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Sgominata la cosca di Brancaccio a Palermo

La Polizia e la Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato questa mattina 34 persone appartenenti alla cosca di Brancaccio e loro complici e ha sequestrato numerose aziende, per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro. 

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Tra gli arrestati c’è Pietro Tagliavia, capo del mandamento mafioso di Brancaccio e della famiglia di ”Corso dei Mille”, attualmente ai domiciliari. Tagliavia è il rampollo di una storica famiglia di mafia coinvolta nelle stragi del 1992-’93.

Le indagini, eseguite dalla Squadra Mobile e dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, hanno consentito di fare luce su episodi di minacce, danneggiamento, estorsione, furto e detenzione illegale di armi da parte di esponenti della cosca di Brancaccio e di ricostruire l’organigramma delle famiglie mafiose che appartengono al mandamento, definendo ruoli e competenze di ciascuno e individuando i capi.

L’inchiesta ha svelato il controllo, da parte della mafia, di un gruppo imprenditoriale che opera in diverse regioni, tra le quali Sicilia e Toscana. Polizia e Guardia di Finanza stanno sequestrando veicoli e autoveicoli utilizzati per la commissione dei reati contestati e aziende riconducibili ai mafiosi arrestati.

Tra gli arrestati dalla polizia e dalla Finanza di Palermo, che hanno azzerato il clan mafioso di Brancaccio, c’è anche il fratello di Giovanni Lo Porto, l’operatore umanitario sequestrato da Al Qaeda nel 2012 e assassinato tre anni dopo durante un’operazione antiterrorismo degli Usa da un drone. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato il braccio destro di Pietro Tagliavia, che dai domiciliari continuava a “governare” la cosca. Quella dei Tagliavia è una famiglia mafiosa di Palermo coinvolta anche nelle stragi del ’92 e del ’93. Lo Porto avrebbe gestito il racket del pizzo.



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