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Arduo compito per i difensori della Svizzera in Francia

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La Svizzera ha più che mai bisogno del sostegno delle associazioni elvetiche all'estero per ridare lustro alla sua reputazione, seriamente intaccata, nel mezzo della crisi mondiale. In Francia i membri dell'Unione delle associazioni svizzere sono disposti a raccogliere la sfida.

Attualmente in Francia non è facile palesare le proprie affinità con la Svizzera. Al solito cliché della Confederazione cassaforte dell’Europa, infatti, si aggiungono le continue ed aspre critiche di numerosi politici francesi.

Nonostante il contesto difficile, i membri dell’Unione delle associazioni svizzere di Francia (UASF), riuniti il 25 e 26 aprile a Roanne, a nord-ovest di Lione, per il loro 51° congresso annuale, si sono detti d’accordo di dare manforte alla madre patria.

“L’immagine della Svizzera è messa a dura prova. Ciò ha inevitabilmente ripercussioni anche per gli espatriati”, ha rilevato il presidente dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) Jacques-Simon Eggly.

“Perciò occorrono addetti di comunicazione, ambasciatori, consoli generali e onorari e membri della comunità svizzera per difendere, ognuno al proprio livello, l’immagine della Svizzera. Con i tempi che corrono, sarebbe opportuno non indebolire la rete degli svizzeri dell’estero”, ha affermato.

Il centinaio di persone convenute in una sala dalle mura rosse come lo sfondo della bandiera elvetica ha approvato tacitamente anche gli argomenti esposti dall’ambasciatore di Svizzera in Francia Ulrich Lehner.

Dopo aver spiegato le conseguenze dell’allentamento del segreto bancario, il diplomatico ha puntualizzato che Berna lotta attivamente contro il riciclaggio di denaro sporco e che, dopo le dovute verifiche giuridiche, restituisce ai loro paesi gli averi trafugati dai dittatori e depositati su conti nella Confederazione. Un comportamento che taluni detrattori della Svizzera sono lungi dall’imitare, ha sottolineato.

Sacrificata la prossimità

Sostenuto nelle vesti di difensore della Svizzera, Lehner non ha invece trovato lo stesso appoggio in qualità di rappresentante del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Oltre a deplorare il taglio dei 500mila franchi al budget della “Schweizer Revue”, ossia il periodico destinato agli espatriati, avallato in dicembre dal parlamento, i membri dell’UAFS hanno pure sollevato la questione dei problemi derivanti dalle chiusure di consolati.

Dieci anni dopo quelli di Annecy, Nizza e Besançon, nell’aprile 2008 ha chiuso i battenti anche quello di Bordeaux, un consolato storico, poiché fu il primo aperto dalla Svizzera in Francia nel 1798. Un passo che ha conseguenze negative non soltanto in termini di prossimità, ma anche di adesioni alle associazioni e ai club elvetici.

“C’è un calo radicale dell’interesse per le associazioni e i club”, ha lamentato il presidente dell’UASF Serge Lemeslif. Una constatazione condivisa da Pascal Germann, residente a Morteau, che ha citato l’esempio della sua regione.

“Il consolato di Besançon è stato chiuso undici anni fa. Certo riusciamo a far passare il messaggio che avere un consolato a Lione è meglio di niente. Ma guardate le conseguenze: oggi sono l’unico rappresentante della mia regione presente al congresso”, ha detto.

Consoli onorari “fantasma”?

Un altro problema evocato dai congressisti è il fatto che la chiusura di un consolato genera automaticamente più lavoro per i presidenti delle associazioni e dei club presenti nella zona interessata.

“La Schweizer Revue, che contempla le coordinate dei presidenti, è inviata a tutti gli svizzeri dell’estero. Nella speranza di ottenere rapidamente una risposta o un aiuto, spesso gli espatriati preferiscono chiamare il presidente dell’associazione più vicina, piuttosto che rivolgersi al consolato o all’ambasciata, pensando che quest’ultima pratica sia più complicata”, sostiene Serge Lemeslif.

In proposito, Ulrich Lehner ritiene che si possa organizzare una seduta d’informazione e di formazione dei presidenti di associazioni affiliate all’UASF. Essa si potrebbe svolgere in occasione del prossimo congresso annuale, nell’aprile 2010 a Troie.

L’ambasciatore ha anche rassicurato i congressisti sul ruolo dei consoli onorari, che uno dei partecipanti ha definito “un fantasma” nel caso che lo riguarda direttamente. “Sono stati sensibilizzati alle relazioni con le associazioni e ai club svizzeri. In futuro dovrebbe esserci un cambiamento”, ha promesso dal canto suo il console generale di Svizzera a Lione Michel Failletaz.

Delegazione rinnovata

All’ordine del giorno del congresso c’era anche il rinnovo della delegazione dell’UASF al Consiglio degli svizzeri all’estero (CSE). Infatti, quest’anno arriva a termine la “legislatura” quadriennale dell’organo rappresentativo che funge da parlamento della Quinta Svizzera.

Con i suoi dodici componenti, la delegazione dell’UASF è la più numerosa, dato che in Francia risiede la più grande diaspora elvetica. Alla fine del 2008 all’ambasciata svizzera in Francia erano immatricolati 177’598 cittadini elvetici.

Il CSE nella nuova composizione per i prossimi quattro anni entrerà in funzione in agosto a Lucerna. In tale occasione è prevista l’inaugurazione della nuova piattaforma dell’OSE, sullo stile di Facebook, che l’organizzazione sta allestendo in collaborazione con diversi partner, fra cui swissinfo.

swissinfo, Carole Wälti, Roanne
(Traduzione dal francese di Sonia Fenazzi)

Il ruolo dell’UASF è di organizzare la rappresentazione di tutti gli svizzeri residenti in Francia e la difesa dei loro interessi e diritti nei confronti delle autorità svizzere.

L’UASF si preoccupa anche di trovare soluzioni pratiche ai problemi che possono incontrare cittadini elvetici che vivono in Francia.

Ogni anno alla fine di aprile l’UASF organizza un congresso, durante il quale si tiene anche l’assemblea generale.

Il prossimo congresso è in calendario il 23 e 24 aprile 2010 a Troie.

Alla fine del 2008, c’erano 676’176 svizzeri residenti fuori dalla Confederazione immatricolati nelle ambasciate elvetiche.

Il paese che ospita la comunità elvetica più numerosa (compresi i frontalieri) resta la Francia, con 177’598 svizzeri. Seguono Stati Uniti (74’862), Germania (75’439), Italia (48’147) e Canada (38’200).

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