La televisione svizzera per l’Italia

Franca Valeri soffia su 100 candeline, auguri!

Dona anziana in abito rosso e stivali alti su palcoscenico illuminato a rombi, parla a un vecchio telefono seduta a un tavolino
Franca Valeri in un'esibizione al Festival di Sanremo, pochi mesi prima di compiere 94 anni. Keystone / Ettore Ferrari

Ha compiuto cento anni venerdì l'attrice e autrice di cinema, teatro e tv, e regista d'opera, Franca Valeri. "Una conferma vivente della superiorità della donna sull'uomo", disse per punzecchiarla -ma anche e soprattutto per mostrarle la sua stima- il giornalista della TV svizzera Enrico Romero, in apertura di un'intervista che rivedremo per l'occasione, insieme ad altri filmati custoditi dalle Teche RSI.

La signorina Snob, Cesira la manicure, la signora Cecioni: furono i personaggi a dare a Franca Valeri grande popolarità. Inevitabile chiederle come nascono. L’osservazione non basta, chiarisce; quel che si osserva deve sedimentare ed essere filtrato dall’inventiva, talvolta anche un po’ di cattiveria.

Tuttavia, non sa quale sia il segreto di questo suo mestiere di “molestatrice”. “Il segreto dell’umorismo è abbastanza sconosciuto all’umorista stesso”. Semplicemente, “c’è un momento dove ti accorgi di aver colto il punto ridicolo”. “Io ho una tendenza innata a osservare e ridicolizzare”.

Dalla sua parte, ha anche un’apparente mitezza. Che le rende più facile il colpo di teatro e la battuta sferzante.

“Non rinnego di essere una borghese”, dice in questa intervista Franca Valeri, che si sofferma anche su come gli snob siano diventati col tempo più drammatici (“c’è molto da ridere, ma è difficile far risortire questa risibilità”).

Ma non è la signorina Snob bensì la signora Cecioni che sceglie di proporre, qualche anno più tardi, per inframezzare un’intervista-ritratto nella trasmissione Facciata B. La conduce l’attore Giancarlo Sbragia, che aveva incontrato Valeri negli anni dei suoi esordi in una scuola d’arte drammatica, ma ammette di non aver creduto -e ora se ne scusa- nelle sue capacità.

“Come fa a conciliare così tanti impegni?”, le chiesero durante una Tombola radiotelevisiva degli anni ’90. “La cosa più importante è averli, perché quando non li si ha non si sa come conciliare il tempo”, rispose Franca Valeri.

E così all’età di 90 anni, accanto alla prosa “ufficiale” che le valse un Premio Chiara alla carriera, decise di scrivere anche un’autobiografia intitolata ‘Bugiarda no, reticente’.

L’intervista, diffusa dal Quotidiano nel maggio del 2011, è di Claudio Moschin.

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