di Jean Arp, l’arte astratto-concreta dello zurighese Fritz Glarner, le geometrie sperimentali dell’italiano Italo Valenti. Tutti personaggi che –tra l’altro- nel 1965 hanno contribuito in maniera determinante alla nascita del Museo d’arte contemporanea di Locarno.

Una tappa per una storia dell’arte ticinese

Secondo il direttore dei Musei della Città di Lugano Rudy Chiappini, questa mostra e le tre che l’hanno preceduta hanno condiviso l’obiettivo principale di dotare finalmente il Ticino di una propria storia dell’arte. Un discorso che finora non era mai stato affrontato in modo organico, e che nei prossimi anni aspetta di venire ulteriormente approfondito, sulla base delle linee tracciate.

Un prezioso strumento di lavoro sarà il catalogo, in quattro volumi: ne è prevista una ristampa presso le Edizioni Salvioni di Bellinzona come testo-base di storia dell’arte ticinese, autonomo rispetto alle mostre. Un’opera molto indicata anche per le scuole, per avvicinare i giovani al passato e aiutarli a riscoprire le proprie radici.

swissinfo, Alessandra Zumthor

Negli ultimi quattro anni, a Villa Ciani di Lugano si è voluto ritracciare il percorso cronologico completo della storia dell’arte ticinese dal 1803 al 2003.

Protagonisti della mostra sono gli artisti ticinesi, ma sono presentati pure lavori di stranieri che hanno soggiornato nel cantone.

La mostra “Il superamento delle avanguardie 1953-2003” rimarrà aperta fino al 17 aprile 2005.
Quadri ma non solo, l’esposizione dà spazio alle opere di diversi scultori.
Il catalogo sarà un prezioso strumento per dotare il Ticino di una propria storia dell’arte.

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